Gaetano Marsella: Nuove scoperte d’archivio

Durante lo scorso mese di luglio, in questa rubrica veniva pubblicato l’articolo Il “fantasma” di Gaetano Marsella e il Settecento a Isola di Sora (https://www.diocesisora.it/pdigitale/il-fantasma-di-gaetano-marsella-e-il-settecento-a-isola-di-sora.html), nel quale si dava conto delle opere di un giovane letterato isolano, autore di alcuni sonetti, di un dramma dal titolo Pausania, e di alcune lettere che egli inviò a Ludovico Antonio Muratori, nelle quali raccontava gli eventi bellici che interessarono il basso Lazio nella prima metà del Settecento.

Sulla scorta di quei primi risultati di ricerca, concludevamo l’articolo scrivendo che, mancando altre notizie successive alla pubblicazione del Pausania, che risale al 1738, era presumibile ritenere che la vita di Gaetano Marsella non dovette essere troppo lunga, e anzi di lì a poco si spense, consegnandolo al novero di quegli autori dimenticati nel polveroso oblio di uno scaffale.

Nuove – e del tutto casuali – scoperte d’archivio scompaginano quella provvisoria (e provvidenzialmente errata) conclusione. Infatti, presso la biblioteca Giovardiana di Veroli abbiamo rintracciato due sonetti di Gaetano Marsella, che gettano nuova luce su questo autore.

Il primo è contenuto in una raccolta poetica, pubblicata in occasione della vestizione dell’abito religioso dell’ordine di San Benedetto, presso il monastero di S. Giovanni Battista in Bauco (ovvero l’odierna Boville Ernica) della signora Angela Margarita Liberati. Costei, entrando in convento, avrebbe preso il nome di suor Maria Teresa. I sonetti, scritti da diversi autori, tra i quali il nostro, vennero dedicati al vescovo verolano Pietro Saverio Antonini. Questa raccolta venne pubblicata a Roma nel 1758, quindi vent’anni dopo la pubblicazione del Pausania.

Il sonetto in questione – nel quale è riconoscibile lo stile tipicamente settecentesco degli altri scritti marselliani – riporta un’importante precisazione, e cioè che esso è opera del “dottor Gaetano Marsella, tra gl’Arcadi Megete Apaturio”. Ma sul punto torneremo tra un attimo.

Per quanto riguarda l’altra composizione, essa è contenuta in un libretto di analoga impostazione. Infatti, si tratta di una raccolta di sonetti “per la monacazione dell’illustrissima signora Anna Maria Spani”. Quest’ultima era una patrizia verolana, che con il nome di suor Maria Serafica, entrò nel monastero delle benedettine della città di Veroli. Questa volta le poesie, tra le quali figurano anche opere dei verolani Nicola Faidoni e Giovanni Felice Diamanti, vennero stampate a Roma nel 1767, con dedica al vescovo verolano Giambattista Jacobini. Gaetano Marsella, nel firmare il suo sonetto, ribadisce, come già aveva fatto nel frontespizio del Pausania, di essere “dottore dell’una, e l’altra Legge, Accademico Inculto, Segreto, Infecondo”, aggiungendo che il suo pseudonimo fra gli Arcadi è “Megete Apaturio”.

Ricercando negli archivi dell’Accademia dell’Arcadia questo nome – Megete Apaturio – purtroppo non si è riusciti a risalire ad alcuna altra informazione. Il fatto che di Gaetano Marsella non sembra esserci traccia negli archivi e nella biblioteca dell’Arcadia può significare o che si sia fregiato del nome arcadico per acquistare prestigio, oppure – più verosimilmente – che abbia fatto parte di una delle numerose colonie fiorite in tutta Italia nel ‘700.

Non a caso egli stesso dice di essere un “Accademico Inculto”. E, manco a farlo apposta, a Sezze v’era una colonia arcadica, che si chiamava appunto “Inculta”. Purtroppo le colonie non avevano l’obbligo di comunicare a Roma, per averne l’approvazione, i nomi dei  soci normali, ma soltanto quelli di coloro che venivano proposti per una carica.

Forse, Marsella avrà partecipato con qualche suo scritto ad una delle sedute dedicate, una volta l’anno, alla letture della produzione poetica delle colonie. Per aver conferma di questa teoria bisognerebbe avere la possibilità di leggere i verbali manoscritti delle sedute degli Arcadi. Tuttavia, benché egli stesso ci dica nei frontespizi delle sue composizioni di essere stato pastore arcade almeno dal 1738 al 1767, quest’informazione non è verificabile, poiché gli Atti conservati sono purtroppo lacunosi tra il 1728 e il 1772. E, così, il fantasma di Gaetano Marsella cerca ancora una volta di sfuggire alla nostra conoscenza…

Vincenzo Ruggiero Perrino

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