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Omelia per l’inizio del ministero di don Emanuele Secondi

Stemma di Mons. Gerardo Antonazzo

A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA TRINITÀ

 

Omelia per l’inizio del ministero di don Emanuele Secondi

Cassino, Chiesa Concattedrale, 30 maggio 2021

Carissimi fedeli,

 

mentre la Chiesa oggi celebra e contempla il mistero di Dio-Trinità, dalla medesima sorgente divina attinge una sempre nuova comprensione della propria natura, identità e missione. La Chiesa è “progetto” (mistero) meraviglioso e splendido della Trinità, “creata” a sua immagine e somiglianza. Nella vita della Chiesa rifulge il mistero della Trinità. È a partire da questa verità che ritroviamo le possibili risposte ad alcune domande: perché la costituzione della Chiesa, da dove il suo agire, perché le sue pretese spirituali sull’uomo di ogni tempo? quale la sua missione nella storia?

 

A immagine e somiglianza della Trinità

La Chiesa, dunque, è mistero. Secondo la teologia paolina il mistero della Trinità si riverbera nel mistero della Chiesa scaturito dal cuore di Dio. Infatti, la Chiesa è progetto pensato e desiderato da sempre dal Padre, rivelato e realizzato per mezzo di Gesù Cristo morto e risorto, perennemente vivificato dallo Spirito Santo. È l’opera più umana perché composta da creature, oltretutto segnate dal peccato, e allo stesso tempo la più divina, perché voluta da Dio a immagine e somiglianza della famiglia trinitaria. “Credo la Chiesa”: cosa credo della Chiesa? La Chiesa è mistero visibile, perché composta da uomini che 1’annuncio della Parola di Dio convoca e raduna; la Chiesa vive e opera nella storia umana, ma è depositaria della promessa di una vita eterna. La Chiesa è, dunque, celeste e terrena, spirituale e visibile, libera e al tempo stesso disciplinata, santa e pur sempre in via di santificazione, contemplativa e attiva (cfr. Paolo VI, Ecclesiam Suam).

Se la vita della Chiesa fluisce dal mistero trinitario e ad esso ritorna, essa è chiamata a far risplendere nel cuore dell’umanità la bellezza salvifica del mistero trinitario che trasfigura la vita della creatura umana e rigenera le condizioni dell’intero cosmo attraverso l’evento della redenzione. La Chiesa, infatti, ha ricevuto la missione di rivelare l’amore del Padre, per mezzo della conoscenza di Gesù Cristo crocifisso morto e risorto, nella potenza dello Spirito Santo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Il mandato che Gesù affida alla Chiesa la costituisce in qualche modo “sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1).

 

L’icona trinitaria nel vissuto ecclesiale

La carità che deve caratterizzare e vivificare la vita della Chiesa è riflesso dell’amore trinitario. A immagine e somiglianza delle mutue relazioni trinitarie, la Chiesa si edifica esclusivamente nella comunione. È la “comunione” di discepoli di Gesù, il Risorto che dona lo Spirito datore di vita nuova. Alla scuola del mistero trinitario e sua discepola, la Chiesa deve risplendere nella bellezza delle relazioni. Pertanto, il compito che esprime e porta a compimento l’identità della Chiesa è quello di essere segno e strumento di comunione tra gli uomini e con Dio-Amore. Il fondamento di tale comunione è l’unità della fede in Gesù Cristo, rivelatore del Padre, la testimonianza della carità fraterna nel segno della riconciliazione, del dialogo, del servizio soprattutto ai più fragili, e la perseveranza nella virtù della speranza nel compimento delle promesse di Cristo. La Chiesa è una comunità di uomini che lo Spirito di Cristo vivifica per farne luogo e segno di salvezza per il mondo intero (cfr. Lumen Gentium 8). La comunione dei cristiani sulla terra è chiamata ad essere lo specchio della comunione delle tre divine Persone. “La Chiesa è popolo raccolto dalla unità, nella unità e per la unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (S. Cipriano). Giovanni Paolo II ha scritto sinteticamente: la Chiesa è comunione missionaria. La comunione della Chiesa si configura come “comunione organica”, e si impegna a vivere come una “comunità organica”. In essa si vive “ecclesialmente”, cioè nella partecipazione; non isolandosi ma, come ha scritto Giovanni Paolo II, “in un continuo scambio con gli altri, con vivo senso di fraternità” (Chistifideles Laici 20).

 

Le “missioni” trinitarie nell’opera della Chiesa

Nel mistero trinitario, ogni Persona divina attua la sua specifica missione: dal Padre l’opera della creazione, dal Figlio l’opera della redenzione, dallo Spirito l’opera della santificazione. “La Chiesa rifacendosi al Nuovo Testamento professa: «Uno infatti è Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il Signore Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale sono tutte le cose». Le missioni divine dell’incarnazione del Figlio e del dono dello Spirito Santo sono quelle che particolarmente manifestano le proprietà delle Persone divine” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 258). La Chiesa, da parte sua, c’è perché esiste questo comando missionario risuonato nel vangelo odierno: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo … Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Così, tutti i credenti sono costituiti discepoli missionari. Per questo deve ripetere insieme con S. Paolo: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo” (1Cor 9,16). “Comunità di credenti, comunità di speranza vissuta e partecipata, comunità d’amore fraterno, essa ha bisogno di ascoltare di continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento nuovo dell’amore … essa ha sempre bisogno d’essere evangelizzata, se vuol conservare freschezza, slancio e forza per annunziare il Vangelo” (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 15).

 

Pastore dabo vobis

“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”: la promessa di Gesù prende forma, tra l’altro, nel ministero dei pastori della Chiesa chiamati a perpetuare la sua opera di salvezza nella Chiesa. “Vi darò Pastori secondo il mio cuore” (Ger 3,15). Caro don Emanuele, il Signore ti chiama a servire la nostra Chiesa diocesana svolgendo il tuo maturo ministero presbiterale nella comunità parrocchiale “SS. Salvatore, S. Maria Assunta, San Germano V.”, in Cassino. Ogni presbitero, unito da fraterna e sincera collaborazione con il proprio Vescovo, è impegnato a edificare la Chiesa mistero-comunione-missione nella realtà particolare di ogni comunità parrocchiale quale porzione del popolo di Dio che vive in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

Ti ringrazio per la tua docilità nel rispondere alle necessità pastorali che gli eventi ultimi hanno determinato. In particolare, mi riferisco alle condizioni di salute del caro don Salvatore Papiro, al quale rivolgo il mio cordiale e affettuoso abbraccio pastorale, grato per la sua lunga e generosa dedizione alla cura spirituale di questa parrocchia, da qualche tempo divenuta anche sede della Chiesa Concattedrale del Vescovo diocesano per volontà esplicita della Sede Apostolica. Il segno teologico della chiesa Concattedrale attribuisce a questa parrocchia un peculiare legame con il proprio Vescovo, nel segno della più stretta collaborazione nel sostenere il ministero episcopale per l’edificazione della Chiesa diocesana. La Cattedrale della nostra diocesi, come anche ogni Con-cattedrale svolge un importante compito: indicare e richiamare il ministero del Vescovo, successore degli apostoli, sul quale si fonda la vita della Chiesa, anche quando non c’è il Vescovo sulla cattedra, ma lo si attende.

Caro don Emanuele, la solennità della Trinità ti introduce profondamente nei molti significati e dimensioni della cura pastorale: non siamo padroni della comunità, perché la Chiesa che nasce dall’amore della Trinità resta dono e mistero. A noi, pastori, il dovere di nutrire il suo cammino con il cibo solido della Parola di Dio, dei Sacramenti della fede, della preghiera cristiana, della testimonianza della Carità. A voi, carissimi fratelli e sorelle, il compito della collaborazione e della corresponsabilità, perché pastore e gregge camminiate sulla via della salvezza promessa da Cristo ai suoi discepoli. Se la Trinità è all’origine della vita della Chiesa, è anche il fine ultimo verso cui è orientato il pellegrinaggio terreno della Chiesa. “Il cammino della vita cristiana è infatti un cammino essenzialmente “trinitario”: lo Spirito Santo ci guida alla piena conoscenza degli insegnamenti di Cristo, e ci ricorda anche quello che Gesù ci ha insegnato; e Gesù, a sua volta, è venuto nel mondo per farci conoscere il Padre, per guidarci a Lui, per riconciliarci con Lui” (Papa Francesco, Angelus, 31/05/2015).

Affidiamo il ministero di don Emanuele alla speciale intercessione della nostra protettrice, la Vergine Maria Assunta in cielo, perché con l’esempio della sua docilità al progetto divino insegni e incoraggi don Emanuele, nuovo parroco, nella donazione generosa alla volontà di Dio su questa comunità che è stato chiamato a servire con tenerezza di padre e pastore.

 

+ Gerardo Antonazzo