Missionari di Speranza tra le Genti
Con un altare addobbato con i colori rappresentanti i cinque continenti della terra, la chiesa di S.Sebastiano e la comunità santeliana ha ospitato la “Veglia per la giornata Missionaria mondiale” presieduta di Mons. Vescovo alla presenza di sacerdoti intervenuti ed in particolar modo, di Don Pasqualino responsabile dell’ufficio missionario della diocesi, per una preghiera comunitaria in aiuto delle moltissime missioni che operano in ogni parte del mondo, in aiuto di quelle popolazioni particolarmente disagiate, bisognose di aiuto e soprattutto di una parola di “speranza” che le aiuti fattivamente a “credere” e ad avere speranza in un mondo migliore fatto di pace e giustizia per tutti i popoli della terra.
La veglia si è articolata in un susseguirsi di canti e preghiere cui ha partecipato anche un nutrito gruppo di missionari che hanno dato il loro contributo alla donazione di speranza presso le popolazioni africane.
Particolarmente sentita l’omelia del Vescovo che ha menzionato il piccolo granello di senape che, vissuto nella logica di Gesù, potrebbe divenire qualcosa di veramente grande, paragonandolo alla fede che ogni cristiano dovrebbe avere per poter far crescere il Regno di Dio: “Se voi aveste fede quanto un granello di senape…….”. Ciò sta a sottolineare come il Regno di Dio, pur non manifestandosi con grandezza e potenza esteriore, sia pieno di vita e capacità di crescita proprio come quel “granello”.
Da qui ne discende la logica del “piantare il semino di senape” che cresce giorno e notte anche quando il contadino dorme. Noi dobbiamo piantare il semino e poi lasciare che questo cresca naturalmente con l’aiuto del Signore, perchè dopo il nostro primo gesto, ci penserà Lui a far crescere quell’opera buona che abbiamo compiuto. Ma per poterlo piantare occorre una “relazione” con l’altro che deve riceverlo: e qui nasce la logica missionaria: avere un semplice contatto con colui che ci ascolta per poterci relazionare con lui, che si concreta nel “dare” e nel “ricevere”. Non basta il solo donare qualcosa, ma dobbiamo avere un contatto con il prossimo, nel vero senso della parola, per poterci relazionare. Una relazione che può farci condividere la speranza. Dobbiamo fargli sentire la nostra vicinanza, sì da far crescere il Regno di Dio: “Ove c’è disperazione che io porti speranza”, così pregava S.Francesco. Ma occorre, però, il nostro primo passo di avvicinamento, come nel piantare il piccolo seme di senape. Nel Vangelo Gesù è stato sempre il primo a fare il primo passo, è sempre stato Lui il primo ad avvicinarsi al prossimo per confortarlo e per guarirlo. Quindi, se come Lui, facciamo il primo passo, diveniamo anche noi missionari di speranza: facciamo il primo passo, il primo contatto come ci raccomanda Papa Leone, che ci permette di essere disponibili ad ascoltare e divenire, così, seminatori di speranza.
Al termine i missionari hanno donato a tutti i presenti dei piccoli semini come gesto simbolico da piantare e far crescere nel nome dell’amore e della speranza.
Maurizio Facchini



































