Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo
Omelie Vescovo Vescovo Gerardo Antonazzo

“Maria, patrona della nostra fede” – Omelia per la proclamazione della Beata Vergine Maria Regina, di Canneto patrona della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo (Basilica-Santuario di Canneto, 1° maggio 2024)

MARIA, PATRONA DELLA NOSTRA FEDE

 

Omelia per la proclamazione della Beata Vergine Maria Regina, di Canneto
patrona della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo

Basilica-Santuario di Canneto, 1° maggio 2024

 

 

Santa e amata assemblea di Dio,

oggi la Chiesa esulta di gioia indicibile
e rende grazie al Signore, Padre Santo,
perché nel mistero della sua benevolenza
ha voluto che la Beata Vergine Maria di Canneto,
fosse eletta celeste Patrona della nostra Diocesi.
Qui è venerata dal santo popolo fedele;
qui invocata con gemiti del cuore
e lunghi sospiri dell’animo;
qui amata con lacrime di gioia
e sofferte implorazioni; qui esaltata
con inni di lode e canti di letizia.
Qui Maria si rivela Madre provvida,
nei rischi e nelle ansie della vita.
Qui Lei assicura la sua missione celeste:
di intercessione e di perdono,
di protezione e di grazia,
di riconciliazione e di pace[1].

 

Cari amici
presbiteri, diaconi, consacrati e religiosi,
stimate autorità civili e militari,
amatissimi fedeli, devoti e pellegrini,

giunti oggi da varie comunità e regioni, condividiamo in un clima di fraternità cristiana la gioia di appartenere alla santa Chiesa di Dio, di cui Maria è immagine e madre. Celebrando oggi l’inizio del cammino spirituale del mese dedicato dalla tradizione popolare in modo eminente al culto della Madre di Dio, condividiamo gioiosamente la particolare grazia della riconsegna da parte della Santa Sede della Beata Vergine Maria di Canneto quale patrona e protettrice della Chiesa che vive in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Tale riconoscimento consolida e rafforza ulteriormente la già ricca, millenaria, e ininterrotta devozione verso la Vergine Bruna dal cui titolo anche questa Valle, incastonata tra le vette meravigliose dei monti, prende nome. L’Elezione della patrona voluta dal popolo di Dio con lo svolgimento della consultazione sinodale, unitamente alla volontà esplicita del presbiterio diocesano, e auspicata anche dal voto espresso formalmente dalle molte autorità civili, l’Approvazione da parte del Vescovo e infine la Confirmatio della Santa Sede della “Beata Vergine Maria Regina, sotto il titolo di Canneto” come Patrona, è dono della disposizione divina che si manifesta nella benevolenza della Chiesa che riconoscere la bellezza straordinaria del nostro affetto verso la Vergine Maria. Lo attesta esplicitamente la Lettera ufficiale con la quale il Dicastero del culto accompagna il Decreto di conferma da parte del Papa, quando afferma: “La relazione dell’ampia consultazione da Lei (dal Vescovo) condotta attesta inequivocabilmente il consensus fidelium nel chiedere tale elezione”. E nel testo del Decreto si legge: “Il clero e i fedeli della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo venerano con speciale continuità di culto la Beata Vergine Maria Regina, che generò il Figlio di Dio, principe della pace, il cui regno non avrà fine, ed è implorata dal popolo cristiano Regina del cielo e Madre di misericordia”. Hanno dato il loro prezioso e specifico contributo anche le autorità civili che hanno voluto esprimere l’auspicio favorevole a tale elezione. Le ringrazio tutte e ciascuna, di vero cuore.

La tenerezza di Dio
Fratelli e sorelle, è Cristo il volto umano e divino dell’amore del Padre: “Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,18). Grazie a Lui, possiamo sperimentare concretamente la paterna amorevolezza di Dio. Gesù è la carezza salvifica del Padre. Dio non ha mai smesso di prendersi cura di ogni sua creatura. Questo Dio che non si identifica con alcuna figura umana, prende per primo l’iniziativa della misericordia. Si fa vicino al popolo oppresso e opera salvezza (Cf. Es 3). È l’Emmanuele (cf. Is 7,14). I profeti ricorrono spesso a varie immagini maschili e femminili, materne e paterne, per parlare dell’agire di Dio: “L’esodo si presenta come il momento del concepimento e dell’infanzia di Israele, fra le mani – sotto le ali – di un Dio femminile … le numerose leggi del Pentateuco vanno intese come espressione e conseguenza delle cure materno-paterne di Dio, poiché derivano dalla sua presenza creatrice”[2]. Particolarmente commovente è il tratto materno di Dio presentato dal profeta Isaia: “Sion ha detto: Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato” (Is 49, 14-16). È così che il cuore di Dio si tinge di connotati di pura tenerezza, fino a quel «fremere viscerale» che rivela la sua relazione unica e strettissima con noi. La tenerezza di Dio si riversa su tutto il mondo, al punto che egli si commuove nell’intimo delle sue viscere di fronte a ogni realtà umana e del creato. Il grembo materno di Dio ci abbraccia teneramente e dona alle nostre esi­stenze una pace ineguagliabile e un’intensità di affetto che fonda un legame unico. Ognuno può dire di sé e di Dio di vivere: “Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre» (Sal 131,2). In Dio troviamo sempre gioia e consolazione, come ricorda il profeta Isaia: «Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò» (Is 66,13). Il profeta Osea esalta la straordinaria e inaudita rivelazione di Dio con il linguaggio materno:Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare” (Os 11,4). Dio si china sul suo popolo, come una madre sul suo bambino, per attirarlo alla sua guancia; lo nutre e gli insegna a camminare e a diventare adulto. Dio è una madre che non abbandona i suoi figli, amorevole, pronta a sorreggere, aiutare, accogliere, perdonare, salvare, con una fedeltà che sorpassa immensamente quella degli uomini. Verso il suo popolo molto spesso infedele, l’atteggiamento del Signore offre un delicato inno al perdono, attira a sé con l’estrema seduzione dell’amore. E’ un Dio che non vuol cedere alla tentazione della vendetta e della punizione.

Madre amorevole e amabile

 

Cari amici,
l’intensa e straordinaria amorevolezza di Dio trova casa a Nazareth, nel cuore di una giovane ragazza, di nome Maria, da Lui preservata dal peccato, “piena di grazia” (Lc 1,28). Nel suo speciale amore, Dio elegge come madre per il suo Figlio e per noi, Maria, riversando in Lei la sua tenerezza in modo del tutto singolare, perché amata immensamente più di ogni altra creatura. Oggi, al popolo di Dio è donata dal suo Figlio come Madre e celeste Patrona. Maria, madre di Cristo, è madre della Chiesa, è madre nostra, madre di ogni discepolo affidato a Lei dal Crocifisso morente. La maternità divina di Maria si prolunga e si estende amorevolmente su tutti i discepoli del suo Figlio. Sotto la protezione di Maria sentiamo la serena certezza di essere da Lei accolti, custoditi e sostenuti.

Accogliere
Lo sanno i pellegrini che qui giungono con trepidazione ed emozione nel sentirsi da Lei attesi e qui accolti: la Basilica-Santuario è la tenda dell’accoglienza, è la casa di Maria nella quale nessuno è ospite, o forestiero, o estraneo, nessuno fuori posto. Qui ognuno si sente a casa; qui respiriamo il profumo domestico degli affetti familiari. Maria accoglie nel suo cuore materno. Ognuno è per Lei “il discepolo che Gesù amava”. Introduce anche noi nei suoi affetti più intimi e più teneri. Maria accoglie in modo incondizionato, non fa preferenze di persone, non giudica e non condanna, ama e basta. Nessuno è talmente peccatore, da non essere da Lei ansiosamente cercato e atteso. Lei ha donato a Gesù un cuore umano, mentre Lui ha arricchito il cuore della madre di un amore divino. Maria dicendo il suo Eccomi a Dio, assicura il suo Sì di madre a noi, da Lei abbracciati e accarezzati, accolti sulle sue ginocchia di madre.

 

Custodire
Maria è custode e difesa della nostra fede. E’ la “stella del monte Meta” che veglia e orienta il nostro cammino illuminato dal Vangelo del suo Figlio. Maria veglia, custodisce e nutre la nostra vita spirituale, incoraggia e favorisce la nostra adesione a Cristo, sussurrando al nostro cuore spesso deluso e scoraggiato: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (cfr.Gv 2,5). Maria è custode anche del nostro Eccomi alla chiamata del Signore, ad ogni sua chiamata: “Madre che sostiene la fede dei figli: la santa Vergine Maria, che regna gloriosa nei cieli, in modo misterioso opera sulla terra, mostrando ai suoi figli la via della verità. La gloriosa Madre di Dio, che annienta le dottrine eretiche, schiaccia la potenza dell’errore e smaschera l’insidia degli idoli”[3]. Tutti siamo messi a dura prova dal discredito della vita morale, dalla confusione culturale, dalla mistificazione della fede, dai pregiudizi verso la Chiesa, dagli atti offensivi verso il mistero di Cristo, dall’indifferenza religiosa e dall’insidia del neopaganesimo: “Maria da buona madre ci educa ad essere, come Lei, capaci di fare scelte definitive, in questo momento in cui regna la filosofia del provvisorio. È tanto difficile impegnarsi nella vita definitivamente. E lei ci aiuta a fare scelte definitive con quella libertà piena con cui ha risposto “sì” al piano di Dio sulla sua vita”[4].

Sostenere
Maria è sostegno provvido nelle molteplici fatiche del vivere quotidiano. Dona forza nelle difficili prove e tentazioni, nella drammatica fatica del dolore, della sofferenza e di ogni forma di croce. Maria ci aiuta a ‘stare’ ai piedi del Crocifisso, in attesa del mattino luminoso della Pasqua. Il sostegno di Maria nasce dalla sua compassione: comprende la penuria delle nostre virtù, le carestie di amore, i deserti interiori, paure e difficoltà. Il sostegno di Maria si radica nella sua commozione dinanzi ai nostri lamenti e pianti. Ma di paura si può solo morire. Coraggio! Maria condivide con noi il Cenacolo del Signore risorto: “Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi…erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù” (cfr. At 1,13-15). E’ la forza dello Spirito che riaccende la speranza e dà senso e orientamento alla nostra storia. In questo nostro cenacolo eucaristico Maria è per noi sostegno e carezza, ci assicura con il suo volto materno e apre a noi il suo cuore premuroso e provvido. E’ presenza garante della fede della Chiesa, da oggi e per sempre nostra patrona e protettrice. Amen.

 

                                                                                                          + Gerardo Antonazzo

[1] Cfr CEI, Messe della Beata Vergine Maria n. 3, Prefazio.
[2] X. Pikaza, Dio come padre e come madre, Queriniana.
[3] Cfr CEI, Messe della Beata Vergine Maria n. 35, Introduzione.
[4] FRANCESCO, Discorso, 4 maggio 2013.

 

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