Nessun grado di separazione

Nessun grado di separazione
(di Cheope – F. Abbate – F. Michielin – F. Gargiulo)

È la prima volta che mi capita
Prima mi chiudevo in una scatola
Sempre un po’ distante dalle cose della vita
Perché così profondamente non l’avevo mai sentita
E poi ho sentito un’emozione accendersi veloce
E farsi strada nel mio petto senza spegnere la voce
E non sentire più tensione solo vita dentro di me
Nessun grado di separazione
Nessun tipo di esitazione
Non c’è più nessuna divisione tra di noi
Siamo una sola direzione in questo universo
Che si muove
Non c’è nessun grado di separazione
Davo meno spazio al cuore e più alla mente
Sempre un passo indietro
E l’anima in allerta
E guardavo il mondo da una porta
Mai completamente aperta
E non da vicino
E no non c’è alcuna esitazione
Finalmente dentro di me
Nessun grado di separazione
Nessun tipo di esitazione
Non c’è più nessuna divisione tra di noi
Siamo una sola direzione in questo universo
Che si muove
Nessun grado di separazione
Nessuna divisione
Nessun grado di separazione
Nessun tipo di esitazione
Non c’è più nessuna divisione tra di noi
Nessuna esitazione
Siamo una sola direzione in questo universo
Che si muove
E poi ho sentito un’emozione accendersi veloce
E farsi strada nel mio petto senza spegnere la voce

Nessun grado di separazione” è la canzone con cui la cantante italiana Francesca Michielin si è esibita sabato 14 maggio sul palco dell’Eurovision Song Contest, il festival europeo della musica 2016.
In corrispondenza con la solennità di Pentecoste, il testo di questa canzone si è rivelato per me, un’occasione per riflettere sul tema dell’ “unitarietà” della persona nell’Amore di Dio…

La Trinità, che è un Unico Dio, è costituita dal Padre – il Dio che ci ha creati – dal Figlio – il Dio che ci ha redenti – e dallo Spirito Santo, il Dio che ci santifica.
Ora, dal momento che abbiamo ricevuto lo Spirito Santo mediante il battesimo e, che lo Spirito proviene dal Padre che ci ha “fatti” e dal Figlio Gesù (=Dio Salva), si può dire che nel cristiano battezzato non ci sia un grado di separazione dal Padre e dal Figlio proprio per mezzo dello Spirito Santo. I doni elargiti dallo Spirito Santo ci mettono sulla via della santità, operano per la realizzazione della nostra santità che è la vocazione di ciascuno in virtù del piano di Salvezza realizzato da Gesù morto in croce per noi tutti.

Lo Spirito è dato dal Padre e ci conduce al Padre e ci rende figli.
Tuttavia nel nostro tempo si riscontrano diversi segni di una certa condizione di orfani: quella solitudine interiore che sentiamo anche in mezzo alla folla e che a volte può diventare tristezza esistenziale; quella presunta autonomia da Dio, che si accompagna ad una certa nostalgia della sua vicinanza; quel diffuso analfabetismo spirituale per cui ci ritroviamo incapaci di pregare; quella difficoltà a sentire vera e reale la vita eterna, come pienezza di comunione che germoglia qui e sboccia oltre la morte; quella fatica a riconoscere l’altro come fratello, in quanto figlio dello stesso Padre; e altri segni simili.

Lo Spirito Santo ha bisogno del nostro consenso per essere “operativo”. Mi spiego meglio: siamo creature dotate di libero arbitrio, Dio non può farci violenza, quindi lo Spirito Santo, Spirito Paraclito, Difensore e Consolatore, Spirito di verità, di libertà e di pace ha bisogno del nostro Sì! del nostro “Fiat!” proprio come avvenne per Maria.

Se diciamo Sì! allo Spirito Santo, accogliamo anche il Padre e il Figlio, accogliamo Dio stesso, non c’è nessun grado di separazione in noi da Dio, che è Immenso Amore.
La svolta quindi è l’Amore.
Ed è l’Amore a fare della Terra un Cielo, è solo attraverso l’Amore che possiamo far vivere il Regno di Dio, in noi e con i fratelli.

 

Angela Taglialatela

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