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L’ingresso del Vescovo Antonazzo ad Atina

La Zona Pastorale di Atina accoglie il suo Pastore

Continua il cammino della visita pastorale del nostro Vescovo Gerardo Antonazzo, dal 14 febbraio scorso al 21 marzo prossimo visiterà le parrocchie della zona pastorale di Atina; l’ultima zona delle otto da cui è costituita l’intera Diocesi. Domenica scorsa la solenne Celebrazione Eucaristica di apertura nella Chiesa S. Maria Assunta di Atina. Alle 17.30 i sacerdoti della zona accolgono, puntuale, il Vescovo che nella sua sollecitudine da inizio al rito: “Sta alla porta e bussa” e subito, lo spalancarsi del portone, il bacio del crocifisso, l’aspersione dei fedeli, la preghiera silenziosa davanti al SS.mo Sacramento, la preghiera corale in fines terrae. Un momento solenne, suggestivo, partecipato. Ora che il Signore è entrato, celebriamo con Lui e per Lui il sacrificio della Pasqua del Signore; un momento unico di comunione, un momento straordinario di Chiesa.

Nell’omelia il Vescovo evidenzia “La supplica che il lebbroso rivolge a Gesù si fa oggi invocazione nella nostra assemblea liturgica, perché, provvidenzialmente, è proprio di purificazione che abbiamo bisogno: se vuoi puoi purificarmi. Gesù è preso da compassione e, accogliendo il lebbroso, diventa trasgressivo perché l’amore non può mai conoscere regole di impedimento. Gesù tende la mano e poi dice “sii guarito”. Non respinge il lebbroso, non lo evita, ma lo accoglie con tenerezza inaspettata. Gesù ha voluto guarire il lebbroso, lo ha voluto reintegrare nella comunità, senza autolimitarsi nei pregiudizi, senza paura di essere contagiato. Per Gesù ciò che conta è raggiungere e salvare i lontani. È il compito che affida anche a noi: raggiungere i lontani, reintegrare tutti nella famiglia di Dio, curare le ferite dei malati. Il Vangelo di oggi ci provoca come chiesa diocesana: di quale purificazione abbiamo bisogno noi oggi?  Alle Chiese dell’Asia minore, come raccontato nel Libro dell’Apocalisse, Gesù risorto chiede di rivedere, di ripensare, di rilanciare la vita cristiana, di lasciarsi dire cosa bisogna rinnovare, vivificare, ma anche di rimediare. Cosa dice alla nostra Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo? La nostra vita ecclesiale necessita sempre di purificazione, di guarigione da ogni forma di pregiudizio, di esclusione, di formalismi, di protagonismo, di stereotipi pastorali anacronistici. È necessaria una forma di chiesa sinodale, capace di incontro, confronto, dialogo, di ascolto con tutti, di discernimento comunitario. Facciamo nostro l’invito di Gesù alla Chiesa di Laodicea: sii zelante e convertiti. Ecco sto alla porta e busso!”

Antonella Ferrera, Giacomo Carlini, Maurizio Orlandi, Andrea Orlandi