La Messa di CL per don Giussani

Presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo nel XIV anniversario della morte di don Giussani

Sabato 16 febbraio, nella chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo in Cassino, una Messa speciale è stata celebrata dal Vescovo Gerardo Antonazzo per il numeroso gruppo cassinate di aderenti a Comunione e Liberazione. Occasione: il XIV anniversario della morte del servo di Dio, mons. Luigi Giussani, fondatore del Movimento, l’uomo e grande educatore che ha vissuto e proposto “il cristianesimo come incontro, avvenimento, storia d’amore”, e del XXXVII anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione.

Prima dell’inizio, è stata annunciata l’intenzione di preghiera, letta da uno dei responsabili storici del Movimento, Antonio Renna: “Affinché, nella partecipazione grata e fedele alla storia particolare generata oggi dal carisma di Don Giussani, cresca in ciascuno di noi l’intelligenza della fede, la certezza della speranza e l’ardore della carità a servizio instancabile della Chiesa e dei fratelli uomini“. Subito dopo ha preso inizio la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Antonazzo e concelebrata dall’Amministratore parrocchiale don Nello Crescenzi, dal viceparroco don Tomas Jerez e da un delegato CL, venuto apposta da Roma, mentre ad animare la liturgia erano i membri stessi  di CL con i loro canti accompagnati dal suono della chitarra.

Nel commentare le letture liturgiche della VI Domenica del Tempo Ordinario, “Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore” (Ger 17, 5-8) e “Beati i poveri; guai a voi, ricchi” (Lc 6,17.20-26), il Vescovo ha indicato le metafore del “discernimento”, cioè della capacità di distinguere, interpretare, vagliare e valutare le realtà nei diversi aspetti, per poter scegliere e decidere nella vita, secondo se si confida nel Signore o no. Ne discendono beatitudini o guai, benedizioni o maledizioni e quindi restare bassi, ripiegati su se stessi, non crescere e restare nel deserto arido in isolamento come il tamerisco, prima metafora, oppure fare come l’albero piantato lungo un corso d’acqua, che va verso l’alto, cresce e rimane sempre verdeggiante e fruttuoso, seconda metafora.

In allineamento con l’occasione odierna di CL, il Vescovo ha considerato l’importanza del progetto educativo dell’associazione. Educare significa far crescere, e questo si realizza se si confida in Dio. Se invece si confida nell’uomo, e si crede di bastare a se stessi, non si cresce e non si fa crescere. Educare secondo il Signore significa essere come l’albero che va con la chioma verso l’alto e in profondità con le radici. Bisogna dunque lasciarsi educare dal Signore, come l’albero, per crescere e portare frutto senza temere la siccità. Educare secondo il progetto cristiano non è come secondo la logica umana. Noi dobbiamo entrare in profondità, per discernere dobbiamo fermarci con il cuore sulla verità della pagina evangelica, per noi stessi e per gli altri, confidare in Dio e non nell’uomo per qualificare la nostra vita come capace di affidare al Signore le scelte e le decisioni.

Al termine della Messa, particolarmente raccolta e partecipata, c’è stato spazio per altri canti e per i saluti. La lezione di don Giussani continua.

Adriana Letta

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