La Parrocchia di S. Antonio a Cassino onora Sant’Anna
Un Inno alla Vita e alla Famiglia
Anche quest’anno la Festa di Sant’Anna non poteva certo passare sotto silenzio, anzi ha confermato il suo espandersi come un benefico contagio, perché sempre più fa comprendere come Sant’Anna e San Gioacchino, Madre e Padre di Maria e dunque Nonni di Gesù, sono l’emblema della Famiglia e dei suoi valori, primo fra tutti il valore della Vita e della dignità umana. Questo proprio nella famiglia trova l’ambiente ideale per il suo nascere, la sua migliore protezione e il suo trasmettersi a nuove generazioni. Ecco perché festeggiare Sant’Anna significa comprendere sempre meglio quanto rispetto dobbiamo alla Vita, alla Famiglia, ai bambini e alle donne che portano in grembo una nuova vita. Soprattutto in questi tempi in cui guerre infinite e insensate stanno facendo una orrenda strage proprio di bambini innocenti. Quest’anno, a Cassino, la Parrocchia di S. Antonio ha riproposto i festeggiamenti, ben preparati grazie alla collaborazione di tutta la comunità parrocchiale, con una programmazione accurata sulla scia di quella dello scorso anno, e la preghiera comunitaria del Triduo. Il 26 luglio, giorno della Festa, sin dal mattino la culla, preparata con cura in chiesa, secondo la tradizione, ha iniziato ad accogliere i bimbi più piccoli, deposti dalla mamma e “raccolti” dalla nonna o dal papà o un altro familiare, per la Benedizione di S. Anna, impartita dal parroco Don Benedetto Minchella. Il più piccolo aveva appena nove giorni di vita. A chiedere la benedizione erano anche le mamme in attesa di un figlio o desiderose di averlo; e poi i Nonni, in coppia o singolarmente, dal momento che secondo la liturgia è la festa dei Santi Gioacchino ed Anna e quindi questa giornata onora i Nonni e gli anziani, coloro che per saggezza acquisita con la lunga esperienza di vita, desiderano trasmettere ai nipoti i valori della vita.
Le benedizioni in chiesa sono continuate per tutta la giornata. Alle 19,30 è partita dalla chiesa la processione per arrivare, come ormai è tradizione, a piazza Nicolas Green. Nel percorso ci sono stati dei bambini diventati “protagonisti”, uno bravissimo nel recitare l’Ave Maria del Rosario, tanto che una gliel’hanno fatta dire al microfono e lui è stato capacissimo; un altro, più piccolo, staccatosi dalla mamma, andava da solo in mezzo alla strada, tanto che Don Benedetto lo ha preso per mano perché non si perdesse… Con la loro naturalezza e spontaneità, evidentemente volevano partecipare in prima persona, sentendosi in famiglia! La prima sosta della processione è stata davanti alla storica cartoleria-stamperia Sambucci, là dove la Sig.ra Nunziatina aveva sempre preparato l’altarino perché la processione vi facesse sosta, allestendolo con fiori e drappi, ma quest’anno poteva partecipare solo dal balcone, perciò Don Benedetto, come in una famiglia, l’ha salutata e ringraziata ed ha dedicato la preghiera anche a tutti quei bambini che non ci sono più, ma che tutti ricordano con affetto grande.
Quando la processione è giunta al luogo stabilito, tutto era stato ben apparecchiato per accogliere la Santa e per la celebrazione Eucaristica. Preparato l’altare, il posto per la statua, le sedie per i fedeli, gli addobbi nei colori del verde e del giallo, i colori della Santa, perché, come ha spiegato Don Benedetto, il verde è il colore della speranza e ci troviamo nell’anno del Giubileo della Speranza, per cui siamo tutti “Pellegrini di Speranza”; il giallo, colore caldo e luminoso, è simbolo di luce, di accoglienza e di gioia. Molte persone erano già sul posto e ad esse si sono aggiunti coloro che erano giunti in processione: l’effetto era bellissimo, perché avevano occupato tutto lo spazio possibile, in cui erano sistemate le sedie (ogni anno di più!). I portatori hanno sistemato la statua, tra fiori e luci, e vicino un’altra culla per benedire i piccolini, e intanto l’imbrunire rendeva l’atmosfera sempre più suggestiva. Nell’omelia Don Benedetto ha molto ben ribadito l’importanza della Vita, della famiglia, dei bambini, in maniera toccante. Subito dopo ha dato la benedizione alle mamme e ai bambini che la richiedevano ed anche qui i bambini sono stati bravissimi e deliziosi, sia quelli più piccoli sia quelli un po’ più grandi, per i quali non serviva la culla. È stato un momento bellissimo, come se si fosse tutti di una stessa famiglia, c’erano sorrisi, tenerezza, sguardi compiaciuti, aiuti reciproci… Ennesima dimostrazione che le feste religiose popolari non sono solo ossequio doveroso ad una tradizione del passato, ma, vissute bene, educano le persone e fanno riscoprire i valori veri che fanno bella la vita, che non deludono, fanno crescere e fanno diventare tutti più adulti e consapevoli. Si vede dalla partecipazione fatta davvero col cuore, non per obbligo o per una tradizione non compresa né condivisa. E questo è il regalo più bello che si può fare ai singoli e alla comunità intera. La vita è un grandissimo valore e va vissuta con gioia, responsabilità, altruismo, gratuità e sacrificio anche, senza sprecarla per accontentare solo la vanità e sentirsi più forti, belli e potenti, facendo di cose effimere l’ideale sommo. Nessuno piò vivere da solo, ognuno è parte della comunità umana e deve contribuire a migliorarla: anche semplicemente svolgendo bene il proprio ruolo in famiglia, si migliora la società. Grazie alla Parrocchia di Sant’Antonio, sempre così impegnata e attiva. Sant’Anna sicuramente è contenta.
Al termine della Messa, prima del rientro processionale in parrocchia, grazie agli abitanti del rione che in questa occasione molto si adoperano con slancio generoso, bellissimi fuochi pirotecnici hanno rallegrato i presenti.
Adriana Letta



































