Aperti alla vita: le ragioni per amarla e difenderla dall’inizio alla fine

A Civitella Roveto un pomeriggio dedicato alla 42esima Giornata per la Vita

Domenica 2 febbraio, presso il teatro comunale di Civitella Roveto, ci si è ritrovati per celebrare la 42esima Giornata per la Vita. L’evento, organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia e curato nella sua realizzazione dall’avvocato Marco De Angelis, ha visto come protagonisti, nella prima parte, l’avvocato Arturo Buongiovanni, vicepresidente di FederVita Lazio, e successivamente l’esibizione di alcuni artisti locali.

Subito dopo i ringraziamenti di De Angelis, per la calorosa accoglienza e la numerosa partecipazione, e i saluti di Monsignor Franco Geremia, parroco di Civitella Roveto e Don Giovanni De Ciantis, direttore della Pastorale Familiare della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, l’avvocato Buongiovanni ci ha introdotti ad un momento di riflessione sul tema “Aperti alla Vita: le ragioni per amarla e difenderla dall’inizio alla fine”.

Un video molto coinvolgente ed emozionante ci ha traghettato alle sapienti parole del relatore che esordiva richiamandoci al fatto che «l’ospitalità della vita è una legge morale». Prima della legge giuridica che ci autorizza all’aborto c’è una legge morale che ci obbliga a difendere la vita e per questo essere credente non è una condizione necessaria. La difesa della vita prescinde da ogni credo religioso.

Se ci preoccupiamo di un bambino messo in pericolo da un eventuale incidente domestico o una malattia, e ci prodighiamo per aiutarlo e soccorrerlo perché non lo facciamo dal momento in cui quella vita è ancora nel suo stato embrionale?

Abbiamo le stesse preoccupazioni per le donne che abortiscono di quelle che abbiamo per i bambini in pericolo? Non c’è coerenza nei nostri atteggiamenti perché inquinati da una cultura che ci porta a credere che quello che è legge sia anche moralmente lecito.

Forse che la vita nel suo principio ha meno valore di quando si sarà sviluppata e divenuta adulta? Un feto nel suo ventesimo giorno dal concepimento ha già un cuore che batte e pur tuttavia la legge sull’aborto autorizza ad eliminare il feto fino al terzo mese in caso di “normalità” altrimenti, se ci sono malformazioni, si è autorizzati ad abortire anche oltre il terzo mese. Questo fa sì che si effettuino due tipi di discriminazioni sul feto, la prima legata all’età e la seconda legata alla salute. Successivamente l’eloquente relatore ci ha illustrato i pericoli legati alla fecondazione assistista e anche questa volta ci ha richiamati alla nostra responsabilità morale.

Infine ci ha presentato la battaglia che si sta perpetrando in questi ultimi tempi sul “testamento biologico” e la scelta del “fine vita”. Dire “sì” all’eutanasia vuol dire indurre le persone malate a ritenersi un problema, un peso per le famiglie e la società. Vuol dire che la vita di un malato vale meno di una persona sana. Lasciare ai malati la possibilità di uccidersi è dar loro una “libertà falsa” in nome di una falsa autodeterminazione. La storia nel corso dei secoli ci ha posto davanti a discriminazioni legate alle razze e al sesso, oggi si discrimina la vita.

Cerchiamo allora di impegnarci nell’appello lasciatoci dall’avvocato Buongiovanni: «Lasciamoci guidare dalla buona volontà e dalla passione per cambiare le cose!».

Terminata l’appassionata “arringa” il clima si è fatto più disteso con l’esibizione di talentuosi artisti civitellesi. Tra i cantanti abbiamo potuto apprezzare il talento di Tito Alfano, Maurizio e Daniel Allegritti (padre e figlio) e Sefora Silvestri, tutti sapientemente diretti dal maestro Marco Di Marco. Poi è stata la volta delle alunne della Scuola di Danza ASD Olympic, abilmente dirette dall’insegnante Genny Casalvieri. Quanti erano presenti hanno apprezzato ed ammirato la bravura di tutti e la competente e precisa regia dell’avvocato Pierluigi Oddi, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Civitella Roveto.

Alessandra Sciarra

Foto: Benedetto Di Pietro

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