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Isola Liri

L’intervista. Dante Gemmiti da sessant’anni al servizio di Dio

Domani, a San Carlo, la Messa nella ricorrenza dell’anniversario

 

Sulla soglia dei suoi sessant’anni di ministero sacerdotale, don Dante Gemmiti, prete diocesano, parroco di san Carlo in Isola del Liri, docente di Storia Religiosa dell’Oriente Cristiano nell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, si racconta in una nostra intervista. Giovedì prossimo, 29 giugno, alle 11, il reverendo celebrerà nella sua comunità di San Carlo, ad Isola del Liri, con il vescovo Antonazzo la Messa nell’anniversario dell’Ordinazione presbiterale; il giorno dopo seguiranno, nel tardo pomeriggio una conferenza sul profilo relativo al ministero e alla docenza del presbitero, che sarà tracciato dal professore Filippo Carcione, alla quale prenderà parte, in qualità di Vicario di Zona, don Giuseppe Basile, e un momento di festa comunitaria. 

Come pensi che la Chiesa sia cambiata dal 1963 ad oggi? La Chiesa non cambia perché è di Dio, ma cambiano le istituzioni e gli uomini. La Chiesa del Concilio Vaticano II è la più grande rivoluzione teologica e culturale di questo ultimo secolo. È cambiato il modo di essere e di sentirsi Chiesa. Si è passati da una visione profetica – teologica – spirituale ad una forma di Cristianesimo sociologico, che ha pensato e pensa di liberarci prima dalle oppressioni materialistiche che si richiamano ai moderni filosofi: «l’uomo è ciò che mangia», e poi alla visione di redenzione e di salvezza.

Come immagini la Chiesa del futuro? La Chiesa del futuro, quella vera, è il sogno di Dio che accoglie la comunità dei discepoli, diversi tra loro in tutto, se non nell’amore verso il Maestro, chiamati ad annunciare il Vangelo con semplicità e verità. Non la Chiesa dei perfetti ma dei diversi che cercano l’Uno, compagni di viaggio chiamati a rendere presente il Pastore. La Chiesa di oggi deve diventare il sorriso di Dio ai fratelli, dove non esiste io, non esiste tu, ma esiste il noi. 

Cosa diresti a giovani in discernimento indecisi di intraprendere il cammino verso il sacerdozio? Ai giovani di oggi non è facile far capire e amare la Chiesa. Sono troppe le fragilità, le controtestimonianze, le incoerenze. Ma la vera Chiesa voluta da Gesù è quella della bellezza e della felicità. Bisogna far sperimentare la grandezza del sacerdozio. Un affetto, una professione redditizia, una affermazione nella società non potranno mai dare la vera gioia e la felicità che solo il Signore darà a chi dona a Lui la propria vita. Bisogna avere il coraggio di provare e iniziare un cammino di discernimento.

Andrea Pantone