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L’estremo saluto a Benedetto Del Vecchio

Una figura di studioso e di cristiano coerente e impegnato

Si è conclusa, giovedì 25 aprile, l’esistenza terrena del Prof. Benedetto Del Vecchio, esperto e raffinato giurista, per molti anni Direttore dell’Archivio Notarile di Cassino, docente universitario di Diritto Civile, uomo di cultura che ha sempre amato lo studio e l’approfondimento dei temi a lui cari, ma soprattutto un cristiano, nel senso più pieno della parola. Aveva fatto le sue scelte di vita non solo per tradizione ricevuta (la madre aveva una profonda Fede a cui improntava la sua vita), ma con personale e responsabile coinvolgimento, frutto di attenta riflessione e a queste scelte è rimasto fedele e coerente tutta la vita. Stanno arrivando moltissime testimonianze di coloro che lo hanno frequentato o anche solo conosciuto occasionalmente: è una corale attestazione di onestà, rispetto per tutti, competenza professionale, attenzione al sociale, disponibilità ad aiutare chi aveva bisogno, sempre con educazione e con il sorriso, sempre con apertura verso tutti, servendosi anche del parlare bonario e dell’intonazione campana attraverso cui sapeva subito stabilire relazioni amichevoli. Sempre con discrezione e senza mai un tentennamento. Il mondo culturale di Cassino e dintorni perde un suo grande rappresentante. La Chiesa locale, in particolare la Zona Pastorale di Cassino, perde un suo figlio che si è sempre distinto per impegno cristiano, esponendosi anche in situazioni delicate. “Lo perde”, in verità, è un’espressione che avrebbe riprovato, perché lui è certamente vivo in Dio e continua a vegliare sui suoi cari e sulla sua chiesa alla quale ha dato tanto.

In quella che era la Diocesi di Montecassino era impegnato, oltre che nel Sostentamento del Clero, nell’Azione Cattolica, di cui fu anche Presidente diocesano dal 1990 al 1995: tra le numerose iniziative organizzò anche un incontro interdiocesano con la allora Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, incontro innovativo e forse anche profetico… Fu molto attivo nel collaborare al mensile diocesano “Presenza xna”, con interventi interessanti, frutto di studio e di riflessione nel confronto con la scienza sulle grandi problematiche bioetiche: per difendere la Vita, diritto degli embrioni, e la dignità di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Scriveva anche su argomenti vari riguardanti la vita civile. Nel 1997 accettò di candidarsi a sindaco di Cassino con i cristiano-democratici. Prese le difese della comunità Exodus che doveva insediarsi a Cassino e che i residenti della zona non volevano accettare. Il suo impegno era davvero a 360 gradi. Ma in particolare due interessantissimi studi pubblicò in più puntate su Presenza xna: la rivisitazione in chiave storica e giuridica del Processo a Gesù e una rilettura analitica e attenta del Padre Nostro.

Nel campo pastorale mi piace ricordare gli incontri con i fidanzati che si preparavano a ricevere il Sacramento del Matrimonio che portammo avanti insieme per decenni, dopo il Sinodo diocesano fino a non molti anni fa. Lì davvero non si limitava ad una arida esposizione delle norme di legge in Italia sul Diritto di Famiglia, ma dava una visione antropologica alta, ampia e motivata, facendo cogliere ai giovani le tante consonanze pur esistenti tra la legge dello Stato e il sentire cristiano. E, nel suo stile, lo faceva con simpatia ed empatia, in un discorrere amichevole e gradevole in cui non mancava mai qualche battuta dialettale e da cui traspariva intera la sua convinzione e la sua stessa vita personale e familiare, non solo professionale.

Ecco perché al suo funerale, la chiesa di S. Giovanni Battista, sua parrocchia, era piena e faceva corona alla sua famiglia, la amata moglie Lina, i tre figli, gli adorati nipoti e il fratello, una quantità di persone che lo conoscevano e lo stimavano fortemente. Tre i sacerdoti concelebranti; il Coro di S. Giovanni B. animava egregiamente la liturgia, le parole dell’omelia tenuta da Don Remo Marandola, che ha seguito Benedetto nella sua malattia fino alla fine, avvenuta serenamente e dolcemente, hanno con delicatezza e profondità “ricamato” il suo ritratto, inducendo i presenti a raccogliersi in preghiera improntando la propria vita al “sapere, amore e preghiera” come lui; infine le parole dell’amico Aldo Gervasio, ministro della Comunione, e del nipote hanno commosso ancor più la folla dei presenti, che hanno sentito tutta la bellezza del vivere cristiano. Grazie, Benedetto, il Padre Nostro ti accolga nel suo abbraccio.

Adriana Letta