Don Luigi D’Elia Prete da 25 anni

Festa a S. Maria della Valle in S. Angelo in Theodice per il 25° di Ordinazione Sacerdotale

Un concerto, una Celebrazione solenne e una festa in una giornata straordinaria e indimenticabile per Don Luigi D’Elia, parroco di S. Maria della Valle, in contrada Selvone in S. Angelo in Theodice – Cassino, per il suo 25° anniversario di Sacerdozio. In verità Don Luigi ha desiderato e predisposto il concerto e la Celebrazione Eucaristica, alla festa non ci pensava quasi, ma i suoi parrocchiani hanno organizzato tutto per fargli una bella sorpresa, preparando loro stessi quanto occorreva.

Don Luigi, con la sua riservatezza, umiltà e sensibilità, si è dedicato a preparare la S. Messa con il Vescovo Gerardo Antonazzo e il concerto. La sua passione e la sua competenza per la musica l’hanno spinto  a cercare di far esprimere all’organo il suo sentire, ed ha preferito lo strumento antico, un armonium Hìnkel costruito negli anni ’20 del secolo scorso a Ulm, in Germania, che lui ha detto di considerare come “un asinello”, capace di eseguire qualunque cosa gli si chieda. “Questo strumento umile, ha detto, è capace di fare cose eccezionali, così possa anche la mia vita servire ancora il Signore, il grande Artista…”. All’armonium ha suonato lui stesso, imprimendo ai tasti tutta la sua passione per la musica ed il suo amore per Dio. Il Coro polifonico di S. Maria della Valle ed il Coro gregoriano di S. Angelo in Theodice hanno eseguito i canti. Gli autori scelti per il programma appartengono ad un arco temporale che va dal 1822 al 2002, da César Franck al più moderno Giuseppe Pedemonti, dal passato alla modernità. Un bel concerto davvero, un concerto di lode a Dio, Jubilate Deo, in una chiesa affollata che manteneva un silenzio attento, consapevole e rispettoso. Un ultimo brano fuori programma Don Luigi ha voluto suonarlo all’organo a canne, più nuovo, per far sentire le differenze. Forti sono risuonati gli applausi e Don Luigi ha ringraziato come sa fare lui, dimostrando, se pure ce ne fosse stato bisogno, quanto sente vere le parole che ha scritto nell’introduzione del Programma: “Davanti a Dio si può solo cantare, perché le parole non bastano ad esprimere l’amore tra il Creatore e la creatura”.

A nome di tutta la comunità parrocchiale la catechista Nicolina Dettori ha voluto esprimere a Don Luigi, prete da 25 anni di cui 11 trascorsi a S. Maria della Valle, gli auguri, i rallegramenti e soprattutto il grazie corale della comunità. Con semplicità D. Luigi, nel ringraziare, ha rivelato che quando si avvicinava la data della sua Ordinazione sacerdotale, provava paura, non sentendosi all’altezza di un compito tanto elevato, ma poi, considerando quanto il Signore si era fidato di lui, aveva capito che anche lui doveva fidarsi del Signore e affidarsi a Lui.

Il vescovo Gerardo nell’omelia ha ripreso questo concetto, spiegando due parole che hanno a che fare con il Sacerdote: mistero e ministero. Il Signore, fidandosi delle nostre debolezze e fragilità, svela il mistero e affida il ministero sacerdotale, che non è “fare qualcosa” ma “ricevere il mistero rivelato, accoglierlo nella propria vita e con esso educare alla fede in Cristo” edificando la Chiesa in modo che i credenti possano diventare un corpo solo. Poi ha aggiunto che la vocazione di una persona segue il percorso dei Magi: partenza, cammino, incontro e consegna dei doni, ritorno. E’ una storia vocazionale: c’è una partenza, non per propria decisione, ma perché è sorta una stella, una luce nuova ed irresistibile che spinge a mettersi in cammino, chiedendosi cosa fare, dove andare, che cosa il Signore vuole. E inizia il cammino, che a volte è tortuoso, faticoso, insidiato, con momenti alterni di entusiasmo e scoraggiamento, luci e tenebre, consolazione e turbamento, tentazioni da parte di chi vorrebbe distoglierti dal Signore. Ma va avanti. Come i Magi, davanti al Bambino mistero rivelato, si inginocchiano e adorano, così è la consacrazione per i Sacerdoti. I tre doni dei Magi sono i tre munera che indicano le tre funzioni di Gesù: Re, Sacerdote e Profeta. L’oro è la regalità, non fatta di potere e arroganza, ma di amore; l’incenso è simbolo della preghiera che come profumo sale a Dio, sacrificio di lode, offerta della propria vita (il Sacerdote consuma la propria esistenza come incenso), funzione sacerdotale. Infine la mirra è il prefigurare la sepoltura di Gesù: il ministero del prete è profetico, annuncia il mistero di Cristo, profezia della sua salvezza.

I  Magi tornano per un’altra strada, tornano nel mondo cambiati: è la missione. Così i Sacerdoti: sanno da dove sono partiti, non sanno dove il Signore li porterà, lo seguono, evitando il più possibile Erode, l’inganno, le tentazioni, seguendo solo il mandato che Gesù affida loro.

La liturgia di questa Messa è stata animata dal Coro parrocchiale. Emozionato il “25enne”, e contagiosa la sua emozione, come quando, alla Comunione è sceso dall’altare per portare l’Eucaristia alla sua mamma malferma in salute; vicino a lei era un fratello del festeggiato, impegnato a riprendere le scene con la sua telecamera e attento e premuroso con la mamma. Impegnati e attivi tanti ragazzi e adulti della parrocchia, segno di un impegno e di un affetto grande nei confronti della chiesa e del parroco.

Alla fine della celebrazione, a cui avevano partecipato, oltre ai sacerdoti di S. Angelo, Don Nello e Don Juan, anche amici e sacerdoti venuti da Mignano Montelungo e Cesena, due precedenti residenze di Don Luigi, questi ha voluto salutare personalmente tutti e distribuire a ciascuno il santino a ricordo di questo suo giorno giubilare. E tutti hanno ricambiato il suo affetto  con auguri e doni. Da ultimo, il momento della festa, con un bel rinfresco preparato dalla comunità parrocchiale.

Adriana Letta

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