E’ vita, è futuro

Celebrata a Cassino la 41ª Giornata per la Vita con la Presidente nazionale del Movimento per la Vita Marina Casini e con il Vescovo Antonazzo

E’ vita, è futuro. Questo il messaggio della Giornata per la Vita dato dai Vescovi italiani per il 2019, quarantunesimo anno in cui la Chiesa dedica questa speciale giornata alla riflessione e all’impegno. Nella nostra Diocesi la celebrazione, organizzata dall’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare, dal Movimento per la Vita e dal Centro di Aiuto alla Vita di Cassino, si è svolta domenica 3 febbraio a Cassino presso la Parrocchia di S. Pietro Apostolo nel cui salone un folto pubblico si è radunato per partecipare all’incontro programmato.

A introdurre i lavori del convegno è stato il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo, che ha ricordato e sottolineato il Valore della Vita riandando anche alle recenti parole di Papa Francesco. Un saluto è venuto anche dall’avv. Arturo Buongiovanni, Presidente del Movimento per la Vita di Cassino e dalla coppia dell’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare.

Ed è giunto il momento più atteso, l’intervento, sul tema “E’ vita, è futuro”, della Dott.ssa Marina Casini, Presidente Nazionale del Movimento per la Vita, Docente di Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e figlia dell’indimenticabile On. Carlo Casini, fondatore e presidente per anni del MpV. Con ricchezza di spunti e di argomentazioni, con chiarezza e incisività e con la carica umana e ideale che la contraddistingue, la Casini ha illustrato il tema, a cominciare dalle ragioni storiche per cui è nata in Italia la Giornata per la Vita nel 1979, all’indomani dell’approvazione della legge che autorizzava l’“interruzione volontaria di gravidanza”, ossia l’aborto, per passare poi a spiegare le ragioni profonde a cui la Giornata si ispira. I bambini a cui viene impedito di nascere, come i migranti  sulle acque, la cui imbarcazione può essere rovesciata, sono “una moltitudine”, ha affermato, un numero più alto delle vittime delle due guerre mondiali e sono spesso aborti occulti e precocissimi. L’affermazione era accompagnata da una serie di dati e numeri ufficiali veramente impressionante.

Non c’è altro ambito nell’esistenza umana, ha proseguito, in cui il causare la morte è considerato elemento di civiltà, di diritti, di progresso. E ha chiarito: non si tratta di giudicare nessuno, le persone vanno sempre salvate, ma la mentalità, la “cultura dello scarto” va assolutamente contrastata. Aborto è uccisione di un bambino, un figlio, in viaggio verso la vita e la cultura dello scarto afferma che il bambino non nato non è persona, non ha capacità giuridica. Invece è “Uno di noi”! I bambini non ancora nati sono “i più poveri tra i poveri”, perché non viene loro riconosciuta l’umanità. Cammino di civiltà, promosso dal Movimento per la Vita, è quello che accoglie il bambino non nato e la sua mamma e che vede la famiglia come “grembo generativo della società”.

Un altro scopo della Giornata è di liberare le donne dai forti condizionamenti che le spingono ad abortire: molte donne si sentono costrette a farlo, perché senza risorse economiche, spaventate, sole, ricattate invece che accompagnate e “abbracciate”. E ancora, la Giornata ha lo scopo di mobilitare la comunità ecclesiale nel volontariato per la Vita, come per es. attraverso il Progetto Gemma, che permette ad ogni persona o gruppo o parrocchia, di “adottare” una mamma incinta e bisognosa e accompagnarla economicamente per 18 mesi. Ed ha concluso citando l’ultima frase del Messaggio dei Vescovi: “Il futuro inizia oggi: è un investimento nel presente, con la certezza che «la vita è sempre un bene» per noi e per i nostri figli. Per tutti. E’ un bene desiderabile e conseguibile”.

E’ seguito un interessante dibattito, moderato dal responsabile diocesano di Pastorale Familiare Don Giovanni De Ciantis, grazie alle numerose e pertinenti domande giunte da un uditorio particolarmente attento e interessato, tanto che il Vescovo Antonazzo, poiché il tempo a disposizione si stava esaurendo, ha proposto al Movimento per la Vita locale di promuovere durante l’anno incontri di approfondimento.

Applausi e ringraziamenti sono giunti calorosi dai presenti, grati alla dott.ssa Casini, poi tutti si sono spostati in chiesa, per la Celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Gerardo e concelebrata da Don Nello Crescenzi, Amministratore parrocchiale, da Don Giovanni De Ciantis e Don Salvatore Brunetti, parroco della Sacra Famiglia. Grande e percepibile il raccoglimento, completamento, nella preghiera eucaristica, della prima parte del pomeriggio.

Nell’omelia Mons. Antonazzo ha saputo efficacemente porre in relazione il rifiuto di Gesù da parte dei suoi concittadini, i più vicini a lui, che chiedendo solo miracoli per sé senza capire la logica di Dio che domanda la fede, volevano cacciarlo via e farlo morire, con ostilità sempre più grave e dura, frutto di inganni, falsità e pregiudizi. Non diverso è oggi il rifiuto della Vita. Il figlio è “uno dei nostri” e lo rifiutiamo: questo è un tradimento della verità. Anche nei confronti della vita si costruiscono menzogne e falsità nel considerare il concepito una non-persona.

Quando nasce la vita? ha chiesto il Vescovo Gerardo e la risposta l’ha presa dalla I lettura, dal profeta Geremia: “Prima di formarti nel grembo materno, io ti ho conosciuto”. Dunque, ha notato, c’è un “prima” del concepimento ed è nel cuore di Dio, nel grembo dell’amore di Dio. Qui siamo generati, poi concepiti, la vita nasce in Dio prima che nel grembo della mamma, la nostra generazione è dunque divina. Tra il grembo di Dio e la vita dell’uomo c’è il peccato, che deve essere prosciugato, sanato. E’ la capacità di amare  che ci riscatta dal peccato, è l’amore che indebolisce ogni resistenza all’accoglienza della vita. L’amore si compiace e si rallegra della verità. Chiediamo al Signore, ha concluso, questa conversione del cuore all’amore per credere alla Vita. Perché la Vita è futuro.

Ariana Letta

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