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Messa crismale 2025

 

Cassino, il Vescovo e i Sacerdoti della Diocesi celebrano la “Festa del Sacerdozio”

Rinnovazione delle promesse sacerdotali e benedizione degli oli

 

Il mercoledì pomeriggio della Settimana Santa è particolarmente importante e partecipato, perché la Messa che il Vescovo concelebra con tutti i Sacerdoti della Diocesi, con la benedizione del crisma e degli altri oli, rende bene anche visivamente l’unione dei presbiteri col Vescovo e svela anche la pienezza del sacerdozio del Vescovo; questa manifestazione di unione dei presbiteri con lui diventa quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo. Perciò la Messa crismale, celebrata solennemente nella Cattedrale, è un po’ la festa del Sacerdozio.

Nella nostra Diocesi, da parecchi anni la Messa Crismale si celebra nella Concattedrale di Cassino, molto più spaziosa, e anche quest’anno è stata affollatissima. Già l’ingresso in chiesa di tutto il lunghissimo corteo aperto dalla Croce e dai ministranti, comprendente i diaconi e tutti i sacerdoti, e chiuso dal Vescovo, è uno spettacolo, non solo per gli occhi ma anche per il cuore dei fedeli, che vedono sfilare sacerdoti conosciuti o meno, giovani, come il novello Don Piergiorgio, ordinato meno di un mese fa, o più maturi o addirittura anziani e fragili, magari aiutati da confratelli più validi. Il fedele riconosce in loro la guida, colui che nella tale occasione è stato di grande aiuto e sostegno, che li ha battezzati o uniti in matrimonio… Riconosce un legame, una relazione di quelle importanti della vita e allora, durante l’ingresso in chiesa, mentre la Corale, , di Aquino e supportata dal Coro “Annibale Messore” di S. Ambrogio, canta “Lo Spirito del Signore è sopra di me…”, si vedono degli sguardi, dei sorrisi, dei cenni di saluto…

All’inizio della celebrazione del 16 aprile, il Vescovo Gerardo Antonazzo ha nominato i sacerdoti andati in cielo in questo anno o che hanno compiuto un numero tondo di anni di ministero sacerdotale (addirittura 75!) o che sono fragili, o assenti per motivi di salute, perché di anni ne hanno compiuti molti, allora si è provato un senso di tenerezza infinita. Altro momento importante e certamente emozionante è stato quando hanno rinnovato le promesse sacerdotali. Il vescovo, dopo l’omelia, in cui ha riproposto il tema della Speranza, linea-guida del Giubileo in corso, ha chiesto loro: “Carissimi presbiteri, la santa Chiesa celebra la memoria annuale del giorno in cui Cristo Signore comunicò agli apostoli e a noi il suo sacerdozio. Volete rinnovare le promesse, che al momento dell’ordinazione avete fatto davanti al vostro vescovo e al popolo santo di Dio?” ed essi hanno risposto: “Sì, lo voglio”, in un coro potente di voci maschili. È una cosa che va dritta al cuore.

Poi è seguito il rito della benedizione degli oli, che sottolinea pure il mistero della Chiesa come sacramento globale di Cristo, che santifica ogni realtà e situazione di vita. E infatti sono state portate all’altare tre grandi ampolle: l’olio dei catecumeni, portato da un sacerdote che cura la pastorale familiare e una giovane coppia con neonato; l’olio degli infermi per l’unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice di Cristo, portato dal sacerdote responsabile della pastorale sanitaria, una dottoressa e una infermiera; infine il Crisma, portato da alcuni cresimandi e dal sacerdote che li segue, perché il crisma si usa appunto nel Battesimo, nella Cresima, nell’Ordinazione sacerdotale, un olio che viene profumato col nardo e con profumo di bergamotto, quest’ultimo offerto anche quest’anno dai vescovi della Locride: è il Vescovo stesso che versa il profumo nel vaso dell’olio e ci soffia dentro, come lo Spirito.

L’olio è una di quelle realtà elementari in natura, come l’acqua, l’aria, la luce, doni di Dio creatore, redentore e santificatore; è sostanza terapeutica, aromatica e conviviale, infatti risana le ferite, profuma le membra, allieta la mensa. Perciò è preso a simbolo nella Bibbia e nella liturgia, dell’unzione dello spirito che risana, illumina, conforta, consacra e dona carismi a tutto il corpo. Venendo poi utilizzato nei sacramenti e nei sacramentali, è come lo spirito di Dio che si diffonde in tutte le membra della Chiesa. Infatti gli oli contenuti nelle grandi ampolle, vengono poi suddivisi in otto e consegnati ai responsabili delle otto zone pastorali, che li suddivideranno ancora in modo da consegnare ad ogni parrocchia il quantitativo necessario. Così dal Capo si diffonde in tutte le membra della Chiesa e si espande nel mondo il buon odore di Cristo.

Al termine della celebrazione eucaristica, prima della solenne Benedizione conclusiva, il Vicario diocesano, Mons. Alessandro Recchia, ha preso la parola per ringraziare, a nome di tutti i confratelli, il Vescovo e tutti i presenti. Poi i sacerdoti, con il vescovo, si sono spostati nei locali della Curia per vivere un momento di fraternità gioiosa: li aspettava anche una bella torta… Era la festa del Sacerdozio!

Adriana Letta