Discorso del prof. Filippo Carcione per la commemorazione accademica del prof. Angelo Molle all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale

Ecc.mo Mons. Vescovo,

benvenuto e grazie per aver accolto, tramite il Cappellano, l’invito a presiedere questa liturgia. Un saluto anche a tutti i sacerdoti convenuti, tra cui il Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Salesiana, prof. Mauro Mantovano: tutti riuniti per ricordare il caro prof. Molle, docente di Storia delle religioni, presso il nostro Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Un corso, che è coordinato dalla prof. Amelia Broccoli e che si inserisce nella famiglia più ampia del Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute, diretto dalla prof. Loriana Castellani.  Un Corso, intorno al quale nasce la stessa Università di Cassino, partita mezzo secolo fa come Facoltà di Magistero in alloggi di fortuna e divenuta oggi la splendida realtà, che apprezziamo, qui, nel Campus Folcara, dotato di degna sede, sebbene ancora per tratti in cantiere, ma con una solida governace ormai ben localizzata, che si esprime ai massimi livelli nel Magnifico Rettore, prof. Giovanni Betta, e nel Direttore Generali, dott. Antonio Capparelli, subentrato in tale funzione appena dieci giorni fa e al quale vanno certamente, anche dalla presente assemblea, gli auguri di buon lavoro.

In questa Università, di cui siamo fiera componente accademica, il prof. Molle ha scritto una pagina piccola ma intensa, grazie alla familiarità che egli, sul finire del secolo scorso, comincia ad intrattenere con il nostro ambiente pedagogico, allorché la prof. Maria Gabriella De Santis, avendone conosciuto le doti, gli procurava i primi contratti di consulenza con le varie strutture dipartimentali, ove s’avvicenderanno nel tempo direttori quali il prof. Paolo Russo e la prof. Rosella Tomassoni. In quel contesto sorgeva anche la forte relazione con il prof. Annibale Pizzi, che intanto era diventato presidente di Corso e molto premerà perché Angelo Molle allargasse la sua collaborazione con l’Ateneo alla sfera didattica. Fu per l’autorevole intervento di Pizzi che Angelo, vincendo la sua umile ritrosia, si convinse ad affiancarmi come cultore di materia in Storia del Cristianesimo e delle Chiese, accumulando quell’esperienza che gli tornerà poi utile per assolvere al meglio i contratti di docenza, prima in Storia Moderna e da ultimo in Storia delle Religioni.

L’apprezzamento accademico è testimoniato dall’alta frequenza degli studenti alle sue lezioni. Ma lo possono attestare anche i vari colleghi, che con lui hanno condiviso tante iniziative per il territorio. Ad esempio:

  1. penso al servizio di supporto reso a varie iniziative editoriali del prof. Bernardo Starnino;
  2. penso ai confronti pubblici con il prof. Giovanni De Vita sul rapporto investigativo tra antropologia religiosa e memoria ecclesiastica;
  3. penso alle diverse promozioni bibliografiche condotte con il prof. Silvano Franco in materia storica;
  4. penso alla “Scuola di Mariologia” tenutasi quest’estate a San Giovanni Incarico con l’assistenza scientifica del Laboratorio di tecnologie della Conoscenza e dell’Educazione guidato dal prof. Antonio Cartelli Cartelli.

Oltre al lavoro sinergico, non sono mancati tra colleghi episodi di svago e convivialità: ultimo appuntamento, quello vissuto appena il primo dicembre scorso a S. Vincenzo Valle Roveto, ospiti della zia paterna del prof. Fabrizio Pizzi. Una simpatica foto dell’evento scattata dal prof. Giovanni Arduini immortala Angelo la Coordinatrice e altri docenti: cito questa foto, perché Lei, Eccellenza, dovrebbe averla vista, in quanto campeggia da oltre un mese sulla Pastorale Digitale della nostra Diocesi.

Concludendo:

  1. ad Angelo l’omaggio per il servizio reso all’Università;
  2. alla moglie Maria, a Don Antonio (che concelebra) e al resto dei familiari l’orgoglio per un uomo generoso e stimato da tutti;
  3. a noi la soddisfazione di poterlo commemorare in una cappella appena rinnovata grazie all’apporto premuroso di Francesco Cuzzi con altri dipendenti e appunto questo giorno, in cui diamo le pergamene ai nostri neo-laureati.

Proprio a loro estendo questo messaggio deontologico, che traggo da una pubblicazione dello stesso prof. Molle: «Formare […] significa […] tradurre nella mente e nel cuore dell’educando un sistema di valori dialetticamente esposto all’obiezione di coscienza; in caso contrario, il rischio della manipolazione c’è sempre. In altri termini, la formazione non può prescindere dal rispetto totale dell’educando, […] incentivandone l’elaborazione originale e lasciando sempre più gli spazi di autogestione man mano che la persona matura. Verrebbe da dire che il modello, in tal caso, è S. Giovanni Battista, quando dice di Cristo: “Lui deve crescere, io diminuire”. Così l’educazione: man mano che l’educando cresce responsabilmente l’educatore si ritrae (nel senso che guarda sempre più a distanza, non che diventa latitante)» [Prefazione, in AA.VV., Emergenza educativa, proposta cristiana e ricerca pedagogica, Arte Stampa Editore 2011].

Cassino, 10 maggio 2016

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