La comunità di San Biagio varca la Porta Santa guidata dalla croce e dalla fede condivisa, per rinnovare l’Alleanza nel Sangue del Redentore
Quello che segue è il racconto del pellegrinaggio giubilare vissuto dalla comunità parrocchiale di San Biagio, martire, di Sant’Elia Fiumerapido (FR), in occasione del Giubileo del Preziosissimo Sangue, il 1° luglio 2025. Una giornata intensa, vissuta nella preghiera, nell’ascolto e nella comunione, sotto il segno della Croce e dell’Alleanza in Cristo.
Solleciti, ancora prima che il sole sorgesse, siamo partiti alla volta di una Roma assolata, con il cuore colmo di attesa. La meta: incontrare la Famiglia del Preziosissimo Sangue e, insieme a loro, varcare la Porta Santa.
La croce, vessillo della nostra fede, ha guidato i nostri passi lungo il cammino della riconciliazione. In un clima di raccoglimento e preghiera, cantando, siamo giunti a San Pietro, che ci ha accolti nel suo abbraccio solenne, aprendoci la porta della storia dell’umanità e della nostra personale storia. Uniti nella preghiera, uniti nel Sangue di Cristo, abbiamo attraversato la Porta del Perdono, segno vivo della misericordia di Dio.
Un’Alleanza viva lega la nostra comunità alle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, presenti sul nostro territorio. Un’Alleanza di intenti, ma soprattutto la Nuova Alleanza nel Sangue di Cristo. Parole cariche di verità e provocazione quelle del cardinale Tagle, che ci ha invitato a interrogarci sul senso della nostra missione: «Gesù offre la sua vita… e noi, cosa offriamo?» Il patto nel Sangue del Redentore ci spinge a un nuovo sguardo sull’altro, generativo, capace di costruire relazioni vere.
A concelebrare l’Eucaristia, anche il nostro parroco, don Remo, pastore tra i pastori, che ha portato sull’altare le intenzioni dell’intera comunità di Sant’Elia.
Nel pomeriggio, è stata la Basilica di Santa Maria Maggiore ad accoglierci, con la sua Porta dalle mani tese, simbolo di riconciliazione e nuovo inizio. Il marmo bianco con inciso “Franciscus” ci ha ricordato: «Mi hai chiamato per nome, e il mio nome è diventato tuo testimone». È stato l’abbraccio della Madre a stringere tutta l’umanità, ancora una volta, al cuore di Dio.
Con il calare della sera, le nostre voci si sono levate alte: «Su noi tu sempre vigile, insegnaci la via che nell’eterno gaudio ci riporti a Sant’Elia».
Le nostre bisacce, al ritorno, erano ricolme. Non di cose materiali, ma dell’emozione profonda di sentirci Chiesa in cammino, parte viva di quel popolo di Dio che, dai quattro angoli della terra, converge a Roma e si ancora in Cristo, Redentore e Salvatore del mondo.