Più che il semplice titolo di una canzone, Maggese, appare la metafora, utilizzata dall’autore e presa a prestito dal linguaggio agreste, per descrivere quel tempo di riposo, di sosta, di cui l’artista probabilmente abbisogna per lasciar maturare quelle che saranno le successive produzioni.
Il maggese è una pratica agricola che consiste nella messa a riposo di un appezzamento di terreno per restituirgli fertilità.
A ben vedere, questa tecnica utilizzata dal contadino, si avvicina molto al concetto di riposo cristiano evocando quel tempo di riposo necessario per poter contemplare le meraviglie compiute da Dio e rigenerarsi nello spirito.
Ma ahimè, lo sguardo della contemplazione è qualcosa a cui non siamo tanto abituati oggi, sempre presi dal correre esistenziale e dalla frenesia della produttività e del consumo.
Invece lo sguardo, così necessario per conoscere un volto ed il Volto per eccellenza, necessita di tempo, attenzione, concentrazione e silenzio.
“Fermatevi e sappiate che Io sono Dio” recita il Salmo 46 al versetto 11.
Fermarsi, contemplare, verificarsi davanti all’amore di Dio, forse fa tremare di paura o di smarrimento.
E così l’alienazione nel lavoro, prende il sopravvento.
Pure la domenica siamo sempre occupati… Vedere, fare, comprare, frequentare i nuovi templi della commercialità, osannare la squadra del cuore nelle liturgie di massa sportive…
Purtroppo vuoto che genera vuoto.
E spesso nemmeno ci rendiamo conto che riusciamo a procurarci solo ulteriori motivi di stress.
La vacanza per il cristiano significa invece concedersi del tempo per Dio, tempo per se stessi, tempo per l’essenziale, tempo per il prossimo, tempo per la meditazione, tempo per lo Spirito, tempo per la preghiera, tempo per il silenzio.
Ogni volta, ogni maggese, che ritorna
A dar vita a un seme
Sarà vita nuova anche per me
Riflettiamoci.
Se la pratica della maggese regala al terreno tanti benefici – la limitazione delle perdite di umidità per evaporazione, la mineralizzazione della materia organica, un contrasto efficace alle erbe infestanti, quindi una nuova e maggiore fertilità – il riposo cristiano, invece, ricorda all’uomo chi è, gli dà un senso!
E questo ricevere il “senso” informa, nutre tutte le attività dell’uomo e le sue scelte e fa che tutta l’attività e le sue scelte siano segnate da quel tempo fermato nello sguardo di Dio!
Dio che fa nuove tutte le cose!