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La venerata statua dell’Assunta e la sua storia

Intorno alla statua si esprime e si alimenta la devozione mariana dei cassinati

 

In luglio Cassino si trova in un momento particolare, il “mese di Maria”, il mese di preparazione alla festa dell’Assunta in agosto, la festa più sentita dai cassinati. Al centro di tutto è Lei, Maria SS.ma Assunta, per la quale la popolazione ha una tradizione plurisecolare di speciale affetto filiale, di devozione genuina e spontanea, di fiducia a tutta prova. E’ questo che fa di tutta quella innumerevole gente che si raduna per lei il 9 luglio ed il 14 e 15 agosto, non una folla anonima ma “un popolo”, che in questo valore si riconosce.

La “Madonna dell’Assunta” è rappresentata dal suo simulacro venerando e venerato, custodito nella Chiesa Concattedrale. E’ una antica statua lignea che vede Maria seminginocchiata su nuvole, a braccia aperte e trionfante tra angeli e angioletti. La statua ha una lunga storia, di cui non si ha conoscenza completa e precisa, ma è legata ad alcuni eventi portentosi che sono stampati nel cuore della gente. Fu la Vergine Maria Assunta che, quando la peste nel 1837, e il colera nel 1882, imperversavano e mietevano vittime, ascoltò le suppliche dei suoi figli cassinati e fece cessare il flagello. Non ha abbandonato i suoi figli neppure in tempi più recenti, nella tragedia della guerra che nel 1944 distrusse totalmente la città e la soprastante abbazia. Il suo prezioso e sacro simulacro soggiacque alla distruzione della città, rimanendovi sepolto. Ma proprio lì, tra le macerie in cui la città era stata ridotta, accadde un nuovo portento:  la sua statua fu ritrovata, integra, grazie alla fede tenace di Don Francesco Varone e di pochi ardimentosi che con lui cercarono e scavarono, e questo fu immediatamente riconosciuto come un chiaro segno di Protezione, che generò Fiducia e Speranza. Maria Assunta era lì con i suoi figli, soffriva con loro ma li spronava a non cedere alla disperazione, anzi a rialzarsi e a mettersi all’opera, tutti insieme, per ricostruire la città, con le sue case, le sue chiese, le sue attività.

Memorabile il 4 agosto 1945: la Statua dell’Assunta ebbe, sul luogo che era stato Cassino, privo di chiese, di case e di strade, e quindi di punti di riferimento riconoscibili, una processione povera, in mezzo alle macerie e agli acquitrini che causavano malaria, ma solenne, commossa e sentita come non mai. Aveva il sapore di una resurrezione. E’ lì che è iniziata davvero la ricostruzione degli animi, indispensabile per la ricostruzione materiale.

Come può un popolo dimenticare esperienze del genere? In tre episodi storici, l’Assunta ha fatto grazia ai suoi figli di Cassino. Forse dobbiamo aggiungere ancora l’emergenza Covid – 19 di questo 2020, perché forti suppliche le hanno rivolto i cassinati. Essi sempre ripagano la Madre con l’affetto e la fede incondizionata di migliaia e migliaia di persone di tutte le età e condizioni che accorrono da ogni dove, tutte unite da un unico sentimento. E questo è sicuramente un altro silenzioso ma sostanziale miracolo.

La statua ha subito nel tempo vari restauri: nell’800 fu lo scultore Francesco Petronzio, che non solo riparò la statua, ma la abbellì con l’aggiunta degli angeli che le fanno corona (angeli che anni dopo furono trafugati e poi sostituiti con copie). Un altro necessario restauro, dopo la guerra, fu eseguito da Antonio Lebro, da San Gregorio Armeno in Napoli, e più avanti altri interventi furono fatti nei laboratori di Arte Sacra in Roma.

La collocazione della statua prima della guerra era nella chiesa della SS. Annunziata, distrutta e non più ricostruita, tanto che dopo la guerra fu collocata nel 1947 nella chiesa di S. Antonio, la prima  in Cassino riaperta al culto e vi rimase fino al 1964, quando fu trasferita nella nuova chiesa di S. Giovanni Battista. Solo nel 1977, completata la costruzione della nuova Chiesa Madre, la statua dell’Assunta ha trovato la sua sede definitiva in una sua cappella.

Tradizione vuole che il 9 luglio, nella Messa alle 5.00 del mattino e nella Processione che segue, che ha carattere di ringraziamento e penitenziale, come pure nei giorni successivi della Peregrinatio nelle parrocchie, l’immagine della Madonna Assunta sia senza ori, senza corona e senza ghirlande, semplice come una donna del popolo, Madre che ama ogni figlio con un riguardo speciale. E i figli lo sentono, lo sanno. Invece la mattina del 14 agosto, vigilia della festa, quando avviene l’Incoronazione solenne dell’Assunta, la statua viene adornata di tutti i preziosi che negli anni i fedeli le hanno donato come ex voto, come mostrano le ultime due foto; le prime tre foto, invece, sono più antiche, c’è un santino del 1940, la processione del 1950 e un’uscita della statua dalla chiesa di S. Antonio.

Adriana Letta