Cassino, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, benedetta la statua del Salvatore in Concattedrale
Nella Messa serale del 27 giugno, in cui la Chiesa celebra il Sacro Cuore di Gesù, il Vescovo Gerardo Antonazzo, venuto a presiedere la celebrazione, che prevedeva lo scoprimento di una statua di Cristo Salvatore, subito dopo i riti di ingresso, ha lasciato che fosse presentata la ragione profonda dell’evento, ma anche che fosse ricordata la storia, lunghissima e tormentata, di questa chiesa, dedicata a tre Patroni: SS.mo Salvatore, S. Maria Assunta, S. Germano V. La storia, ricostruibile grazie alle cronache sempre ben curate dall’Abbazia di Montecassino, attesta con certezza che la prima chiesa costruita in quel luogo agli inizi del sec. IX era dedicata al Salvatore. Molteplici vicissitudini, in tanti secoli, hanno visto distruzioni, terremoti, periodi tormentati e poi nuove ricostruzioni. L’ultima distruzione della chiesa fu nel 1944, con i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Fu ricostruita nuovamente con la posa della prima pietra il 25 novembre 1973 e la dedicazione il 5 giugno 1977 con il card. Umberto Mozzoni. L’ultimo cambiamento è stato dopo l’unificazione delle due diocesi di Sora e di Montecassino: per interessamento del Vescovo Antonazzo, nel 2018 la Chiesa madre è diventata Concattedrale, parificata alla chiesa Cattedrale quanto a dignità e privilegi, pur conservando precedenza minore.
Dunque ora la statua che rappresenta il SS.mo Salvatore, il principio di tutto, va a completare ciò che dice l’iscrizione che sovrasta l’altare: “Salva nos Christe, Salvator mundi”. La Madonna Assunta, Patrona anche lei della chiesa, è rappresentata da una statua antica e molto amata e venerata dalla popolazione; San Germano Vescovo di Capua contemporaneo e amico di San Benedetto, è presente con una statua marmorea (una delle poche cose antiche rimaste salve a Cassino dopo la distruzione bellica!), risalente al sec. XV, opera dello scultore fra Celso, e con una reliquia. Dunque, lo scoprimento della statua del SS.mo Salvatore non è un qualcosa in più, ma in un certo senso è un riconoscimento, tardivo in verità, alla antica e travagliata storia di questa chiesa e di questa città.
Mentre venivano spiegate tali cose, la nuova statua, posizionata su una mensola abbastanza alta tra la cappella dell’Assunta e l’organo, era evidenziata da una luce, ma ancora coperta con un panno bianco. Il Vescovo, con il Parroco Don Emanuele Secondi e i ministranti, ha pronunciato le parole e preghiere previste dal rito, poi ha scoperto la statua, aspergendola con l’acqua santa, incensandola e benedicendola. Un grande applauso dei fedeli presenti ha concluso questo momento. Momento toccante, anche perché ora, guardando avanti, si vede una singolare somiglianza e complementarietà delle due immagini: sull’altare c’è Gesù Crocifisso con le braccia allargate, segno del dono completo che ha fatto di sé, avendo dato tutta la sua vita. Sulla destra la figura di Gesù è ugualmente con le braccia allargate, ma è il Gesù Risorto che ci viene incontro e ci dice che sì, vale la pena dare la vita per gli altri, si vince sulla morte come ha fatto lui. Ci dice insomma quanto è grande e immenso l’Amore di Cristo verso ognuno di noi e ci invita a seguirlo.
Poi la celebrazione è continuata come di norma. Nell’omelia il Vescovo Gerardo si è soffermato sul Cuore di Gesù e si è riferito all’ultima Lettera apostolica di Papa Francesco “Dilexit nos” – Sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo”, pubblicata il 24 ottobre 2024. Occorre dare un cuore a questo mondo, ha detto, non il nostro amore umano, ma l’amore di Cristo che ha dato la vita per i nemici, come un dono di amore gratuito, un dare la propria vita, piena, a perdere. Bisogna fare le cose col cuore. Così si possono riparare i drammi provocati dal peccato, ridurre la “massa tumorale” del peccato. Lo ha fatto Gesù, dobbiamo farlo anche noi, per completare quello che Gesù ha fatto. Bisogna donare per donarsi; educare all’amore del cuore. Ci vuole desiderio e capacità. Bisogna imparare ad amare da Cristo, Gesù Pastore buono.
Al termine della celebrazione, il Vescovo come sempre si è avvicinato a salutare la rappresentanza dell’Amministrazione cittadina nella persona di Jole Falese, parrocchiana di questa chiesa. La comunità aveva preparato per l’occasione, un piccolo rinfresco per festeggiare l’evento.
Adriana Letta