La gioia di un sorriso nel 30° soggiorno estivo dell’Unitalsi

Una gioia che si fa dono di misericordia

Un anniversario importante, un appuntamento che rinnova l’impegno nei confronti di chi attende questo momento per spezzare la routine di giornate scandite spesso dalla solitudine. Dal 4 al 14 luglio si è svolto, a Sora, presso l’edificio scolastico intitolato a “Riccardo Gulia”, nel rione S.Rocco, il 30° soggiorno estivo della Sottosezione Unitalsi della Diocesi di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo che ha visto la partecipazione di circa 120 persone con oltre 50 diversamente abili.  .

Al centro di tutto la felicità della condivisione di momenti di semplicità, spiritualità e leggerezza. Il tutto in linea con la finalità dell’UNITALSI che è quella di “incrementare, attraverso il carisma della carità, la vita spirituale dei propri aderenti promuovendo un’azione di evangelizzazione e di apostolato verso e con i fratelli ammalati e disabili avendo come riferimento il messaggio del Vangelo e il Magistero della Chiesa”.

Ogni giorno la Santa Messa presieduta da diversi amici dell’Associazione e particolarmente devoti della Madonna di Lourdes, come don Felice, padre Salvatore, don Pasqualino, don Giuseppe Basile, padre Giuseppe Polselli di Esperia, don Giovanni De Ciantis, don Ercole, don Akuino, don Eric. Quest’ultimo anche Assistente  ecclesiastico della Sottosezione.

 Tutti hanno sviluppato, illustrandone le varie sfaccettature, il concetto del superamento della cultura dell’emarginazione e dello “scarto”, sovente ripetuto sia dal Santo Padre che dal nostro vescovo, mons. Gerardo Antonazzo.

Questi, ancora una volta, non ha voluto far mancare il proprio apporto materiale e spirituale nonché la propria presenza, presiedendo la Santa Messa del 12 luglio, ed incentrando l’omelia sull’attenzione che ogni cristiano deve porre ai segni dell’amore che sono prova della presenza di Dio. Una presenza che, ha ricordato il vescovo Gerardo, si fa miracolo giornaliero per chi sa vedere oltre le difficoltà. Una presenza che si è fatta carne nei volontari dell’Unitalsi ed in tutti coloro che si sono adoperati ricevendo molto di più di quanto hanno dato.

Molto toccante e sentita è stata anche la celebrazione della liturgia penitenziale avvenuta il giorno 5 luglio, prima della Santa Messa, somministrata da diversi sacerdoti.

C’è stato anche il modo di demolire luoghi comuni come nella serata di balli popolari animata da “I Tarantellati” di San Donato V.C., o nelle altre serate musicali animate da importanti e rinomati gruppi come, “Gruppo Sora Centro 2.0”, “Marcello GIONA”,Gianni Iacobelli”, “Luigi Capasso”, “Dino e Leandro” o dal brillantissimo gruppo di attori sorani che, dopo aver fatto vedere il bellissimo film da loro realizzato e interamente girato nei quartieri di Sora, hanno intrattenuto i presenti con aneddoti e spiegazioni varie, catturando l’attenzione e l’interesse del particolare “uditorio”.

Il tema del soggiorno di questo anno è stata la gioia nel nome della Madre di Misericordia. Per trovare questa gioia occorre confrontarsi e questi giorni sono stati un momento privilegiato perché volontari e disabili si sono ritrovati naturalmente e semplicemente come viandanti sullo stesso cammino.

Una cammino di sostegno reciproco affidato proprio alla Santa Vergine invocata e ringraziata durante la fiaccolata svoltasi per le vie di Sora nella serata di mercoledì 13 luglio.

Questo soggiorno ha poi vissuto del confronto e della condivisione con le comunità della diocesi nella giornata di Fraternità di domenica 10 luglio a Villa Felice (comune di Colfelice), un esordio molto ben riuscito e tanto apprezzato da tutta l’UNITALSI.

Da giovedì 14 luglio tutti a casa con la rinnovata certezza che si può costruire una realtà più accogliente per tutti, giorno dopo giorno e pronti per continuare su questa strada per andare ben oltre il trentennale.

Luoghi come il soggiorno consentono spazi di libertà, momenti di intensa spiritualità e di gioia. Tali esperienze danno la consapevolezza che il senso della vita non è soltanto la bellezza esteriore, l’efficienza  fisica, la voglia di apparire che, spesso, porta ad una forma di omologazione, per cui si appare quasi tutti uguali, ma ricordano che il senso è dato soprattutto dalla bellezza dell’animo, dalla gioia del dono, del darsi senza aspettarsi nulla in cambio, perché anzi il ricevere qualcosa, a volte, appare come una diminuzione del valore assoluto al darsi.

L’augurio è che esperienze del genere aumentino, si moltiplichino, si allarghino per far sì che la gioia di quel sorriso appaia sui volti di tanti altri ancora in tutti i luoghi della diocesi.

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