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Il Concerto della Passione 2025

Terza edizione a cura della Banda musicale “Don Bosco Città di Cassino” e della Filodrammatica Don Bosco

Domenica delle Palme, ore 20.30: la chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo a Cassino, che già in tutto il giorno ha visto un alternarsi di celebrazioni, data la ricorrenza, si riempie di nuovo di persone che giungono a frotte. È l’attesa serata del Concerto della Passione, giunto alla terza edizione, organizzato e offerto da due gruppi storici della Parrocchia: la Banda musicale “Don Bosco Città di Cassino”, diretta dal M° Marcello Bruni e la Filodrammatica Don Bosco, diretta da M. Patrizia Velardi. C’è attesa, gli spazi sono tutti pieni, anche perché una buona parte della chiesa è occupata dai musicisti con i loro strumenti e leggìi e gli spettatori si assiepano tra i banchi. Viene annunciato che alla fine del concerto ci sarà in fondo alla chiesa una raccolta di offerte libere per aiutare le famiglie bisognose della Parrocchia, triplicate negli ultimi tre anni. È giunto anche il Sindaco Enzo Salera, prende posto anche lui.

Il Maestro Marcello, insieme a M. Patrizia, introduce il tema spiegando come sarà questo specialissimo concerto. Osserva che in tutto il Sud Italia i giorni della Settimana Santa sono molto sentiti dalla popolazione ma ancor più dai musicisti, che non mancano mai a questo appuntamento. Quasi tutti i musicisti hanno composto una “Marcia funebre”, con un gran senso di sacralità. Promette anche che questo concerto sarà “unico e irripetibile”.

La Banda entra ordinatamente per prendere posto: sono numerosi, molti sono ragazzi e anche bambini che imparano a suonare e ci sono diversi musicisti già diplomati che suonano in Banda e insegnano anche. Entrano e si siedono dietro alla Banda vicino all’altare, i figuranti della Filodrammatica Don Bosco e subito si capisce che rappresentano gli Apostoli con Gesù. Al microfono per presentare si pone il bravissimo Fabrizio Nardone, nato e formato come attore anche lui in questa Parrocchia.

In un attimo cambia la scena: si spengono le luci, restano solo le piccole luci sul leggìo a illuminare le note da suonare. Il grande Crocifisso della chiesa è coperto da un drappo viola. E al segnale del Maestro la musica inizia con un adagio di Albinoni arrangiato da Jacob de Haan. La musica è triste ma trascinante, l’atmosfera è davvero suggestiva, apre l’anima, la tocca nel profondo. Nessuno fiata tra il pubblico attentissimo. Quando la musica tace, inizia la rappresentazione teatrale, l’Ultima Cena: Gesù, che siede in mezzo agli Apostoli, parla loro, poi consacra il pane e lo distribuisce loro invitandoli a mangiare quello che non è più pane, ma il suo Corpo; poi prende il calice e pronuncia la formula della consacrazione del vino che diviene il suo sangue, per farlo poi bere ai suoi. Giuda è scappato via. C’è un silenzio incredibile. Le poche parole pronunciate fanno riflettere e pongono domande a chiunque. È quello che sentiamo nella Messa, eppure fa un effetto diverso, come se fosse la prima volta che sentiamo quelle parole. Lavorano dentro di noi. Gli Apostoli escono di scena, riprende la musica, poi d’improvviso si riaccendono le luci e giungono davanti alla banda, quasi in mezzo alla chiesa, alcune donne del popolo che gridano e si agitano, perché hanno saputo che Gesù è stato catturato e vogliono farlo morire, offrendo dunque un altro spunto di meditazione. Di nuovo al buio riprende la musica, alternando così i modi di comunicazione, tra musica e parole, musicisti e attori, tutti intorno allo stesso tema del Venerdì Santo: la condanna di Gesù come un malfattore, il suo Calvario e la sua morte. All’improvviso cade il drappo della Croce, si accendono le luci ed il bellissimo Crocifisso compare in vista chiaro, in risalto, illuminato: è lì che arrivano le pie donne e Maria, sua Madre, abbraccia la croce, piange il Figlio “amoroso giglio”, raccogliendo, esprimendo e condividendo il dolore di tutte le mamme del mondo.

L’emozione è palpabile in tutti i presenti, tale è stata l’efficacia di questa mescolanza di generi che toccano il cuore. Di questo e di tutto ringrazia Don Nello Crescenzi, il Parroco, che ricorda e sottolinea quanto velocemente l’osanna fatto a Gesù a Gerusalemme si tramuta in pochissimi giorni in tremenda ingiusta condanna. Anche Marcello Bruni, Patrizia Velardi ed il Sindaco Salera hanno parole di ringraziamento e di elogio. C’è commozione in tutti. L’ultimo brano musicale eseguito è “Ecco l’uomo”, tratto dalla frase pronunciata da Ponzio Pilato nel Vangelo di Giovanni quando mostra Gesù flagellato alla folla, “Ecce homo”. Vengono invitati i presenti a recarsi sotto la Croce, molti ci vanno ed è un momento forte, emozionante. Davvero “unico e irripetibile”. Grazie alla Banda Don Bosco e alla Filodrammatica Don Bosco.

Adriana Letta