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S. Messa in suffragio di don Mario Zeverini con catechisti e insegnanti di religione

Messa in suffragio di don Mario Zeverini con catechisti e insegnanti di religione

Raccolta dei discorsi tenuti dal prof. Filippo Carcione, dal direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale e dal direttore dell’Ufficio Catechistico del Lazio

 

Cattedrale di Sora, 14 luglio 2020

Caro don Mario,

se nulla viene a caso ma tutto è guidato dalla Provvidenza, anche il tuo esodo celeste in questa stagione estiva acquista un senso preciso ai nostri occhi.

Sì, l’estate, il tempo prediletto per i campi- scuola. Oggi ci chiami, attorno a te, per un ultimo campo-scuola. Esultano i nostri cuori vedendo incrociarsi ancora una volta, nel tuo nome, storie e persone che hanno sempre mantenuto un legame indissolubile attraverso il ricordo delle tante iniziative, a cui ci convocavi regolarmente per splendidi giorni di vita comune.

Hai scommesso fortemente nei campi-scuola e ne hai fatto il baricentro del nostro percorso formativo. Periodi trascorsi insieme, per l’aggiornamento culturale e la programmazione scolastica: senz’altro! Ma soprattutto periodi fecondi, perché intuivi che solo la crescita nella relazione, nell’amicizia, nell’affetto e nella comunione possono produrre risultati autentici.

Con il carissimo Angelo Molle, per mandato del Vescovo Luca, ho avuto l’onore e la gioia di affiancarti per un bel tratto di strada nelle attività dell’Ufficio Scuola. Ti ho sperimentato come vero maestro e concreto artefice di quella sapiente pedagogia, che prima dei concetti pone la persona e prima della programmazione progetta la squadra, ovvero quel “team” genuino fondato sull’afflatus, che dà il gusto e l’emozione di condividere lavoro e obiettivi.

Volevi che l’Insegnamento di Religione non fosse l’interpretazione di monadi isolate, vittime di una solitudine che inevitabilmente approda all’eutanasia dei processi educativi. Volevi un Ufficio Scuola, che fungesse da incontro, accompagnamento e orientamento permanente per singoli con vocazione al confronto reciproco, a proposte collettive e a scambi continui di esperienze. Volevi docenti che mettessero a disposizione i propri carismi per l’edificazione di un corpo unitario, alfieri di quell’unum sentire che è lo specchio radioso della comunità ecclesiale. Ma ben sapevi, che qualsiasi sforzo umano, anche il migliore, non sortisce nulla in autosufficienza: ecco la ragione dei tanti momenti di preghiera, a cui ci adunavi nell’arco dell’anno e che nell’incontro, la mattina del Venerdì Santo, trovavano il fulcro e l’apice spirituale.

Confidavi fermamente nell’effetto della Grazia divina, che costantemente imploravi per intercessione della Vergine. A Lei, ogni anno, durante le festività di Canneto, affidavi in modo speciale le Scuole di ogni ordine e grado, perché qui i docenti di Religione, riuscissero a procedere con una marcia comune, pur nel rispetto delle specificità locali: una marcia comune che, dopo la revisione concordataria del 1984, era stata chiamata ad aprirsi ai nuovi orizzonti, in cui catechesi parrocchiale e insegnamento scolastico, s’incarnavano ormai come missioni complementari ma distinte. In quest’ottica abbiamo promosso campi-scuola importanti, dove la costruzione di un’alleanza intelligente tra le diverse agenzie educative della società, attraverso l’identificazione di un sano rapporto pubblico-privato e la ricerca mirata sulle strategie operative della Chiesa, è stata il leitmotiv delle varie tematiche affrontate: il tutto secondo un’onesta agenda d’ossequio istituzionale alla laicità dello Stato.

Laicità dello Stato, mai laicismo, come riassumeva Angelo Molle, per mandato del nostro Ufficio Scuola, in un libro collettaneo (Emergenza educativa, proposta cristiana e ricerca pedagogica, Arte Stampa Editore, 2011) sponsorizzato qualche anno fa dall’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Laboratorio di Tecnologie della conoscenza e dell’educazione. Un testo, che invito tutti a leggere e meditare, perché nella parte introduttiva esso sintetizza bene l’alto magistero di don Mario, che Angelo traduceva non solo con scritti scientifici ma con la sua stessa vita quotidiana di insegnante di Religione.

In quel testo, con prosa quasi musicale che fa eco alle splendide melodie con cui cantava il valore dell’amicizia nei campi-scuola (è l’amico è … un silenzio che può diventare musica), Angelo, dopo aver censurato il laicismo in quanto esclusione preconcetta e totalitaria del sacro, prospettava il più sano concetto di laicità non già come consacrazione metafisica del relativismo ma come garanzia di una libera tensione dialettica tra fermezze ideali per quanto antagoniste. In sostanza, la laicità dello Stato, correttamente intesa, comporta una democrazia e un pluralismo capaci di assicurare, a pieno titolo, un Insegnamento di Religione Cattolica, che a sua volta:

  • propone sempre e non impone mai, più che parlare dalla cattedra ascolta gli studenti, più che predicare con la scienza testimonia con la carità;
  • veicola sinceramente relazioni affettive ma non confonde mai nella comunicazione i ruoli educatore-educando;
  • valuta seriamente nella scuola delle competenze, ma è paziente e perseverante in un servizio alla persona, che tutti include e nessuno esclude, tutti apprezza e nessuno disprezza, tutti premia e nessuno mortifica purché ciascuno metta a frutto i propri “talenti”, tanti o pochi che siano, con i ritmi e i tempi di cui ha bisogno.
  • pone autorevolmente quelle domande sul senso ultimo della vita, occupando in modo originale uno spazio didattico inalienabile per un’educazione integrale e gestendolo in modo da favorire le opzioni mature e responsabili dei discenti nella piena libertà, della quale, in ogni caso, rispetto delle alterità e obiezione di coscienza sono i confini axiologici non negoziabili per la convivenza civile.

