Omelia Martedì santo 7 aprile 2020

Il boccone amaro

Martedì santo, 7 aprile 2020

Uno di voi mi tradirà

In ogni esperienza di amicizia si può annidare il virus dell’infedeltà. Ogni forma d’intimità può essere violentata dalla prevaricazione. Il “cenacolo”, dimora della fraternità spirituale dei discepoli, è contagiato dal virus del tradimento. La mensa, sacramento della convivialità, è avvelenata dal boccone amaro dell’infedeltà: Mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà.  Se anche tutti erano entrati nel cenacolo “con qualche scheletro nell’armadio”, nessuno dei discepoli avrebbe mai immaginato che Gesù decidesse di toccare questo tasto dolente proprio in una serata di festa, quale era il rito della Pasqua da celebrare. La dichiarazione di Gesù coglie di sorpresa i discepoli; provoca in loro inquietudine e crea un sospetto diffuso. Intimoriti, i discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Iniziano a fare i finti tonti; bella faccia tosta! Davvero non sapevano di chi parlasse? E perché Pietro si mostra irrequieto e ansioso, preoccupato di conoscere quanto prima il nome della persona alla quale Gesù si riferiva? Non è questione di curiosità, la sua è paura di essere chiamato in causa. Per questo evita di esporsi in prima persona, chiedendo a quello che Gesù amava, di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Forse Pietro, anche lui, aveva la “coda di paglia”, qualcosa da rimproverarsi.

Intingerò il boccone e glielo darò

Udito questo, tutti avranno abbassato la testa per non incrociare lo sguardo del Signore. Un po’ come succedeva in classe, nel momento in cui l’insegnante minacciava di interrogare qualcuno: tutti abbassavamo la testa.  Quando capiscono che il boccone era per Giuda, si saranno rilassati. Questo gesto, se da una parte dimostra la tenerezza di Gesù dal momento che il boccone intinto nel piatto dal padrone di casa era offerto solitamente ad un ospite importante, dall’altra svela la situazione drammatica di Giuda. Davvero nessuno era a conoscenza dei pensieri negativi che oscuravano il suo cuore? O il gruppo avrà taciuto volutamente, facendo finta di non sapere? Se i redattori dei vangeli lo descrivono come menzognero, e tra questi l’apostolo Giovanni, gli altri non potevano non sapere: “Giuda era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro” (Gv 12,7). Giuda è un uomo avido di denaro, disonesto, e senza scrupoli nei modi di procurarsi risorse a proprio vantaggio. Se spesso mancavano i soldi nella cassa comune del gruppo, come mai nessuno se ne accorgeva? È evidente il contrasto tra l’omertà degli amici e il coraggio con il quale Gesù dichiara la verità. Se gli i suoi amici avessero dato qualche consiglio in tempo utile, forse Giuda si sarebbe ricreduto, e poteva fare in tempo a liberarsi da tentazioni perverse, ravvedersi e rientrare più serenamente nella relazione con il Signore. Il silenzio di tutti abbandona Giuda al suo fatale destino di traditore e di suicida. Gesù soffre non solo per la malizia di Giuda, ma anche per la codardia degli apostoli che nulla hanno fatto per arginare il crollo della situazione. Ad oggi, c’è da dire che il medesimo canovaccio si ripete ancora in tante storie umane fallite, anche drammaticamente, nelle quali in tanti fanno finta di non vedere o di non sapere, senza preoccuparsi di fare qualcosa nel momento giusto. Il tradimento di Gesù da parte di Giuda è favorito anche dal tradimento degli altri verso Giuda, non avendo avuto il coraggio di aiutarlo per non compromettersi.

Quello che vuoi fare, fallo presto

Non è un’istigazione a delinquere! Con il traditore Gesù fallisce la sua opera di salvezza. Tutto lo sforzo del suo amore rimane inutilizzato, perché quest’uomo non lo accetta. Le parole del Maestro rivelano dolore e pudore allo stesso tempo verso il traditore. Il pudore chiama in causa il rispetto non solo nel rapporto con se stessi, ma anche nelle relazioni con gli altri. “L’amore è possibile solo se chi ama e chi è amato sono distinti l’uno dall’altro e dunque separati”. Separati significa lasciare l’altro “libero da noi” nel senso di non voler sovrapporre il nostro desiderio al suo. Il pudore, sotto questo profilo, trova la sua natura nel determinare uno spazio proprio per ciascuno, nel fatto di garantire i limiti di ciascuno. In questo luogo privato risiede l’origine dell’incontro possibile, dello scambio reciproco e del riconoscimento intersoggettivo” (M. Selz). Gesù ha fatto di tutto per far capire a Giuda, a differenza del silenzio omertoso degli apostoli, il vicolo cieco in cui si era imbattuto. Gesù non vuole umiliare Giuda: per questo la decisione di lavare i piedi anche a lui, prima di metterlo davanti alle sue gravi responsabilità. Anche questo è pudore! Gesù gli ha lasciato libertà d’opzione, anche a costo della propria vita. Rispetta la decisione libera del discepolo, anche se malvagia. Appare qui l’assoluta libertà che Dio lascia all’uomo. L’amore di Gesù è indefettibile, continuo, fino alla fine, costi quel che costi, ma senza forzare la mano. Gesù proverà ancora a farlo ricredere, quando al bacio del tradimento nel giardino degli ulivi risponderà con l’appellativo “amico”.  Gesù non piegherà mai la volontà di Giuda e la sua libertà, anche se inquinata. Il pudore richiede delicatezza e rispetto. Anche Pietro viene stanato dal suo perbenismo, e messo di fronte alla sua arrogante sicurezza: Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te! Anche nei confronti di Pietro smaschera la verità del suo intimo: Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte. Gesù lo sa, lo preavvisa, ma per il medesimo pudore e rispetto non impedirà nemmeno a Pietro di andare sino in fondo alla fragilità del rinnegamento. Tuttavia, Pietro e Giuda reagiranno in modo diverso. Perché, mentre il cuore di Giuda è corrotto, la coscienza di Pietro è debole, assediata dalla fragilità ma non dalla malvagità. Il pudore di Gesù nei confronti della libertà di entrambi, sortirà effetti diversi: la corruzione non permetterà a Giuda di tornare indietro, mentre il cedimento di Pietro potrà aprirsi al pentimento. Giuda si dispera, Pietro si pente e piange amaramente (Lc 22,62).

+ Gerardo Antonazzo

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Omelia Martedì santo 7 aprile 2020

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