Il barnabita Arpinate fr. Bernardo Gabriele

IL BARNABITA ARPINATE Fr. BERNARDO GABRIELE

NEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE

di

Lucio Meglio

 

Trent’anni fa, nella sua città natale Arpino, si addormentava serenamente nelle braccia del Signore fratel Bernardo Gabriele dell’Ordine dei Chierici regolari di San Paolo, comunemente conosciuti come barnabiti. Nato il 2 febbraio del 1898, primo di otto figli di una religiosa famiglia arpinate dedita al lavoro dei campi, il piccolo Bernardo abbandonò prematuramente la scuola per dedicarsi al lavoro ed aiutare i genitori. In questi anni ebbe modo di conoscere i buoni padri barnabiti nel cui convento di Arpino lavorò come bracciante. I religiosi si legarono subito al fanciullo ammirandone la sua indole buona coniugata ad un’incline pietà cristiana. In realtà Bernardo fin da fanciullo aveva espresso il desiderio di farsi religioso ma ne fu ostacolato dal padre, tanto che solo dopo la sua morte riuscì realizzare il suo desiderio. Inizialmente fu accolto come postulante nella scuola Apostolica dell’Ordine, dove gli fu affidata la cura della campagna. Entrato a far parte della comunità due padri si dedicarono a lui in modo particolare: uno per curarne la formazione religiosa, con ottimi risultati; un secondo per avvicinarlo allo studio delle “lettere”, nonostante il linguaggio incerto ed in alcuni casi pittoresco del nostro semplice religioso. Gli anni passavano e Fr. Bernardo iniziò ad esprimere il desiderio di legarsi sempre più all’Ordine barnabita con la professione dei voti religiosi. Bisognava però far richiesta al padre generale di una particolare dispensa per aver superato i limiti d’età. Grazie alle relazioni lusinghiere pervenute dalla città d Arpino il 31 maggio del 1954 fratel Bernardo Gabriele fu ammesso alla professione semplice.

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Nel 1959 si ripresentò il problema se ammettere il religioso ai voti solenni. Dalla casa di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, dove fu mandato per un periodo di riposo, fu inviata al padre generale dall’allora maestro dei novizi padre Romualdo D’Alessio e dal padre provinciale Giuseppe Cerbone la nuova richiesta di dispensa. La domanda ottenne parere favorevole, così il 31 maggio del 1959, nella suggestiva cornice del suo paese natale, fratel Bernardo legò per sempre la sua vita al servizio di Dio. Felice e fiero di indossare l’abito dei figli di Sant’Antonio Maria Zaccaria e del suo compaesano San Francesco Saverio Maria Bianchi, il nostro religioso si dedicò con tutto l’impegno al lavoro dei campi, che non era nuovo per lui, ogni giorno fin dalle prime luci dell’alba. Desideroso sempre di apprendere, divenne ben presto esperto nella cura delle api con molta dimestichezza e praticità. Ben presto tale perizia gli procurò nel contado fama di grande apicoltore tanto che molti si recavano da lui per chiedere consiglio. In Arpino ancora si ricorda un suo intervento per recuperare uno sciame che si era aggrovigliato in un punto impervio del campanile della chiesa di San Michele. Sprezzante del rischio fr. Bernardo si arrampicò fin su la torre campanaria riuscendo ad impadronirsi di quelle api. Spesso affioravano sulle sue labbra i ricordi della vita militare trascorsa a Gaeta dove ottenne un encomio solenne per aver fatto da paciere tra due detenuti. Gli anni passavano e la forte fibra dell’instancabile religioso iniziò a cedere. Le ginocchia rendevano sempre più incerto il suo cammino, tanto da costringerlo a non allontanarsi dalla sua stanza. Il richiamo del lavoro era però troppo forte, tanto da spingerlo ad evadere la vigilanza e recarsi in giardino per cogliere qualche frutto, dove il più delle volte veniva ritrovato disteso a terra. Lentamente, sul finire del mese di settembre del 1985, la mente sempre viva si andava pian piano spegnendo. La mattina del 7 ottobre dello stesso anno il superiore gli amministrò per l’ultima volta i Sacramenti leggendogli la preghiera dei morti; dopo poco fratel Bernardo Gabriele si addormentò nella pace del Signore all’età di ottantasette anni. Religioso umile e laborioso amò moltissimo la sua Congregazione rispettando e servendo senza riserve tutti i suoi confratelli. Con la morte di fratel Bernardo l’ordine dei barnabiti perse il ventunesimo arpinate che nel corso del tempo servì il Signore e la Chiesa Universale.

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