Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo
Seminario dicoesano

I seminaristi diocesani ad Assisi per la tradizionale uscita invernale

Nel tempo liturgico del Natale, spinti dal desiderio di vivere un’esperienza spirituale intensa e proficua per il nostro cammino di formazione, noi seminaristi della diocesi, insieme con il responsabile del servizio di pastorale vocazionale e rettore del Seminario vescovile “dell’Immacolata”, don William Di Cicco, con il diacono, don Florin D’Amata, e con due giovani della nostra diocesi, ci siamo recati ad Assisi, per trascorrere tre giorni di ritiro spirituale, nei luoghi della spiritualità francescana. Con in spalla uno zaino carico di entusiasmo e attesa di tornare nella città di S. Francesco e di S. Chiara, per poter attingere rinnovato vigore e fervore per il cammino spirituale di ciascuno e respirare il clima di pace e di serenità interiore che Assisi offre ai tanti pellegrini e visitatori, ci siamo messi in viaggio, dal Seminario di Sora alla volta della città umbra. Tanta l’emozione provata, quando, ancora in strada, a pochi chilometri dall’arrivo, è comparsa davanti agli occhi la collina su cui si erge la città di Assisi, con l’imponente complesso della Basilica Superiore di S. Francesco e del Sacro Convento.

Prima tappa del nostro viaggio è stata la Chiesa di S. Damiano, dove alle ore 16:00 abbiamo preso parte alla celebrazione eucaristica di inizio del nostro pellegrinaggio e, a seguire, abbiamo pregato i Vespri insieme ai frati francescani in un momento di adorazione eucaristica. In serata abbiamo raggiunto il centro della città per la sistemazione nel convento “S. Antonio”, dei frati del Terz’ordine francescano, che ci hanno accolto ed ospitato. Abbiamo condiviso con loro i momenti di preghiera del mattino e del ringraziamento alla sera e i momenti conviviali nel refettorio del convento. Il secondo giorno è iniziato con la visita alla Basilica Inferiore di S. Francesco e alla cripta, sul cui altare don William, assistito dal diacono don Florin, ha celebrato l’Eucaristia. Silenzio, emozione e raccoglimento hanno caratterizzato la visita al luogo che custodisce i resti mortali di S. Francesco. La mattina è trascorsa nella visita del grande complesso della Basilica, ammirando, con l’aiuto di una guida, i meravigliosi affreschi di Giotto e di Cimabue che impreziosiscono l’intero complesso architettonico, dalle pareti alle volte mozzafiato che si elevano a sesto acuto, in perfetto stile gotico, e che suggeriscono ai visitatori di elevare lo sguardo verso l’alto, protesi, come S. Francesco, ad ammirare e a contemplare le meraviglie del creato. Nel pomeriggio la visita si è spostata presso la Chiesa di “S. Maria Maggiore”, “Santuario della spogliazione”, per sostare alcuni istanti presso la tomba del beato Carlo Acutis. Abbiamo affidato al Signore, per intercessione del giovane amante dell’Eucaristia, la nostra preghiera per i giovani, specialmente per quanti vivono indifferenza e allontanamento verso Gesù e il suo Vangelo, e per quanti desiderano crescere nell’amicizia con Lui. Abbiamo proseguito il nostro pomeriggio, spostandoci nella vicina Basilica di S. Chiara, per sostare alcuni istanti in preghiera davanti al Crocifisso di “S. Damiano”, particolarmente suggestivo per il fatto di contenere, differentemente dalle altre icone, la raffigurazione di Cristo crocifisso con gli occhi aperti. È stato motivo di grande emozione fissare lo sguardo su quel volto sereno di Cristo, meditando l’evento prodigioso di cui è stato testimone S. Francesco nel momento in cui ascoltò le parole che il Crocifisso gli rivolse, invitandolo a “riparare la sua Chiesa”. Dopo una breve discesa nella cripta per pregare dinanzi alla tomba di S. Chiara, ci siamo recati presso l’Eremo delle Carceri, immerso nel silenzio e nelle asperità del monte Subasio, a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Assisi. Accolti dai frati lì presenti abbiamo visitato le piccole e anguste grotte, le carceri appunto, in cui S. Francesco amava ritirarsi in preghiera. Abbiamo vissuto insieme ai frati un intenso momento di preghiera, partecipando all’adorazione eucaristica e alla preghiera del Vespro. In serata, l’ultima della nostra permanenza nella città umbra, abbiamo voluto vivere alcuni istanti di silenzio e di stupore davanti alla Basilica Maggiore di S. Francesco, la cui facciata, in questo tempo di Natale, è divenuta scenario naturale in cui vengono proiettate immagini ad alta risoluzione degli affreschi di Giotto sulla natività. Durante il periodo delle festività natalizie la città di Assisi, infatti, è una “città presepe”, con i suoi incantevoli monumenti artistici divenuti scenario delle proiezioni di immagini che raccontano il Natale del Signore, dall’Annunciazione a Maria, presso la Chiesa Cattedrale di S. Rufino, passando per la Visitazione a S. Elisabetta, nel complesso di Santa Chiara, proseguendo verso piazza del Comune, in cui è stata allestita la partenza dei pastori, guidati dalla visione della stella, fino a giungere, appunto, presso la Basilica di S. Francesco, nel cui giardino, antistante la facciata della Chiesa, è stato allestito un artistico presepe con statue a grandezza naturale. Tanti, infatti, sono i luoghi suggestivi del centro storico in cui abbiamo potuto ammirare le scene della natività del Signore. Ciò non stupisce affatto, essendo S. Francesco l’ideatore del presepe. Colmi di stupore e di gratitudine per aver vissuto momenti intensi di preghiera e di condivisione fraterna delle emozioni provate, abbiamo lasciato la città di Assisi alla volta di “S. Maria degli Angeli”, luogo della conclusione del cammino terreno di S. Francesco e, idealmente, del nostro pellegrinaggio.

Presso l’altare della “Porziuncola”, don William ha presieduto la celebrazione eucaristica e, nella sua omelia, rendendo grazie al Signore per i giorni di grazia vissuti durante l’esperienza ad Assisi, ha ripercorso l’itinerario spirituale fatto, invitandoci a coltivare nel cuore il seme di pace e i propositi di bene che il Signore ha seminato in noi. Ultimo momento della nostra visita è stata la sosta in preghiera presso il luogo della morte di S. Francesco. Con lo zaino in spalla, reso ancora più pesante dalle tante emozioni e dai tanti ricordi vissuti durante questa esperienza di fraternità, abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno, salutando la città di S. Francesco e di S. Chiara, arricchiti spiritualmente ed umanamente.

Danilo Di Nardi
Seminarista