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Cassino

Il Meeting diocesano dei giovani

400 adolescenti fra i 12 e i 18 anni , sabato 28 maggio, hanno preso parte al raduno, congiuntamente preparato dagli Uffici di pastorale vocazionale e da quello per la catechesi e l’evangelizzazione

 

Oceanica la risposta dei giovani al meeting diocesano loro dedicato lo scorso 28 maggio presso i locali dell’Oratorio “Don Bosco” della chiesa di San Pietro in Cassino. L’evento, cui hanno aderito quasi 400 ragazzi e ragazze fra 12 e i 18 anni, è stato organizzato congiuntamente dall’Ufficio di pastorale vocazionale e da quello per l’evangelizzazione e la catechesi, diretti da don William Di Cicco e don Giuseppe Basile. Presente anche un folto gruppo di giovani dell’Agesci di Frosinone, guidati dal loro responsabile provinciale, don Florin D’Amata, il quale ha dato un contributo determinante all’organizzazione e alla partecipazione dei ragazzi al raduno. “Fare storia” lo slogan dell’iniziativa che, aprendo ai ragazzi le porte del complesso oratoriale cassinese, ha voluto offrire loro la possibilità di schiudere i battenti delle relazioni a partire dalla propria vita, dalla propria storia. Dopo le iniziali attività di intrattenimento e animazione, il programma ha previsto la testimonianza dell’influencer Arturo Mariani, il quale ha parlato ai ragazzi della sua disabilità congenita, di come abbia imparato a viverla con coraggio e libertà, vincendo le paure proprie e i pregiudizi altrui, per realizzare il sogno di essere calciatore. Oggi Artuto fa parte della Nazionale Italiana Calcio amputati e racconta la sua storia di determinazione e impegno, perché anche altri possano dal suo esempio prendere in mano la propria vita, vivendo e integrando il limite, compreso quello del corpo.

A concludere la giornata la preghiera in chiesa e la proclamazione di un brano del vangelo giovanneo.

Mettendo al centro il grande bisogno dei ragazzi di sentirsi e di essere cercati e incontrati, il meeting ha mostrato un nuovo inizio per la pastorale. Un occhio avvezzo ai canoni di comportamento delle assemblee liturgiche non ha tardato a ravvisare nei giovani radunati a San Pietro poca familiarità con gli atteggiamenti tipici della preghiera: uno stile “sregolato”, forse propriamente adolescenziale, che fa loro rifiutare etichette ma, allo stesso tempo, li induce a lasciarsi coinvolgere con fiducia nelle iniziative educative proposte. Questa scena inedita, dopo la pandemia, ha rivelato un punto di partenza propizio della pastorale, che dall’inaspettata risposta giovanile trarrà energie da investire per i ragazzi e il loro futuro (anche) nella Chiesa.

Andrea Pantone