Il Santuario/Convento di Casalucense in Sant’Elia Fiumerapido

All’ombra di Montecassino, immerso nel verde di un bosco, nel comune di Sant’Elia Fiumerapido su un’altura di 180 mt. sorge il piccolo convento/santuario di Casalucense. Per ciò che concerne l’origine del toponimo una interpretazione ampiamente accettata vede nel composto il prenome latino Lucius, ii, che si ricollega a casa di Lucio, con riferimento alla villa del censore Lucio edificata nel territorio di Valleluce o forse proprio nel posto dell’attuale monastero. Nel composto si potrebbe anche leggere la parola lucus, i, bosco sacro, con il significato di casa tra i boschi. Il santuario sorse grazie all’opera dei monaci benedettini della vicina cella di Sant’Angelo di Valleluce fondata al tempo dell’abate Gisolfo (797-817) i quali nel recarsi a Montecassino passavano continuamente in questa località dove esisteva una piccola cappella di campagna dedicata alla Vergine Maria. Con il passar del tempo, nel XIV secolo, la chiesetta fu ingrandita ed adattata alle esigenze delle famiglie contadine che si erano stanziate nel territorio. La chiesa consisteva in piccolo tempio di modeste dimensioni ed era inizialmente curata da un eremita. Quando venne chiuso il monastero di Valleluce, Casalucenze passò all’amministrazione di Montecassino che, nel 1443, ne conferì il beneficio a d. Benedetto Verzella. Alla fine del Settecento la chiesetta con l’annessa casa era ridotta agli estremi, così anche l’eremita lasciò il luogo. Nel 1807 per interessamento della famiglia Mascioli di Cassino, venne fatta una pubblica sottoscrizione ed il luogo fu riparato alla meglio. Finalmente nel 1840-41 il sacerdote d. Stefano Pirolli progettò una ristrutturazione generale del tempio con l’ampliamento della casa attigua. Il merito della realizzazione del progetto spetta ad un religioso francescano, d. Bartolomeo da Cugnoli, il quale a seguito della soppressione degli ordini religiosi nel 1860, da Atina dove era guardiano del convento dei frati minori di San Francesco, si ritirò a Sant’Elia dove il comune lo nominò rettore del Santuario. Il neo rettore donò alla chiesa tutti i suoi risparmi con i quali iniziò i lavori di costruzione del nuovo edificio religioso che fu inaugurato nel 1875. Padre Bartolomeo resse il santuario per ben venticinque anni; alla sua morte avvenuta il 28 febbraio 1884, gli successe p. Gioele da Minturno, che ingrandì il convento con altre stanze. Nel 1899 il convento passò alla provincia dei Frati minori di Terra di Lavoro e nel 1911 a quella di S. Pietro ad Aram. Abbandonato durante il secondo conflitto mondiale, nel dopoguerra i frati minori rinunciarono a tornarvi ed il convento ospitò la famiglia benedettina sconvolta dalla distruzione di Montecassino. Il Santuario venne migliorato e divenne centro di religiosità mariana per l’intero circondario del cassinate. Da gennaio a giugno del 1946 ospitò la Curia diocesana che poi si trasferì nel palazzo delle Stimmatine di Cassino. L’abate arpinate Ildefonso Rea ebbe sempre a cuore questo luogo, tanto che nel 1947 donò alla chiesa la statua della Madonna delle Indulgenze esposta oggi al centro dell’altare maggiore; fu anche grazie al suo interessamento che venne migliorata ed asfaltata la strada che lo collega con il centro abitato. Il terremoto del maggio 1984 causò molti danni alla chiesa che fu chiusa per un paio di anni. Nel 1991 l’abate Bernardo D’Onorio affidò il santuario ai Frati Francescani dell’Immacolata, ordine nato nel 1965 per opera del p. Stefano Maria Manelli O.F.M. Conv. Nel corso degli anni questi buoni religiosi ravvivarono il luogo sacro elevandolo anche a Seminario Teologico dell’Ordine. Oggi è l’unico luogo francescano ancora vivente ed operante nella nostra Diocesi. La festa alla Madonna delle Indulgenze si svolge la seconda domenica dopo Pasqua e vede ancora oggi un gran concorso di fedeli provenienti da gran parte del territorio del cassinate.

 

Lucio Meglio

 

Fonti:

Petrucci Giovanni, Il Santuario di Casalucense in Sant’Elia Fiumerapido, Cassino, 2008;

Falconio Diomede, I Minori Riformati negli Abruzzi, Roma, 1913, vol.II;

Di Cicco Sabatino, Memorie storiche di Valleluce, Scauri, 2002.

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