Con profonda commozione, mi accingo a scrivere per il secondo anno consecutivo un commento sulla solenne festa di San Ermete. Nonostante la consapevolezza di non essere pienamente all’altezza di tale compito, sento un profondo onore nell’essere stato nuovamente chiamato a questa responsabilità. E non avrei potuto rifiutare, perché una scintilla di fervore, un’ispirazione autentica, mi ha spinto a partecipare ancora una volta a questa celebrazione.
Luglio 2024, milleventicinquesimo anniversario del nostro Santo: un’esplosione di fede e devozione ha travolto l’intero paese, un’ondata di gioia e gratitudine che ha adornato ogni angolo, come avviene da secoli, grazie alla fede tramandata dai nostri antenati. A questo evento di inestimabile valore spirituale, non è mancata la presenza del Vescovo Gerardo Antonazzo, la cui partecipazione è stata un segno tangibile di vicinanza e amore per il nostro popolo, un’esperienza che ha toccato profondamente il cuore di ognuno. E come un sogno che si ripete, il 9 luglio 2025 ci ritroviamo di nuovo qui, per rinnovare la nostra devozione a San Ermete, con la partecipazione del nostro illustre vescovo.
La sua profonda spiritualità, il suo amore incondizionato per tutti i santi, ha acceso in me una luce, una scintilla di fede. A nome mio e di tutta la comunità Rendinarese, desidero esprimere la nostra più sentita gratitudine, Eccellenza, per averci onorato della sua preziosa presenza.
Infine, non posso dimenticare, anzi desidero ringraziare con tutto il cuore, l’instancabile organizzatore di questo evento, il diacono Antonio Carnevale, parroco e titolare della nostra parrocchia di San Giovanni Battista. Con maestria e amore, ha saputo unire tutte le componenti della nostra comunità, rendendo possibile il successo di questa meravigliosa festa. Possiamo affermare con certezza che il diacono Antonio, dopo venticinque anni di servizio alla nostra parrocchia, è divenuto un devoto di San Ermete, e non potrebbe essere altrimenti.
Giuseppe di Battista
Foto Mauro Facchini
