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Festa di Sant’Onorio Martire a Casalvieri

Il paese riscopre il senso evangelico della festa patronale

La pandemia che stiamo vivendo ha stravolto la vita, le abitudini, le tradizioni ma non ha mai fatto venire meno la fede e la devozione dei casalvierani verso l’amato Patrono Sant’Onorio Martire, come ha dimostrato la presenza numerosa e sempre ordinata alle celebrazioni religiose iniziate giovedì 21 maggio e terminate domenica 31.

Il comitato festeggiamenti era a lavoro già da dicembre per riportare alla luce tradizioni perdute ed introdurre novità basate su un punto ben preciso: accrescere la devozione verso il giovane soldato romano ucciso per non aver rinnegato la sua fede. Il lockdown ha segnato solo in parte una battuta d’arresto per alcuni progetti ma non ha fatto perdere d’animo il comitato che, guidato dal presidente Gennaro Sacchettino, si è costantemente mantenuto in contatto con i mezzi di comunicazione odierni. Quando le restrizioni si sono allentate ed è stato consentito il ritorno in chiesa dei fedeli, il comitato festa si è subito rimesso in moto per curare, insieme al parroco, mons. Alessandro Recchia, le celebrazioni religiose.

Una bella tradizione vuole che, dieci giorni prima della festa, le varie contrade della parrocchia dei Ss. Giovanni Battista ed Evangelista di Casalvieri e poi anche quelle delle parrocchie di Maria SS.ma delle Grazie – Purgatorio e San Pietro e Maria SS.ma delle Rose – Roselli, nel giorno prestabilito, svolgano un pellegrinaggio a piedi per raggiungere la Chiesa Madre dove poi viene celebrata la Santa Messa. Quest’anno non è stato possibile svolgere i pellegrinaggi ma ci sono stati comunque segni importanti che hanno fatto entrare il paese in un clima di” festa”: dalla facciata della Chiesa Madre che dà a valle è apparsa un’effige di Sant’Onorio di grandi dimensioni, che riproduce un disegno di Erica Cicchini, vincitrice di un concorso indetto dal comitato nel mese di febbraio, e poi un’ape car con le immagini del Santo portava nelle contrade il suono dell’inno di Sant’Onorio. Piccoli segni di attenzione che tanto bene hanno fatto al cuore dei casalvierani. Ogni sera poi, la Santa Messa dedicata alle varie contrade si è svolta in maniera ordinata e nel rispetto delle norme vigenti ma sempre profondamente serena e in un clima di affetto. Un’altra tradizione che non si è potuta onorare era la presenza alla celebrazione del sabato mattina, dedicata agli emigrati, di bambine vestite con abiti tipici delle nazioni dove i casalvierani sono emigrati nel corso degli anni. Le nazioni sono state quindi rappresentate quest’anno da bandierine inserite nell’addobbo floreale, un piccolo simbolo che sicuramente ha fatto sentire la presenza di quei casalvierani nel mondo che tanto tengono al loro paese di origine e a Sant’Onorio. Il momento però sicuramente più sentito dei festeggiamenti riguarda la solenne apertura della Sacra Urna. Purtroppo, quest’anno per motivi di sicurezza, considerando che, in base alla presenza dei fedeli degli anni passati ed al numero massimo consentito dalle attuali disposizioni, non sarebbe stata data la possibilità a tutti di essere presenti, la celebrazione si è svolta a porte chiuse con la sola presenza del Sindaco, del comandante di stazione dei Carabinieri e del comandante della Polizia locale, in rappresentanza di tutta la comunità, e poi del coro per animare i vespri, i cui membri hanno rispettato sempre la distanza di sicurezza e mantenuto la mascherina, degli operatori per le dirette streaming, del comitato che ha poi garantito per tutta la serata a seguire il servizio di sicurezza per permettere a coloro che volevano di rendere omaggio alla Sacra Urna.

