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Chiesa diocesana in preghiera per la veglia di Pentecoste

Ieri sera, 25 maggio, a Roccasecca Scalo, l’importante appuntamento annuale presieduto dal vescovo Antonazzo. Centinaia i fedeli che hanno preso parte alla liturgia

 

Un’atmosfera intima ed accogliente, per così dire, “cenacolare”, ha caratterizzato la veglia diocesana di Pentecoste, che ha riunito le comunità parrocchiali, nella serata di giovedì scorso, 25 maggio, a Roccasecca, presso la parrocchia Santa Maria Assunta. Alcune centinaia di fedeli si sono stretti attorno al loro pastore diocesano, il vescovo Gerardo Antonazzo che, attorniato da una decina di sacerdoti provenienti dalle varie Zone pastorali, ha presieduto l’importante appuntamento annuale di preghiera, coordinato ed animato dalle Aggregazioni laicali riconosciute dalla Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Presente alla liturgia un cospicuo numero giovani – non solo cresimandi e cresimati di quest’anno – condotti, nella preghiera, attraverso momenti di straordinaria intensità spirituale, a sempre nuovi spunti di riflessione suggestivi. Unita in preghiera, a quasi cinquanta giorni dalla Solennità della Pasqua, la Chiesa diocesana ha implorato una nuova e perenne effusione dello Spirito, luce e forza per i fedeli battezzati perché siano nel mondo testimoni e profeti.

Causa avverse previsioni metereologiche, la preghiera si è svolta all’interno dell’edificio sacro, anziché, come inizialmente previsto, sul piazzale antistante la chiesa, e la liturgia ha subito degli accorgimenti strutturali rispetto allo schema originale.

Nessun braciere ardente per il lucernaio, ma il cero pasquale, simbolo del Cristo risorto, luce del mondo, vincitore dalla morte e datore dello Spirito, è stato posto fin dall’inizio acceso presso l’ambone. Dalla sua fiamma sette rappresentanti del mondo laico (tra i quali, un carabiniere, un operatore della Misericordia, uno membro Scout ed altre figure sociali di riferimento) hanno attinto la luce per altrettante candele, mentre una preghiera d’invocazione allo Spirito correlata a ciascuna di esse veniva elevata da un lettore, che precedeva le acclamazioni dell’assemblea. Dinanzi alla luce delle sette candele, i fedeli hanno chiesto a Dio di rafforzare in loro gli effetti prodotti dalle sette tappe che scandiscono l’itinerario sacramentale della Chiesa: memori del Battesimo, essi hanno così pregato di vedere restaurata dentro di sé l’immagine di Cristo, uomo nuovo; grati della Confermazione e dell’Eucaristia hanno invocato Dio per il dono dell’amore e dell’unità; interpellati dalle esigenze della Penitenza, i fedeli hanno ammesso il loro costante bisogno di conversione; con gli occhi puntati sull’olio degli infermi, essi hanno chiesto da Dio il dono della fede e della speranza nella resurrezione futura; considerando gli impegni della missione e della comunione inaugurati dai due sacramenti del Sacerdozio e Matrimonio, sacerdoti e fedeli hanno pregato per essere “veri adoratori del Padre” e continuamente santificati. L’ultima invocazione ha dischiuso la liturgia della Parola, avviata dalla pagina degli Atti degli Apostoli e culminata nel brano del Vangelo secondo Giovanni.

La meditazione del vescovo Antonazzo è stata per buona parte incentrata sulla richiesta rivolta da Gesù al Padre (nel corso di quella che il Quarto Vangelo consegna come la sua “preghiera sacerdotale”) che i suoi siano “perfetti nell’unità”, perfettamente uniti tra loro nel dinamismo del dono circolare dell’amore, che dal Padre si rivela nel Figlio, attraverso di lui ai discepoli – ieri come oggi – e li unisce tutti al Padre. La perfezione nell’unità – ha messo subito in chiaro il Presule – «non è un traguardo raggiunto, ma un obiettivo verso cui sempre tendere», tuttavia, ciononostante, costituisce una «sfida avvincente per ogni discepolo. È la perfezione nell’unità, per vivere con un cuor solo e un’anima sola, infatti, a migliorarci: l’unità migliora, la divisione disumanizza». In questo circuito di unità che lega la Trinità, la Chiesa e l’umanità, lo Spirito Santo irrompe come amore e crea cuori nuovi, trasforma sensibilità, cambia mentalità e informa relazioni. Restando nel tema di camminare insieme nell’unità, Antonazzo ha infine riferito le linee guida sul Cammino sinodale consegnate da papa Francesco alla fine della 77ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, appena conclusa a Roma.

Andrea Pantone

Foto di Andrea Pantone e Rosalba Rosati