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Ho creduto all’Amore

Cassino, Veglia di preghiera per le vocazioni nel 20° anniversario di Sacerdozio di Don Nello Crescenzi

 

Una Veglia di preghiera tutti insieme, la Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino, la gemella di S. Giovanni B. in S. Angelo in Theodice, e poi sacerdoti di altre parrocchie, seminaristi, catechisti e insegnanti di religione, mondo della scuola, di Cassino, di fuori, giovani e adulti, tutti coloro che in qualche modo hanno conosciuto e interagito con lui, il festeggiato, Don Nello Crescenzi: tutti insieme per pregare per lui, per i Sacerdoti e per tutte le vocazioni con cui Dio chiama. Questo è stato il modo di festeggiare il 20° anniversario della sua Ordinazione sacerdotale, avvenuta a Montecassino il 13 settembre 2003. Non si è più fatta la festa che si immaginava di organizzare, perché il dolore per la scomparsa improvvisa per incidente del giovanissimo Giulio, musicista della Banda Musicale Don Bosco, ha sconvolto tutta la comunità parrocchiale, che è in lutto. Non la festa, dunque, ma unirsi nella preghiera come comunità, come un cuor solo e un’anima sola. Questo è gradito a Dio e a tutti. Così, alle 20,30, la chiesa si è riempita e sul tema “Ho creduto all’Amore” la comunità si è fermata a riflettere sul fatto che la Vocazione di Dio è per tutti. Un libretto-guida, accuratamente preparato da Don Cristian & C., ha scandito la serata in tre momenti, ognuno con una introduzione, un canto, un brano evangelico ed una testimonianza. Capire che Dio chiama dimostra che “nulla è frutto di un caos senza senso” e che non è una sua “ingerenza” nella nostra libertà, né una gabbia né un peso caricato addosso. È invece “l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuol renderci partecipi”. La prima testimonianza è stata porta da una coppia, Luca e Sonia, che hanno raccontato, con semplicità e schiettezza, la loro chiamata vocazionale alla famiglia, a cui hanno risposto di Sì.

Il secondo momento, “Una stanza interiore”, mirava a far notare come oggi “il turbine di questo mondo trascina in una corsa senza senso, senza orientamento, senza obiettivi chiari” e la chiamata di Gesù, per quanto attraente, non viene percepita. Occorre un silenzio interiore, uno spazio di calma e di silenzio per riflettere e guardare meglio il mondo e allora, insieme a Gesù, si potrà riconoscere la propria personale vocazione su questa terra. Qui la testimonianza di una suora, Suor Silvana, monaca benedettina, ha spiegato il suo percorso di ricerca: allontanatasi dopo la Cresima, era confusa, voleva capire certe cose della sua vita che la facevano soffrire, aveva cercato la consolazione del mondo, non voleva più vivere. Fu allora, ha detto, che il Signore si è chinato su di me, ho incontrato persone che mi hanno testimoniato con la loro vita che il Signore mi amava come ero, senza condizioni. Riavvicinata alla Parola, all’Eucarestia e alla Riconciliazione, fu “spiazzata” dalla domanda di un confessore: “Hai mai pensato di consacrarti al Signore?”. Ancora oggi, ha concluso, dopo 30 anni di vita monastica, sono innamorata di questo Amore. È possibile questo Amore.

Il terzo momento, “La con-vocazione”, ha messo in luce come la chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. Il testimone stavolta è stato il Vescovo Daniele, oggi a capo di una diocesi nel nord di Roma, che in seminario ha condiviso con Don Nello il cammino formativo. Non era previsto che diventasse vescovo, ma dopo il sacerdozio è arrivato anche il dono dell’episcopato, ha affermato con semplicità e umiltà. Tutte le vocazioni della Bibbia sono state offerte a persone che non le meritavano, non ne avevano i requisiti. Il bene più grande che posso dare con la mia vita, ha affermato, non viene da me, passa da me ma viene da Lui. Io ricevo molto stimolo dalle altre vocazioni. La qualità della vita che possiamo donare dipende, ha continuato, dalla qualità della vita comunitaria che viviamo. Tutto ciò che siamo è grazia sua. Infine ha notato come è speciale che Don Nello sia stato ordinato Sacerdote proprio nel giorno della Esaltazione della Santa Croce, che sgretola quello che abbiamo e ci fa vivere da cristiani.

A questo punto Don Cristian ha esposto il Santissimo sull’altare e dopo un breve momento di Adorazione e preghiera personale, la recita del Padre Nostro e la Benedizione Eucaristica hanno concluso un momento straordinariamente bello di “comunità in comunione”, di preghiera, di meditazione, perché, come diceva il canto finale, “Tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori e Io sarò con te dovunque andrai”.

Al termine, è stato il momento dei saluti, auguri, abbracci… perché Don Nello è davvero un punto di riferimento per tanti, per tutti, e merita davvero la valanga di affetto e di stima che gli è stata dimostrata.

Adriana Letta