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Caritas. Il terzo appuntamento del Convegno itinerante

Coinvolte le zone pastorali di Pontecorvo ed Aquino

Dopo il convegno tenuto nella Zona pastorale a nord della Diocesi e successivamente nella Zona di Cassino e Cervaro, giovedì 15 febbraio 2024 si è tenuto al Centro Pastorale S. Cuore di Pontecorvo il terzo convegno organizzato dalla Caritas Diocesana per le Zone pastorali di Pontecorvo e Aquino.

L’invito a partecipare al Convegno era rivolto agli operatori Caritas, agli Assistenti sociali, ai volontari delle Associazioni, agli insegnanti di religione delle Zone pastorali di Pontecorvo e Aquino. Luigi Mancini, direttore della Caritas Zonale di Pontecorvo, dopo i saluti e il benvenuto a quanti hanno aderito, ha dato la parola al dott. Luigi Pietroluongo, moderatore dell’incontro, il quale ha invitato il dott. Simone Costanzo, presidente del Consorzio dei Comuni del Cassinate, a prendere la parola. Il dott. Costanzo ha ringraziato gli organizzatori e lodato l’iniziativa che coinvolge tanti operatori del sociale. Ha detto che fare rete è bello e necessario perché le criticità sono tante.

In seguito è stato presentato il primo relatore, il dott. Alessandro Ricci, il quale ha parlato della sua personale esperienza come medico del SERT, con i carcerati, con l’associazione Famiglia di Nazareth, dei vari convegni svolti e dei protocolli firmati con vari Enti. Si è chiesto se tutto il lavoro fatto sia servito a migliorare la società, se ci sono stati dei cambiamenti. La risposta purtroppo è stata no. Allora si è chiesto perché siamo qui oggi! Innanzi tutto perché abbiamo risposto a una chiamata, in secondo luogo perché siamo tutti dei barellieri, persone che si fanno carico dei problemi e delle necessità dell’altro. Già nel titolo dell’incontro “Verso orizzonti pieni di speranza… Alzati e cammina” viene citato l’incontro dell’Apostolo Pietro con uno storpio che chiedeva l’elemosina all’ingresso del Tempio. Pietro gli chiese di guardarlo e nel nome di Gesù lo guarì. Pietro con questo gesto aveva creato una relazione con lo storpio. Questa relazione è il modo di manifestarsi di Dio. Alzati e cammina è rivolto a tutti noi, è la vocazione della Chiesa per evangelizzare. Il dott. Ricci ha concluso dicendo che quello che rimane delle nostre attività passate sono le persone con le quali abbiamo condiviso l’impegno, la speranza e la fede, nei protocolli firmati e nei progetti attuati che trasformano l’inchiostro in fatti. Rimane la compagnia delle persone incontrate e le relazioni profonde basate sulla gratuità, sulla reciprocità, la vicinanza che è lo stile di Dio. Quello che conta è la nostra vocazione di sapere rispondere al prossimo come insegna il Sinodo: o si cammina insieme oppure non si va da nessuna parte.

Il Sindaco dott. Anselmo Rotondo ha ricordato la sua esperienza nella pastorale familiare e le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Primo fra tutti gli insegnamenti dei genitori e dell’allora parroco di Pico don Giandomenico Valente al quale è legato da una profonda amicizia. Ha parlato di speranza e perdono che servono a una comunità che cammina insieme. Quindi ha concluso che bisogna migliorare la comunicazione tra gli enti che si dedicano al sociale e questa prima iniziativa deve essere ampliata e avere un seguito.

Don Antonio Lecce ha trattato la parte sapienziale del tema proposto. Ha osservato che la sapienza è l’arte di saper vivere valorizzando i beni che Dio ha dato all’uomo: la salute, il tempo, l’amicizia, le cose materiali. Alzati e cammina racchiude non solo quello che aveva fatto Gesù ma quello che aveva incominciato a fare la Chiesa e continuato a fare nel corso dei secoli. Ha ricordato come nel dopoguerra fu istituita la POA che assisteva la gente che moriva di fame. Con Paolo VI c’è stato il salto di qualità e si è passato dall’assistenzialismo alla promozione della persona. Ha concluso che occorre allargare gli orizzonti, questa linea immaginaria che cambia se ci muoviamo, e cercare la collaborazione del territorio.

L’avvocato Angela Caprio ha parlato della normativa che regola il terzo settore e in generale di tutte le associazioni di persone. In modo particolare ha sottolineato come anche la Caritas è paragonata alla Pubblica Amministrazione e parallelamente va incontro a delle responsabilità penali. Occorre perciò dotarsi di un modello organizzativo che contempli le attività che si svolgono, la mansione e la formazione dei volontari.

Successivamente ha preso la parola Maria Rosaria Lauro, Direttore aggiunto, che ha arricchito l’incontro raccontando della sua esperienza in Caritas e di come è stata accolta nella Diocesi.

Don Akuino, Direttore Diocesano della Caritas, menzionando la festa di San Valentino appena trascorsa, ha voluto riflettere sulle fragilità che noi incontriamo nell’amore. “Ognuno di noi ha la propria vocazione e per ciascuno di noi è la più bella. Io non posso paragonarmi ad altri, abbiamo tutti delle risorse, punti di vista diversi. Dobbiamo imparare ad apprezzare l’altro nella sua dignità, identità con collaborazione e partecipazione. Questo insegnamento per noi sarebbe un po’ come entrare in una scuola dove imparare a guardare l’altro nel volto. Ogni volto può sembrare un libro difficile da leggere ma noi dovremmo impegnarci a sfogliarne ogni pagina andando incontro alle necessità della persona”.

Luigi Mancini

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