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Verso il secondo anno sinodale: ieri a San Carlo l’Assemblea diocesana

I vescovi relatori Erio Castellucci e Gerardo Antonazzo: “Occorre accettare di farsi toccare il cuore da quanti restano ai margini ma guardano con speranza al Vangelo e di farsi ferire dalle loro attese tradite”

 

La chiesa San Carlo, ad Isola del Liri, è stata, ieri, 26 settembre 2022, teatro dell’Assemblea sinodale diocesana. A distanza di un anno ci si è ritrovati nello stesso luogo, forse, con una consapevolezza diversa da quella di un anno fa. A fare la differenza i passi mossi nel primo tratto del cammino compiuto attraverso le esperienze effettive di esercizio della sinodalità nel processo di consultazione del Popolo di Dio. Ora che inizia un’altra fase del biennio dedicato all’ascolto, e i perimetri parrocchiali e locali dovranno essere trascesi perché siano raggiunti quanti ne sono lontani, preziosa potrebbe essere tale esperienza pregressa. Una precisazione però si impone come necessaria: non è ancora il tempo delle letture sistematiche e delle risposte pastorali, di decisioni chiare e di obiettivi definiti; è piuttosto il tempo dell’ascolto dei tanti e diversi “mondi” in cui i cristiani vivono e lavorano, di tutti coloro con cui “camminano insieme” nella società. L’apertura a questi “mondi”, che guardano con curiosità, attenzione e speranza al Vangelo, l’ascolto delle loro narrazioni è una grande opportunità che la Chiesa del terzo millennio ha per annunciare il Signore Gesù toccando il cuore di chi è rimasto ai margini, comprendendone e condividendone le urgenze, le sofferenze e le attese. Di questo ha sostanzialmente parlato il vescovo Erio Castellucci, invitato dal vescovo Gerardo Antonazzo ad intervenire nell’assise diocesana, in qualità di referente della Cei per il Cammino sinodale delle Chiese in Italia e, dal 22 settembre scorso, di presidente Comitato nazionale del Cammino sinodale. L’intervento del relatore è stato introdotto, sulla scorta del metodo della conversazione spirituale suggerito per il processo sinodale, dalla proclamazione del vangelo lucano incentrato sull’incontro di Gesù con Marta e Maria, nella casa di Betania (cfr. Lc 10,38-42), scelto per il secondo anno dell’ascolto come icona di cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione. Poi, le invocazioni dei fedeli che hanno pregato il Signore di non essere dispersi lungo questo processo in mille rivoli, in scontati luoghi comuni, ma di progredire nell’autentico ascolto del fratello e discernimento della verità e del bene che egli porta. Il vescovo Antonazzo ha quindi prolungato la lettura spirituale echeggiata attraverso il vangelo e la voce dei fedeli con una breve ma pregnante lettura della pericope della Liturgia della Parola odierna (cfr. Lc. 9, 46-50): il passaggio, emozionante e particolarmente attuale nel contesto del cammino di ascolto che continua, sulla protesta del discepolo Giovanni («“Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi”») e sulla replica di Gesù («“Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi”»). Ha affermato Antonazzo: «Non tutto ciò che è nel mondo è contro di voi, ma spesso è per voi»: “per voi”, perché nel cammino sinodale, che è un cammino di conversione per un cambio di passo sul fronte del rapporto con il mondo, di relazioni, di mentalità e di stile, sono disseminati germi di bene.

Prima di passare la parola al vescovo Erio Castellucci, don Domenico Simeone, referente generale del sinodo in Diocesi, ha riepilogato il cammino dell’anno scorso nelle sue tappe salienti, rimarcandone la felice coincidenza con la fine della prima visita pastorale del vescovo nella nuova diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Il Presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale ha insistito sul fatto nuovo della “sinodalità”, strumento attuativo della trasformazione della (visione di) Chiesa, da piramidale a collegiale, che ha portato all’imponente coinvolgimento di 20 milioni di cristiani di tutte le Chiese locali del mondo. Questo stile si applica attraverso “i cantieri” della strada e del villaggio, dell’ospitalità e della casa, delle diaconie e della formazione spirituale, laboratori che si avvarranno di molteplici proposte (liturgie, arti, lavori…) per favorire la comunicazione con chi si sente ai margini e difficilmente entra negli spazi ecclesiali.

Andrea Pantone

Foto Rosalba Rosati