Acqua Azzurra Acqua Chiara

 

 

Il dialogo con la Samaritana (Gv 4,1-30) avvenuto al pozzo di Giacobbe, evidenzia l’intervento terapeutico di Gesù che apre possibilità di scoperta delle verità nuove. Verità che sconvolgono e cambiano un’esistenza grigia e disillusa: la Samaritana è questo.
Gesù le si rivolge per primo e le fa una richiesta:

<<Dammi da bere!>> (Gv 4,10).

L’acqua è simbolo della purificazione e della fertilità. In che modo possiamo intendere queste parole? La domanda è una delle più importanti:

<<Dimmi qual è la fonte dalla quale alimenti la tua sete di vita>>. In altre parole: <<Dimmi se sei felice>>.

È una domanda secca e pungente e, sentirsi dire una cosa del genere, in un comune dialogo interpersonale, dà quasi l’impressione di subire una violazione della privacy. È vietato fare simili domande, come lo è che un giudeo parli con un samaritano, ma al pozzo è possibile affrontare la questione. Esso è il luogo che mi costringe a fermarmi e a riconoscere il mio vitale e quotidiano bisogno dell’acqua; è anche simbolo della ricchezza che affiora dalle profondità.

L’uomo avverte una grande sete di benessere e felicità alla quale non potrà mai rinunciare. Ma chi cerca la gioia di vivere laddove non c’è, non placherà mai la sua sete. Ogni giorno andrà a cercarla, ma non la troverà. Chi invece la cercherà laddove essa è, quello sì che la troverà.

Questa scena spiega solo parzialmente il significato dell’incontro al pozzo di Giacobbe. La proposta terapeutica di Gesù, infatti, va oltre: la persona sarà guarita e rigenerata solo dal contatto quotidiano con la Sorgente, fino a una sostanziale trasformazione che la porterà a diventare essa stessa sorgente di energia positiva, benefica e vitale.

 

Angela Taglialatela

Categorie: #Musica&Fede,Tutte Le Notizie

Tags: