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La gioia del Corpus Domini

Celebrato a Cassino con il Vescovo Gerardo il Corpo e il Sangue di Cristo

La gioia di poter festeggiare e onorare la solennità del Corpus Domini, dopo due anni di distanziamenti fra le persone, è stata grande ed ha suscitato nuove energie. Per poter permettere che il Vescovo Gerardo Antonazzo potesse presiedere la celebrazione Eucaristica e la Processione sia a Sora che a Cassino, si è deciso di farlo in due giorni, la sera del sabato e la domenica. Così sabato 18 è stata Cassino, alla Messa vespertina, presso la chiesa di S. Giovanni Battista, ad accogliere il Vescovo diocesano. Nella chiesa il corridoio centrale era occupato da un bellissimo tappeto floreale, secondo la bella tradizione dell’Infiorata, per cui non solo i fedeli sono entrati attraversando scrupolosamente solo i corridoi laterali per prendere posto, ma anche i celebranti hanno fatto lo stesso per arrivare all’altare. La chiesa si è presto riempita, tanto che qualcuno occupava anche le sedie nello spazio laterale esterno da cui si poteva seguire la celebrazione. A concelebrare erano i parroci ed i sacerdoti del cassinate, come un’unica grande famiglia; ad animare mirabilmente la liturgia il Coro parrocchiale “S. Giovanni Battista Città di Cassino” diretto da Fulvio Venditti. Presente una rappresentanza dell’Amministrazione comunale con il Gonfalone della Città decorato con Medaglia d’Oro, che ha seguito la celebrazione fino alla fine.

Bellissime le parole del Vescovo Gerardo, che ha parlato del Corpo e del Sangue di Cristo proprio come del centro della fede, fonte e culmine della vita cristiana. È questo, ha affermato con forza, che la festa del Corpus Domini ci consegna: l’Eucaristia, e cioè la presenza vera di Cristo tra noi e in noi, l’importanza della sua celebrazione e trasmissione; e la Chiesa, comunità di cristiani, cioè di coloro che, nonostante tutte le loro fragilità, hanno deciso di seguire Cristo e diventare come lui, di imitarlo fino a diventare i suoi testimoni, perché il mondo possa arrivare a Cristo attraverso i cristiani che, pur essendo molti, formano un solo corpo, la Chiesa. Essa è sempre in cammino, non è e non deve essere statica e chiusa, ma in continuo divenire, in perenne cammino sinodale. Dire Chiesa e dire Sinodalità, cioè comunità in comunione, scambio, condivisione, è e deve essere la stessa cosa. Su questo anche nella nostra Diocesi stiamo lavorando nel Sinodo in atto.

Al termine della Messa, è stato esposto il Santissimo nell’ostensorio che il Vescovo ha sorretto e portato poi per tutto il percorso della Processione con visibile compunzione e devozione. Doveva essere Gesù stesso il primo a passare sul bel tappeto floreale preparato con entusiasmo e con amore proprio per Lui. E così è stato, non solo nella chiesa di San Giovanni, ma anche nelle soste della processione, fatte là dove le altre comunità parrocchiali avevano preparato la loro infiorata nel posto assegnato. La prima sosta è stata presso l’infiorata allestita dalla parrocchia di S. Antonio, tutta incentrata sul tema della pace e sulla richiesta a Dio; ogni volta il Vescovo depositava sull’altarino preparato l’ostensorio con il Santissimo e si inginocchiava in preghiera; veniva letto un brano evangelico su cui riflettere, poi un’invocazione, infine egli impartiva la benedizione eucaristica, mentre tutti si inginocchiavano, ben consapevoli che in questa che è la madre di tutte le processioni, non si porta esposto un simulacro fatto da mano d’uomo, una statua o un dipinto, fosse pure nel materiale più prezioso ed eseguito dall’artista più famoso, ma si tratta del Corpo e del Sangue vivo e vero di Cristo Gesù.

Poco distante c’è stato l’allestimento della Parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo, incentrato sulla istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena. Arrivando attraverso Via De Nicola nei pressi della Concattedrale, vicino alla Casa di riposo “S. Maria Assunta”, presso le sorgenti del Gari era la tappa preparata dalla Parrocchia di S. Pietro Apostolo. Un grande semicerchio verde riportava un calice con l’Ostia e i simboli dell’Eucaristia, il grano, l’uva, una colomba di pace. Infine si è entrati nella vicina chiesa concattedrale, all’interno della quale il corridoio centrale era un susseguirsi di tappeti floreali, dedicati al Cammino sinodale, all’Eucaristia, con ornamenti floreali. Tutti molto belli gli allestimenti, evidentemente le comunità parrocchiali si sono dedicate davvero col cuore a questo lavoro, che pur richiede preparazione, creatività, ricerca dei materiali, manualità, e sicuramente disponibilità al sacrificio e collaborazione fra molte persone di tutte le età. È il bello di questa festa tanto solenne, risveglia il senso di appartenenza, mobilita tante persone, anche se solitamente non molto impegnate nella quotidianità, ma è il Corpus Domini, quello che in un certo senso identifica il mese di giugno, che guarda a quel pane e a quel vino con sguardo nuovo, più consapevole e più grato.

Adriana Letta