Una corona di fiori e luci per Maria

La processione dell’Immacolata e l’incoronazione
Quest’anno la parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha apportato una novità alla tradizione dell’8 dicembre: non più il semplice corteo fino alla vicina piazza Diaz per la cerimonia della Incoronazione di Maria, ma una vera processione, con un percorso più lungo e articolato e con rientro in chiesa e, soprattutto, con la statua dell’Immacolata.

La processione aux flambeaux si è snodata suggestiva per le vie parrocchiali, tra canti, preghiere e brani musicali eseguiti dalla Banda, fino a giungere in una piazza Diaz gremitissima, davanti alla “Madonnina” collocata sulla sommità di una colonna. Le due bambine che portavano la corona di fiori e luci, dopo un breve momento di preghiera, l’hanno consegnata al Vescovo Gerardo Antonazzo, il quale a sua volta l’ha affidata ai Vigili del Fuoco, già pronti con il loro mezzo e la scala aerea. Momento emozionante, tutti col naso in su ad ammirare il vigile che è salito sulla scala sempre più in alto per raggiungere la statua della Madonna e deporre tra le sue braccia la corona, simbolo della devozione, dell’affetto e dell’affidamento del popolo a Maria. Un rito di devozione molto caro ai cassinati, che non manca mai di emozionare e coinvolgere. Prima della benedizione finale, il Vescovo, con sensibilità, ha voluto fissare l’attenzione di tutti sulla scritta incisa sul basamento della statua: “Cassino da te confortata nell’estrema sciagura, nel Tuo Nome risorta a più fecondo lavoro, da te implora, Maria, che la sua nuova vita sia degna del Tuo Amore” e l’ha letta come una preghiera e al tempo stesso un impegno dei cassinati ad una nuova vita degna dell’amore di Maria.

Il Presepe
Dopo che la processione è tornata in chiesa, ultimo momento è stato la benedizione del Vescovo al presepe allestito nel giardino della scuola delle Suore Stimmatine, vicino alla Madonnina, preceduto da una esibizione di canti natalizi dei bravissimi piccoli alunni, diretti dalla instancabile Susi Comparone e ben imbacuccati nell’aria nebbiosa e fredda della sera. Una bambina ha spiegato il motivo ispiratore del presepe 2015, suggerito da un nonno di nome Antonio, e realizzato dagli alunni di 3ª, 4ª e 5ª elementare.

L’originale presepe era ambientato nel mar Mediterraneo ed i personaggi erano “su un barcone, dove ogni profugo rappresenta Gesù con le sue sofferenze”. Nessuno mai – ha proseguito la piccola speaker – si sofferma veramente a riflettere sulle cause che spingono interi popoli a lasciare la propria terra e a venire in Europa; c’è tutta una parte di mondo che non ha da mangiare, che ha la guerra, la carestia, le epidemie in casa, e per questo fugge in cerca di sopravvivenza. E poi viene lasciata morire su un barcone, o viene considerata e trattata come criminale, solo per il fatto di essere povera. Una cosa è certa, ha affermato la scolara: il mondo non sta bene”. E citando una frase di Papa Francesco, ha concluso: “Il mondo può migliorare soltanto se l’attenzione primaria è rivolta alla persona, in tutte le sue dimensioni, inclusa quella spirituale; se non viene trascurato nessuno compresi i poveri, i malati, i carcerati, i bisognosi e i forestieri”.

Il vescovo Gerardo ha molto apprezzato l’opera della scuola ed ha avuto parole toccanti su un tema purtroppo tanto attuale, ricordando i numerosi bambini che hanno trovato la morte negli ultimi mesi e nel naufragio dello stesso giorno. Ha inoltre ben sottolineato il valore del presepe, che le Stimmatine, da francescane, hanno sempre avuto molto a cuore, come ha detto Don Benedetto nel ringraziarle.

Infine, alla presenza di una gran folla e di autorità fra cui il vicesindaco Mario Costa, la benedizione ed i saluti finali di una giornata che ha lasciato il segno.

Adriana Letta

 

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