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Messaggio del vescovo Gerardo Antonazzo per il Natale 2021

Cari amici,

la gioia del Natale esalta l’amore con cui Dio fa di tutto per venire incontro all’uomo, sempre. “Diventando simile agli uomini” (Fil 2,7) ha voluto rigenerare la speranza in un nuovo mondo, a partire da un nuovo modo di vivere le relazioni umane. Nel Natale Dio passa dalla “Parola” ai fatti, dal Verbo alla Carne: mai più la sua Parola senza la nostra storia; mai più la nostra storia senza il suo Verbo creatore. In questo modo Dio parla di una speranza intelligibile perché visibile, tangibile, e udibile da ogni creatura.

 

Cari amici,

nel Natale Dio ritorna a sporcarsi le mani con le nostre miserie: la prima volta si è sporcato le mani per creare l’uomo dal fango, nel Natale si sporca le mani per togliere l’uomo dal fango. Dio insegna come rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani, e fare anche noi molto di più. Impariamo a passare dalle parole ai fatti. Papa Francesco ha citato don Tonino nell’omelia per la Giornata mondiale dei poveri: “Di recente mi è tornato in mente quel che ripeteva un Vescovo vicino ai poveri, e povero di spirito lui stesso, don Tonino Bello: «Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza». A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza, tradurla in vita concreta ogni giorno, nei rapporti umani, nell’impegno sociale e politico” (14 novembre 2021). A me piace immaginare il Natale come l’iniziativa con cui Dio propone il suo PNRR nel quale presenta la transizione più urgente e necessaria: la transizione dalla disperazione alla speranza. Il Natale insegna come venire incontro alle povertà, alle solitudini, alla sacralità inviolabile della vita, al degrado educativo e sociale, alle “colonizzazioni ideologiche” che in forma di vera e propria dittatura culturale graffiano e manipolano la verità della persona umana. E quando restiamo impotenti dinanzi alla sofferenza e non riusciamo a risolvere la malattia, non possiamo farci forti eliminando la vita delle persone. Il Natale è la festa della prossimità alle fragilità, della cura, del farsi carico di ogni “altro”, in nome e per amore dell’Altro.

 

Cari amici,

Dio non nasce solo per farsi adorare, ma per lasciarsi imitare. Se così non è, rischiamo di fare della Grotta non un luogo di verità ma una spelonca di ipocrisia, e di oscurare la Luce di Betlemme. Chi sosta in quella Grotta deve uscirne cambiato: solo così quel Bambino troverà in noi degli alleati contro la malizia, l’avarizia, il profitto, la spregiudicata smania di prevalere sugli altri. Se la nostra speranza non si traduce in scelte e gesti concreti di giustizia sociale, di solidarietà fraterna, di cura delle povertà, continuerà a prevalere la logica dello scarto umano, e le attese di “cieli nuovi e terra nuova” (cfr Ap 21-22) tarderanno ancora a fiorire. Se la speranza in Dio non incontra la buona volontà degli uomini non germogliano le gemme del Regno di giustizia e di pace. L’inverno delle delusioni sarà ancora più lungo e più rigido. La bellezza dei presepi non ci deve lasciare solo a bocca aperta, ma deve migliorare il battito cardiaco dell’amore. Ringrazio i tanti volontari impegnati nelle associazioni laiche e cattoliche, presenti nelle molteplici urgenze ed emergenze del nostro territorio, dimostrando così di essere operatori di speranza. La molta felicità di pochi si chiama egoismo; un briciolo di felicità per tutti può cambiare il mondo.

 

Cari amici,

esprimo una particolare vicinanza alle famiglie in difficoltà, ai fratelli della Casa Circondariale di Cassino, ai ricoverati nei Presidi Ospedalieri di Sora e Cassino, alle Case di cura, agli ammalati accolti negli Hospice, agli anziani nelle RSA. Penso ai tanti dirigenti e imprenditori onesti che faticano nella ripresa delle loro attività produttive. Penso ai molti lavoratori e lavoratrici che subiscono la precarietà del lavoro, in particolare agli operai dello stabilimento Stellantis/FCA di Piedimonte e ai dipendenti dell’indotto che hanno una significativa rilevanza. A ciascuno offro la mia paterna e operosa vicinanza.

Sarà un Natale diverso, se ci renderà migliori. Auguri di buon Natale, di vero cuore.

 

  + Gerardo Antonazzo