5 Agosto 2017 – Sabato – diciassettesima settimana del Tempo Ordinario

Vangelo del giorno: Mt 14,1-12
                         Parola del giorno: “Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista
La richiesta è da brividi, e la determinazione
appare impressionante, soprattutto se la si immagina
sulle labbra di una fanciulla, poco più che bambina:
una giovanetta, che ancora non è in grado di comprendere
il senso e il valore della vita,
viene usata – e per di più dalla madre – per chiedere la morte
a un re  che lei tiene in pugno, più ancora
che per la sua bravura nella danza, per la promessa ricevuta.
Si sa, però, che dietro c’è dell’odio,
e questo – anche se spiega – è ancora peggio e… fa paura!
Come può la perversione arrivare fino a tanto?
Chi permette all’odio di scavare nel cuore di un regnante
fino al punto da pagare l’ondeggiare di una danza
con la testa di un profeta, che lui stesso,
benché lo temesse e lo aveva fatto imprigionare,
comunque lo ascoltava volentieri?
Le domande sono tante e sono lecite,
anche se le risposte possono mancarci.
Anzi è bene, che qualcuno se le ponga e le rimbalzi.
Perché anche chi non l’ha vista  possa immaginarla
quella fanciulla, mentre, cinica e sprezzante,
riceve sul vassoio quella testa sanguinante
e, senza batter ciglio, corre da sua madre,
magari chiamandola “mammina” o forse anche
ricevendo in cambio un abbraccio e un bacio di riconoscenza.
È vero, con il tempo tutto passa e si dimentica;
ma è proprio strano che solo Erode, nonostante la sua fermezza,
quel Giovanni non è ancora riuscito a dimenticarlo?
 
   
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

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