Andrea Pantone e Luca Consales sono Diaconi

La comunità diocesana si rallegra dell’Ordinazione Diaconale

Un sabato sera “pieno di grazia” ha rallegrato molte persone riunite nella Concattedrale di Cassino: era il 7 dicembre, solenne vigilia dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria e si celebrava l’Ordinazione diaconale di Andrea Pantone e Luca Consales. Proprio come per Maria, a cui l’angelo Gabriele dandole il grande annuncio aveva detto “Il Signore è con te”, la presenza del Signore era palpabile e riempiva i cuori. A presiedere la solenne celebrazione era il Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, accanto a lui sull’altare Don Emanuele Giannone, Rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni dove Andrea compie il suo percorso di formazione, Mons. Alessandro Recchia, Vicario diocesano, Don Giansandro Salvi, responsabile diocesano dei diaconi e Mons. Domenico Simeone; ai lati molti i Sacerdoti diocesani concelebranti.

Suggestiva ed emozionante la celebrazione fin dall’ingresso in processione di celebranti, ministranti e ordinandi. Questi ultimi, dapprima seduti nel settore dell’assemblea accanto ai propri familiari, sono stati chiamati davanti all’altare a dire pubblicamente il loro “Eccomi”. Alla domanda del Vescovo sulla loro idoneità, è intervenuto Don Giovanni De Ciantis a presentare Andrea Pantoni, della Parrocchia di S. Giovanni B. e S. Giuliano Martire in Sora, poi Don Nello Crescenzi a presentare Luca Consales, della Parrocchia di S. Giovani B. in S. Angelo in Theodice. Così si è conosciuta meglio la loro storia vocazionale, frutto di percorsi di discernimento diversi che vedono Andrea, più giovane, entrare in seminario dove matura la propria scelta del Sacerdozio e dimostra sensibilità e disponibilità all’aiuto ai sofferenti, al sacrificio e al servizio, sia nella famiglia sia nella partecipazione ai soggiorni dell’UNITALSI. Luca invece, di formazione Agesci, si è sentito chiamato dal Signore alla famiglia e insieme alla moglie Sonia, con cui condivide la devozione e la consacrazione a Maria, e ai cinque figli (tra i 14 e i 5 anni) coltiva il desiderio di allargare lo spirito di servizio e la sapienza del cuore anche oltre la famiglia, in un orizzonte più ampio, per diventare Diacono permanente e far sentire ad altri la maternità della chiesa.
Intense e profonde le parole del Vescovo nell’omelia, su Maria, sulla vocazione e le vocazioni (l’8 dicembre è la Giornata vocazionale diocesana), e sullo spirito di diaconia o servizio, egli che con cura e paterno affetto segue il cammino spirituale dei giovani e dei seminaristi. La prospettiva diaconale della chiesa in cammino, ha affermato, va verso l’umanità in attesa di salvezza, verso le periferie. Non basta una “sopravvivenza”, né una pastorale di manutenzione o di conservazione. Per ribadire che i diaconi sono diretti collaboratori del Vescovo e del presbiterio per il servizio della Parola, dell’altare e della carità, Mons. Antonazzo ha citato le parole di Papa Francesco dello scorso 16 novembre, sul “pericolo di clericalizzare i laici”: i diaconi permanenti «invece di essere i custodi del servizio nella diocesi, subito guardano l’altare e finiscono per essere “preti mancati”, preti a metà strada. Io consiglio ai vescovi: “Allontanate i diaconi dall’altare”, che vadano al servizio. Sono i custodi del servizio, non chierichetti di prima categoria o preti di seconda categoria».
Particolarmente toccanti, dopo l’omelia, i vari momenti della liturgia dell’Ordinazione: gli impegni degli eletti, presi con voce forte e decisa da ambedue; il canto delle Litanie dei Santi, per creare unione tra la chiesa pellegrina sulla terra e la chiesa celeste, mentre i due eletti erano prostrati a terra; l’imposizione delle mani sul capo dei due ordinandi e la solenne Preghiera di Ordinazione; infine i riti esplicativi per rendere visivamente il ruolo dei nuovi diaconi: la vestizione con gli abiti diaconali, la consegna del Vangelo, in cui specchiarsi e da annunciare, l’abbraccio di pace.
La celebrazione è proseguita con i neo-diaconi sull’altare a servire, mentre il Coro “S. Giovanni Battista Città di Cassino”, diretto dal M° Fulvio Venditti, continuava ad animare splendidamente la liturgia, curata con la massima attenzione dai Seminaristi diocesani, la cui unità tra loro e con i nuovi diaconi si percepiva fortissima e fraterna.
Al termine della celebrazione, i neodiaconi hanno preso la parola per esprimere il loro grazie a Dio, al Vescovo, a tutti coloro che li hanno accompagnati in questi anni di cammino vocazionale, ai parroci nelle cui comunità hanno prestato il loro servizio pastorale, alle proprie famiglie e a tutti i partecipanti: a quel momento la voce ha avuto qualche défaillance per l’emozione… ma l’assemblea ha risposto con forti e partecipativi applausi. Infine c’è stato il momento dei saluti, della festa, degli abbracci, di una conviviale di famiglia, della “famiglia diocesana”, perché non c’erano solo cassinati, ma anche molte persone provenienti da altre parrocchie e altre zone. Una festa, insomma, un “rallegrarsi” tutti come Maria, per la grazia del diaconato, perché davvero Dio era presente, grazie a due giovani generosi divenuti Diaconi nella Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo per la Chiesa universale. La preghiera dell’intera comunità sarà per loro e per tutti i consacrati, ma anche – e molto – perché “il Signore continui a mandare sante e numerose vocazioni alla nostra chiesa particolare”.

Adriana Letta
Foto di Alberto Ceccon

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