“La sofferenza non fa bene, ma fa del bene” – Speciale Giubileo a Canneto

 La sua è un’opera di “riscatto”

Si è svolto ieri, domenica 18 settembre presso la Basilica-Santuario di Canneto, il tanto atteso “Giubileo del malato, dell’anziano, dell’operatore sanitario e del volontario”, organizzato dall’Ufficio diocesano Pastorale della Salute in collaborazione con varie associazioni di volontariato diocesane e non operanti sul territorio. Dopo mesi di preparativi e tanta preoccupazione per le annunciate previsioni metereologiche, tutto è riuscito alla perfezione; certamente la pioggia è stata abbondante, ma non ha impedito alle centinaia di persone di raggiungere la Valle dove sorge il Santuario dedicato alla Vergine Bruna.
Sin dalle prime ore del mattino, i volontari membri dell’ufficio diocesano e del Santuario si sono messi a lavoro per organizzare il tutto ed accogliere i tanti pellegrini che arrivavano per l’evento.
Alle ore 11:15, dopo aver avuto la possibilità di accedere al sacramento della Confessione, è iniziato l’intenso momento di preghiera presieduto dal Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, con l’ingresso attraverso la Porta Santa; qui è stato davvero prezioso l’aiuto dell’Unitalsi e della Protezione Civile nell’aiutare disabili ed anziani a vivere il loro “Giubileo” attraversando la Porta. Entrati tutti, cantando con la bellissima musica del Coro “Maria SS. Immacolata” di Isola del Liri, è iniziata la celebrazione della Santa Messa presieduta dal Vescovo, e concelebrata da Don Mario Colella direttore dell’Ufficio Pastorale della salute e da Don Eric Di Camillo direttore Spirituale dell’Unitalsi.
Un Giubileo davvero speciale come più volte ricordato anche dal Vescovo nella sua omelia (https://www.diocesisora.it/istituto/omelia-per-giubileo-dei-malati-anziani-e-volontari/) “un giubileo speciale, oltre che straordinario, dal momento che papa Francesco nell’indizione dell’Anno Santo della Misericordia ha pensato anche a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine.”
Ma, grazie al generoso servizio dei volontari e degli operatori sanitari, molti ammalati e anziani hanno potuto celebrare l’indulgenza plenaria anche attraversando fisicamente la Porta Santa della Misericordia nel tempio giubilare, dedicato alla Madre di Dio, la Vergine bruna di Canneto.
Certo, spesso, quando si vivono condizioni fisiche di estrema sofferenza e disagio, è difficile da accettare la sofferenza, ma se si pensa che Gesù Cristo ha pagato il riscatto dell’uomo dal peccato accollandosi il prezzo di questo riscatto, il prezzo più alto, cioè l’offerta della sua stessa vita per tutti noi… allora tutto cambia, perché, anche se la sofferenza non fa bene, ci si rende conto che fa del bene al prossimo, all’altro.
Non sono mancate da parte del Vescovo parole di ringraziamento per le tante associazioni e volontari presenti, ricordando come il loro sia un servizio svolto nella tenerezza verso l’altrui debolezza, verso chi non di rado è costretto a subire, insieme con il peso della sua sofferenza, anche l’oltraggio dell’indifferenza, del disinteresse e dell’abbandono. Proprio giorni fa Papa Francesco disse: “Tra le realtà più preziose della Chiesa ci siete proprio voi che ogni giorno, spesso nel silenzio e nel nascondimento, date forma e visibilità alla misericordia. Voi siete artigiani di misericordia: con le vostre mani, con i vostri occhi, con il vostro ascolto, con la vostra vicinanza, con le vostre carezze! Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre” e questo apre la nostra esistenza a nuove relazioni e costruisce amicizie forti, come quella tra malati e volontari, tra malati e operatori sanitari dediti al servizio della malattia con la delicatezza del tatto umano e della carità evangelica.
La Vergine bruna di Canneto, ha sottolineato il Vescovo, “è stata la prima artigiana della misericordia quando, dopo aver accolto dall’angelo la rivelazione dell’amore straordinario di Dio per lei, “piena di grazia”, si fa subito volontaria “in uscita” verso la fragilità e i bisogni degli altri. A Nazareth, la porta della misericordia di Dio in entrata si è trasformata ben presto in porta della misericordia in uscita verso il mondo in attesa di salvezza.”
Prima di terminare la celebrazione, Don Mario Colella, direttore dell’Ufficio diocesano Pastorale della Salute, nei suoi ringraziamenti ha ricordato che la giornata è stata voluta e pensata come un evento che mostra l’attenzione e l’amore della Chiesa per malati e disabili. La Chiesa certamente ha sempre avuto grande attenzione e molta cura per gli ammalati; è stata sempre presente per aiutarli con istituzioni ecclesiali, con persone e comunità religiose che curano i malati. E non possiamo dimenticare, appunto, che la cura degli ammalati è una delle opere di misericordia corporale alla quale noi tutti siamo stati chiamati; è una delle realtà che sottolinea quello che il Papa normalmente dice: che dobbiamo toccare la carne di Cristo. In questi malati possiamo trovare l’opportunità, appunto, di toccare veramente la carne del Signore.
Terminata la Santa Messa, tutti i partecipanti insieme, nei locali del Santuario gentilmente messi a disposizione dal Rettore Don Antonio Molle, hanno condiviso un sereno momento di agape e subito dopo il grande momento di festa animato dal Gruppo “Piccolo laboratorio popolare” che ha intrattenuto gli ospiti con danze e musiche popolari per qualche ora. Prima di lasciare il Santuario non poteva mancare il doveroso saluto e ringraziamento alla Regina di casa, Maria Vergine Bruna di Canneto, e con le note dell’inno a lei dedicato, intonato da Don Antonio, tutti, contenti e felici per la giornata trascorsa, hanno fatto rientro presso le proprie abitazioni.

L’ufficio Diocesano Pastorale della saluta ringrazia indistintamente tutti coloro che hanno partecipato e contribuito alla partecipazione, sua Eccellenza il Vescovo, Don Antonio Molle per l’ospitalità, i volontari e le associazioni di volontariato, i medici e soprattutto la Madonna che ci ha chiamato da lei.

L’Ufficio diocesano Pastorale della Salute
Foto Alberto Ceccon

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