Questi messaggi, amici miei, ci consegnano don Mario e Angelo. A noi il compito di attualizzarne sempre meglio l’eredità, affinché il loro ricordo non sia solo celebrativo. Non saprebbero che farsene di elogi e battimani:

  • don Mario che – come ha ricordato il Vescovo Gerardo nell’omelia delle esequie – aveva rifiutato il titolo di monsignore volendosi qualificare fino alla fine come un semplice prete;
  • Angelo che, pur avendo vari titoli universitari da esibire, amava presentarsi anche nei circoli accademici più blasonati – e questo lo attesto direttamente – sempre e solo come un umile insegnante di Religione.

Che il Signore dia loro il riposo eterno!

E a noi due intercessori a cui votarci!

Così sia!

Prof. Filippo Carcione

 

Comunichiamo con cordoglio che questa mattina è  mancato Don Mario Zeverini della diocesi di Sora Cassino Aquino Pontecorvo e per molti anni incaricato per la catechesi della Regione Lazio e membro della Consulta nazionale UCN.

Lo ricordiamo con grande riconoscenza per la passione con cui ha creduto, accompagnato e, per certi versi, anticipato il rinnovamento della catechesi, in particolar modo con la sua attenzione all’importanza dei linguaggi per favorire un annuncio capace di raggiungere il cuore e la vita delle persone. A lui giunga il nostro ringraziamento e per lui la nostra preghiera, alla famiglia più vive condoglianze.

don Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale

 

Carissimo don Giuseppe,

dal momento in cui mi hai comunicato la partenza di don Mario per la casa del Padre ho avuto modo di fare memoria dei tanti momenti vissuti insieme da quando l’ho conosciuto, nel 2005.

Don Mario mi aveva accolto nella commissione regionale con la delicatezza e la premura con cui un fratello maggiore si prende cura dell’ultimo arrivato. Da lì in poi è stato sempre un punto di riferimento, con la sua capacità di spronare tutti e di far emergere le domande e gli eventuali disagi che ciascuno portava dentro. Aveva un cuore grande. E in lui tutti abbiamo trovato accoglienza, una parola amichevole e uno stimolo per riprendere la strada.

Alla catechesi e all’insegnamento della religione cattolica si è dedicato sempre con viva passione. Nei molti anni di servizio alla diocesi e nella regione ha stabilito molte relazioni, conosceva bene le persone e le comunità. Umile e austero, era al tempo stesso sempre di buon umore e generoso. Aveva un modo tutto suo di discernere le situazioni e decidere i possibili cammini da seguire.

Personalmente gli sarò sempre grato per la fiducia che mi ha dimostrato da subito.

Con insistenza mi aveva “convinto” ad accettare l’ipotesi di poter essere suo successore nella commissione regionale della catechesi e, quando ho ricevuto l’incarico, mi ha accompagnato con pazienza e discrezione.

Ogni tanto ci sentivamo per telefono; era il suo modo di sostenermi e condividere un cammino che lui aveva percorso per tantissimo tempo con ineguagliabile dedizione.

Sono pieno di gratitudine al Signore per questo GRANDE DONO che ha messo sul nostro cammino. In questi giorni, ho sentito alcuni ex direttori dell’Ufficio Catechistico nazionale che lo ricordano come servo fedele della Parola; l’attuale direttore e alcuni membri della Consulta nazionale hanno condiviso con lui momenti belli e impegnativi di servizio alla catechesi, a livello regionale e nazionale.

Con loro e tanti altri, mi unisco nella preghiera a voi che avete avuto don Mario a casa: Lui ha amato la diocesi, le comunità parrocchiali, le scuole, i movimenti e associazioni educative. Con passione e perseveranza, con ingegnosità e creatività, ha sempre cercato il modo migliore per comunicare, per fare breccia nei cuori e arrivare all’intimo di ognuno, con la parola e la testimonianza di chi ha fatto del Signore Gesù la sua ragione di vita e di amore.

Ti chiedo ancora una volta di salutare il tuo vescovo e gli amici con cui sono stato più di una volta nella tua diocesi. Un pensiero speciale va ai suoi familiari. Mi ha addolorato non poter partecipare ai suoi funerali, ma non mi sono mancate le opportunità di ricordarlo nella santa messa. Un abbraccio fraterno,

don Jourdan Pinheiro, direttore dell’Ufficio Catechistico Lazio

Erano presenti alla messa di suffragio in memoria del compianto don Mario Zeverini don Aniello Crescenzi, direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano, don Giuseppe Basile, direttore ufficio scuola diocesano, don William Di Cicco, direttore ufficio per le vocazioni, Don Felice Calo, alcuni insegnanti di religione e cayechisti.

Ha celebrato la Santa Messa il parroco della Cattedrale di Sora, don Ruggero, il quale ha voluto che l’omelia fosse una “omelia silenziosa” in cui ognuno dei presenti pregasse e ricordasse in forma silenziosa il carissimo don Mario secondo i ricordi e le esperienze che ognuno ha maturato in sua compagnia.

Rosalba Rosati

Foto: Rosalba Rosati