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Giubileo, tutti inclusi – Omelia per il Giubileo della Zona pastorale di Cassino (Cassino-Chiesa Concattedrale, 30 ottobre 2025)

GIUBILEO, TUTTI INCLUSI

Omelia per il Giubileo della Zona pastorale di Cassino
Cassino-Chiesa Concattedrale, 30 ottobre 2025

 

Cari amici,

dico grazie di vero cuore per il progetto “Giubileo Tutti Inclusi” che celebra l’esemplare sinergia tra le Istituzioni, Associazioni di volontariato, Comunità parrocchiali della Zona pastorale di Cassino. Saluto il Sindaco di Cassino e il Sindaco di Pignataro, i Rappresentanti delle Forze dell’ordine e della Protezione Civile. Vi confido di essere particolarmente felice nel celebrare per voi e con voi questo evento giubilare, osservando con piacere la vostra partecipazione, la bellezza e la vivacità di questo amabile territorio e di questa amata porzione di Chiesa diocesana che testimonia in modo intelligente e zelante con i suoi sacerdoti, diaconi e operatori pastorali, la prossimità della tenerezza di Dio per ogni creatura, dai bambini agli anziani, in particolare per le famiglie provate da ogni genere di difficoltà.

Con la sua Parola, il Signore sollecita oggi il cammino della speranza, insieme con le virtù teologiche della fede dell’amore. Virtù teologali, perché sono doni di Dio, vengono da Dio, e portano a Dio: la fede viene come dono da Dio perché l’uomo possa conoscerlo e credere in lui; la virtù dell’amore, viene da Dio per amare Lui al di sopra di tutto e in Lui amare il prossimo. Allora vedete che la speranza è virtù che si fonda sulla fede in Dio e se nutre dell’amore di Dio. È a sorella minore (C. Peguy), descritta come una bambina che cammina tra le sue sorelle maggiori, la fede e la carità. Sebbene sembri trascinata, in realtà è lei che muove tutto, perché mentre la Fede vede ciò che è, e la Carità ama ciò che è, la Speranza ama ciò che sarà.

La parola di Dio dell’odierna celebrazione illumina il nostro cammino di speranza. L’apostolo Paolo con la bellissima lettera indirizzata alla comunità cristiana che viveva in Roma conferma anche noi nella certezza assoluta e indiscutibile dell’amore di Cristo. E’ questo il fondamento della speranza cristiana: il suo amore non delude, perché “è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). E’ un’affermazione molto pregnante a livello teologico: nel cuore sentiamo che Dio ci ama, lo sussurra lo Spirito Santo nella nostra coscienza. Dio ti ama, Dio non può non amarti. Quando parliamo di Dio pensiamo alla sua onnipotenza: Lui può tutto. Però c’è un paradosso: pur nell’onnipotenza del suo Amore, certe scelte non Dio le può fare! Se Dio è amore, non può non amare. L’onnipotenza Dio è nell’amore, mai nel suo contrario. San Paolo dichiara in modo inequivocabile che sempre Dio è per noi, si schiera a nostro favore. Dio non è mai nemico. Cari amici, convertiamo una certa mentalità pagana si pensa a Dio come nemico, come un Dio ostile, un Dio che punisce, un Dio che schiavizza, un Dio padre- padrone. Tutto questo non è cristiano, non rappresenta il Dio di Gesù Cristo. No! Dio è solo padre. Non sarà mai contro di noi: Dio è per noi, e nulla mai potrà impedire il suo amore per noi. Se abbiamo Dio dalla nostra parte, chi ci può fare del male? Anche le prove e le difficoltà non possono mai affossare l’amore di Dio per noi. Chi, o che cosa ci potrà mai separare da questo amore di Dio?

Questa speranza ci blinda, ci mette al sicuro dell’amore di Dio, perché Cristo ha dato la sua vita per noi un volta per sempre e per tutti. E’ morto, anzi è risorto, e in questo dono della sua vita ha sigillato per sempre il suo amore a nostro favore. Ecco perché l’onnipotenza di Cristo è solo onnipotenza d’amore. L’amore è il ‘limite’ di Dio e della sua onnipotenza! Il mostro cuore è ormai impregnato di quell’amore che Gesù stesso non può più riprendersi. Lui non potrà mai tradire il suo amore per noi: resta universale, indefettibile e irrinunciabile, qualunque cosa succeda a favore o contro di lui. Grandezza e onnipotenza della gratuità del suo amore! Ci sono momenti tristi nella nostra vita, ci sono dure prove, amare solitudini, dolorose contraddizioni e contrasti, forme aggressive di relazioni inquinate, rapporti avvelenati: in tutto questo, nulla ci può separare dall’amore di Cristo. Nemmeno il peccato: anche il più grave, non potrà annullare l’amore di Dio. Il suo amore si manifesterà come perdono, cioè super-amore. Ci ama da peccatori non da perfetti.  Il suo amore conosce solo il perdono, il suo amore è sempre dalla tua parte. In qualunque momento puoi chiedergli perdono.

Dio non ci ama perché lo meritiamo. Il suo amore non è condizionato, non è una forma di potere o di ricatto, è pura gratuità. Tuttavia, dobbiamo ammettere che siamo capaci di ferire questo amore, senza poterlo annientare. Sarebbe come annientare Dio. Il peccato non ci può separare, ma ferisce il cuore di Cristo. Nel vangelo troviamo il dispiacere e il lamento di Gesù sulla Città Santa per aver rifiutato l’amore del Signore: “Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te” (cfr. Lc 13,34). Gesù è il pastore che cerca di riunire, guidare e nutrire il suo gregge per il quale dà la vita. I nostri tradimenti, le nostre fragilità, le nostre cadute gravi, feriscono il suo amore ma lo spiraglio della speranza si fa feritoia attraverso cui passa la luce della grazia. E’ davvero Giubileo dell’amore infinito di Dio, il “Giubileo Tutti Inclusi”. L’amore di Cristo oggi edifica la nostra unità, la concordia, la solidarietà, l’inclusione, la fraternità, la pace sociale, l’amicizia pulita e la stima onesta. Oggi stiamo ponendo in questa nostra Città e in tutta la nostra Zona pastorale un segno spero irreversibile, di certo evidente e prezioso: una visione di convivenza umana e cristiana coesa e sinergica, un modello inequivocabile di tessuto sociale, pur sempre perfettibile, efficace armonia di cuori e sintonia di intenti, veri e potenti antidoti alla discordia, alla divisione e alla disgregazione.

Cari amici,

nella felice ricorrenza della festa patronale di San Germano, la sua intercessione e il suo esempio ci orientano sulla strada della pace. Lui è stato testimone operoso di unità e di riconciliazione. Su incarico di Papa Ormisda, nato a Frosinone, san Germano di Capua si è adoperato per il superamento dello scisma acaciano, causato dalle discordie tra Acacio, patriarca di Costantinopoli e il Papa. Inoltre, san Germano è stato tessitore di pace tra Federico II e Papa Gregorio IX (Pace di San Germano, firmata a Cassino). San Germano ha favorito con tutte le sue forze spirituali e con le sue qualità umane la pacificazione e la riconciliazione. Il Signore renda anche noi seminatori di speranza, segni di unità e di carità, artefici di fraternità.

                                                                                    + Gerardo Antonazzo