Don Francesco Serafini, Missionario del Preziosissimo Sangue

Don Francesco Serafini, Missionario del Preziosissimo Sangue

di Lucio Meglio

La recente pubblicazione del volume di don Pietro Battista In cammino da 100 anni. i Missionari del Preziosissimo Sangue a Putignano, è occasione per presentare alla comunità diocesana la figura di un missionario sorano morto in concetto di santità, e molto amato in terra pugliese ma pressoché sconosciuto nella sua terra d’origine.

Francesco Serafini nacque a Sora il 18 settembre 1869 in piazza Indipendenza, da Antonio, artigiano orologiaio e Giuseppa Roccatani. Secondo di quattordici figli il piccolo Francesco fin da subito fu educato ai sani principi della religione cattolica frequentando assiduamente le funzioni religiose nella vicina Cattedrale di Santa Maria Assunta. A diciassette anni, il 18 novembre 1886, decise di vestire l’abito religioso dei Missionari del Preziosissimo Sangue, Ordine fondato dal santo romano Gaspare del Bufalo il 15 agosto 1815 nell’Abbazia di San Felice di Giano (Pg). Prima di lui la città di Sora aveva donato già tre dei suoi figli a questa Congregazione: Renzi don Luigi (1810-1833), Alonzi don Pietro (1819-1889) e Petricca fra Luigi (1823-1881). Giunto nel noviziato di Albano il giovane Francesco seppe conquistarsi fin da subito la fiducia dei suoi superiori che ne ammirarono l’amabilità e dolcezza del carattere. Trascorsi con profitto gli anni di formazione il 26 luglio 1894 fu ordinato sacerdote, mentre cinque mesi dopo, il 1 dicembre dello stesso anno, nella casa generalizia di Roma si svolse la cerimonia di imposizione del Crocifisso. A pochi anni dall’ordinazione sacerdotale sull’inizio del 1908 don Francesco Serafini, assieme a due confratelli don Nicola Matera e fr. Oronzo Cellamare, fu inviato dal Padre generale a risiedere nella nuova casa di missione di Putignano (Ba). Iniziò così il lungo periodo di apostolato che don Francesco, assieme ai suoi confratelli, svolsero con dedizione ed amore nell’antica chiesa di Santa Maria la Greca. Nel 1912, con la morte del superiore della comunità don Matera, gli successe nell’incarico il nostro don Francesco. Uomo di Dio, pacificatore, missionario dedito alla preghiera ed alla contemplazione del Sangue di Cristo, sotto la sua guida la chiesa di Santa Maria la Greca trascorse uno dei periodi più belli della sua storia. Si deve a lui la sistemazione dell’altare del Crocifisso, di cui nutriva una grande devozione. Nel 1913 rese più ampia la casa di missione e completò l’impianto della luce elettrica. Negli anni della prima guerra mondiale ricevette la notizia della morte eroica del fratello minore Domenico, capitano di fanteria, morto sul Monte Sief (Col di Lana), in seguito insignito della medaglia d’argento al valor militare. Nel 1920 fece ricostruire il campanile rovinato da un fulmine e rifondere le tre campane lesionate. Stimato e conosciuto in tutta la Diocesi di Conversano-Monopoli, il vescovo mons. Lamberti lo chiamava spesso nel seminario di Conversano per predicare i riti e confessare i seminaristi. Lo stesso vescovo lo scelse come suo personale confessore e confidente.

Don Serafini aveva una grande passione per il canto liturgico. Non conosceva la musica ma era dotato di ottimo orecchio e grande memoria nel ricordare le melodie ascoltate ed imparate a Roma. accanto all’attività pastorale ricoprì anche importanti incarichi in Congregazione, così il 23 agosto 1921 fu eletto Consigliere generale dell’Ordine. Nel frattempo, nel 1932, don Serafini a seguito della decisione del visitatore apostolico di spostare tutti i missionari che tanti anni erano fermi in una stessa comunità, fu trasferito ad Albano Laziale. In 28 anni di presenza si può dire che casa di missione di Putignano si indentificava con don Francesco Serafini che portò avanti il suo servizio con grande spirito di abnegazione facendosi amare e stimare da tutta la popolazione cittadina e dell’intero comprensorio. Ad Albano vi restò per una decina di anni prima di essere di nuovo trasferito in terra pugliese, questa volta a Bari. Il 15 agosto 1944 don Francesco tornò a Putignano per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. L’avvenimento attirò una gran folla nella chiesa di Santa Maria la Greca che volle salutare ed abbracciare il suo indimenticabile missionario. L’anno seguente a Bari don Francesco mentre si trovava in strada fu investito da un camion militare inglese. In seguito all’incidente fu costretto a stare in casa, quasi sempre seduto su di una poltrona. Le sue condizioni di salute iniziarono però a peggiorare tanto che il 3 marzo 1946 il religioso morì. La notizia della morte di don Francesco Serafini suscitò grande dolore a Putignano, la cui popolazione restò talmente legata al suo apostolato che, sette anni dopo la sua morte, un comitato formato da sacerdoti, religiose e persone autorevoli fece formale richiesta per trasferire da Bari alla chiesa di Putignano le sue spoglie mortali con questa motivazione: perché costituissero nei secoli venturi una fonte di religiosa attrazione per le anime. La richiesta fu esaudita. Ancora oggi è vivo in molte persone anziane di Putignano il ricordo di don Francesco Serafini morto secondo tutti in concetto di santità.

 

Fonti:

Pietro Battista, In cammino da 100 anni. i Missionari del Preziosissimo Sangue a Putignano, Cesena, 2016;

«Il Sangue Prezioso», agosto-dicembre 1946, pp.62-63.  

Don Francesco Serafini, Missionario del Preziosissimo Sangue
Don Francesco Serafini, Missionario del Preziosissimo Sangue

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