S. Antonio, l’uomo delle Beatitudini

Cassino, si sono conclusi mirabilmente i festeggiamenti in onore di S. Antonio da Padova

La tradizionale festa di S. Antonio da Padova, lungamente preparata, si è svolta alfine nel migliore dei modi ieri a Cassino, coinvolgendo non solo la comunità parrocchiale ma tutta la città. Infatti la partecipazione è stata davvero massiccia, quasi incredibile, tanto forte è l’attrazione che questo Santo esercita su tutti. Ha ragione il Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, intervenuto a presiedere la Celebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale e la Processione per le vie del centro città, quando nell’omelia ha detto che questa festa patronale in onore di S. Antonio da Padova non è semplicemente una ripetizione di tradizioni, riti e pratiche, ma provoca una vera e propria conversione, di anno in anno, di festa in festa. Una conversione personale e comunitaria, perché c’è una comunità che cresce.

E infatti questo era ben visibile dall’impegno e dalla collaborazione sempre disponibile che non solo i membri del Comitato festa, ma anche tutti i parrocchiani hanno dato in ogni momento. Lo ha notato e sottolineato il Predicatore del Triduo, Fr. Luca Di Panfilo, e ieri Don Beniamino, della amica Parrocchia di S. Salvo, di cui era venuta una rappresentanza. Una Messa solenne, accompagnata dal Coro parrocchiale diretto dal M° Matteo Ciriminna, con la presenza delle Autorità cittadine, il Sindaco D’Alessandro con vari consiglieri e assessori, e di moltissimi fedeli, che riempivano la chiesa completamente. Prima dell’inizio, la Banda musicale Città di S. Giorgio, che ha svolto il servizio per tutta la giornata, è entrata a fare un breve omaggio musicale al Santo, poi ha preso il via la Celebrazione con un ingresso solenne.

Una liturgia come sempre curata fin nei dettagli si è snodata con solennità e familiarità al tempo stesso. La riflessione sulla figura del Santo Patrono è venuta naturale dopo la lettura della pagina evangelica di Matteo sulle Beatitudini e Mons. Antonazzo ha ricordato come Papa Francesco parla della santità nella vita ordinaria, la santità della porta accanto, spiegando che quando Gesù dice: “Beati…”, significa “Felici”, cioè santi, perché “essere santi è autenticato da uno stato di felicità piena, granitica, incorruttibile”. La pagina delle Beatitudini, ha continuato, scrive una storia di santità per ciascuno, che richiede di andare controcorrente. Le beatitudini del mondo infatti sono in antitesi con quelle evangeliche. Ebbene, nella figura di S. Antonio riconosciamo “l’uomo delle Beatitudini”, perché le Beatitudini di cui parla Gesù sono il cammino di santità che qualifica la vita di S. Antonio. In pochi decenni di vita, 36 anni appena, si è dedicato interamente al Signore e ai fratelli con un amore puro, totale e definitivo. L’entusiasmo del popolo di Dio che portò papa Gregorio IX a canonizzarlo Santo a meno di un anno dalla morte, è lo stesso del popolo di oggi, che è ancora attratto, dopo quasi mille anni, da questo Santo giovane, o giovane Santo. E ha concluso: lasciamoci provocare e convertire dalla santità di Antonio per conformarci a Dio e crescere sempre di più verso Cristo.

Dopo la Messa, ha preso il via la Processione con la Reliquia del Santo e la sua statua, molto cara al popolo, statua che lo scorso anno, in occasione del 70° della ricostruzione postbellica della chiesa di S. Antonio, fu portata da Papa Francesco e da lui benedetta. Apriva la processione la Croce, il gruppo di S. Salvo, poi la Reliquia, i gruppi parrocchiali, Azione Cattolica e bambini che hanno fatto da poco  la Prima Comunione, la Banda, un delizioso gruppetto di bambini vestiti da S. Antonio, il Vescovo con i celebranti, la statua di S. Antonio scortata dai Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro, le Autorità e una folla di fedeli. Don Benedetto Minchella, fin dall’inizio, ha raccomandato che la processione fosse fatta di silenzio, canti e preghiere, alternati con brani musicali eseguiti dalla Banda e così è stato: lui stesso infaticabilmente ha animato costantemente la preghiera, in particolare nelle soste preparate nei vari rioni, dove ha guidato a pregare per le persone residenti e per quelle che sono tornate alla Casa del Padre.

Al rientro in chiesa, tutti schierati nella piazza antistante addobbata con palloncini bianchi e gialli, hanno assistito col naso all’insù al grande spettacolo pirotecnico promesso come straordinario. E tale è stato davvero. I giochi di luce, vari e multicolori, hanno “danzato” a suon di musica in modo spettacolare e fantasmagorico, incorniciando e sovrastando la facciata della chiesa, creandole come un nuovo, cangiante, dorato, colorato e infuocato tetto, lasciando tutti a bocca aperta e suscitando applausi entusiastici.

Infine, prima di riportare dentro la chiesa la Statua del Santo, il Vescovo e Don Benedetto si sono affacciati dalla loggia sopra il portone di ingresso e da lì, dopo un’ultima preghiera, il Vescovo ha impartito la Benedizione conclusiva con la sacra Reliquia di S. Antonio. Don Benedetto ha con calore ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dei festeggiamenti, che in questa ultima giornata hanno avuto un degno coronamento di grande soddisfazione.

Adriana Letta

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