Ricco il programma delle S. Messe di domenica 31 Maggio, giorno in cui la Chiesa celebra la Pentecoste e Casalvieri festeggia il suo Santo Patrono, per permettere a tutti i fedeli di poter partecipare distribuendosi nei vari orari. La celebrazione delle nove e trenta ha visto la presenza dei portatori della statua del Santo, quest’anno come gruppo costituito avente un proprio statuto e un proprio segno distintivo al braccio. A seguire poi la S. Messa delle undici presieduta da S. E. Mons. Gerardo Antonazzo, che al suo arrivo ha trovato anche l’ape car con le immagini di Sant’Onorio. La celebrazione, animata dal coro parrocchiale seppur sparso ai vari banchi, è stata concelebrata da don Alessandro e don Loreto Castaldi, parroco di Purgatorio e San Pietro e Roselli.

Nella sua omelia, il Vescovo Antonazzo ha sottolineato come, nonostante la particolarità del momento che stiamo vivendo, dobbiamo essere grati al Signore perché non era scontata la possibilità di svolgere la celebrazione e che anche quelle situazioni di privazioni e di restrizioni che sembrano togliere tutto, in realtà danno la possibilità di riscoprire una prospettiva molto più spirituale della festa cristiana che spesso, per via di tutte quelle attività esteriori che vi ruotano intorno, mortifica il suo spirito evangelico dimenticando che a qualificare la festa cristiana è l’attenzione ai poveri, la carità ai bisognosi. Ha poi evidenziato come sia particolarmente arricchente il fatto che la festa patronale cada proprio nella ricorrenza della Pentecoste perché permette di cogliere il significato del martirio nella vita cristiana. La predicazione del Vangelo passa attraverso il martirio che vuol dire testimonianza e per la quale è necessario il coraggio ed è proprio lo Spirito Santo che infonde questo coraggio del martirio, “la congiunzione della vita cristiana e del martirio è un incontro necessario nella vita cristiana, non è una cosa in aggiunta. Il Vangelo richiede coraggio sia per viverlo che per testimoniarlo ed è lo Spirito Santo che ci aiuta a dare alla nostra vita quel coraggio e quella audacia per poter fronteggiare la buona battaglia del Vangelo”.

Prima della fine della Santa Messa, mons. Recchia ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza tanto significativa e importante, il sindaco e tutta l’amministrazione, le forze dell’ordine e la polizia municipale, tutto il comitato di cui ha sottolineato la creatività, il coro, le care suore Pallottine, i portatori della statua del Santo, i collaboratori tutti della parrocchia e della Caritas, coloro che si sono dedicati alle riprese per permettere le dirette streaming e soprattutto ha ringraziato tutti i fedeli per la vicinanza, l’affetto e il rispetto delle regole. Ha preso poi la parola il sindaco di Casalvieri, Ing. Franco Moscone, che, associandosi ai ringraziamenti fatti da don Alessandro, ha evidenziato come in questi difficili mesi la comunità casalvierana sia stata davvero encomiabile per i comportamenti avuti improntati al rispetto delle regole e a comportamenti prudenti. È stato poi il turno del presidente del comitato festa, Gennaro Sacchettino che, visibilmente emozionato, ha esplicato quelli che sono i progetti del comitato, alcuni realizzati, altri da rinviare a tempi migliori, aventi tutti come obiettivo la riscoperta della sincera devozione al Santo Patrono. Terminata la celebrazione liturgica, egli ha avuto modo di presentare a sua Eccellenza tutti i collaboratori esterni al comitato che a vario titolo stanno offrendo la loro assistenza nella realizzazione di questi progetti innovativi.

Una festa sicuramente diversa dalle solite per Casalvieri ma, come costantemente ribadito da don Alessandro, “l’essenziale non è mancato”. La situazione generale ha fatto sì che venisse fuori il senso più profondo della festa al cui centro è sempre stata presente la preghiera e l’affidamento a Sant’Onorio. Evviva Sant’Onorio!

Martina Torti