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Dalla fede battesimale alla vita felice – Omelia per la celebrazione della Confermazione (San Giovanni Incarico, 17 maggio 2025)

DALLA FEDE BATTESIMALE ALLA VITA FELICE [1]

Omelia per la celebrazione della Confermazione
San Giovanni Incarico, 17 maggio 2025

 

 

Cari amici, famiglie, padrini e madrine, cari ragazzi e ragazze,

viviamo nella gioia e nella fede la partecipazione domenicale al rito eucaristico. Quando celebriamo i divini misteri valorizziamo alcuni elementi materiali come il pane e il vino, e anche la parola che noi proclamiamo, consacrati dallo Spirito Santo diventano il sangue ed il corpo di Gesù, la parola viene proclamata e “accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti” (1Ts 2,13). Nel sacramento della Confermazione l’olio consacrato durante la messa crismale diventa sacramento dello Spirito insieme con le parole con le quali lo invochiamo perché impregni il cuore, la mente e le opere dei nostri adolescenti. Tutto questo noi lo riconosciamo con gli occhi della fede non con gli occhi del corpo; con gli occhi del corpo noi vediamo il pane, il vino, ascoltiamo la parola con le orecchie, vediamo l’olio del Crisma, ma se non c’è la luce della fede tutto questo non dice nulla e diventa una coreografia esteriore che nulla ha a che fare con la nostra fede. I segni della fede rendono possibile l’opera invisibile di Dio.

Quale è l’opera di Dio? Ce lo ha mirabilmente ricordato la preghiera iniziale della Santa Messa di questa domenica: mirabile sintesi di tutta la vita cristiana Dicono sostanzialmente il principio e il fine della nostra vita cristiana. L’inizio della vita cristiana è il battesimo, nel quale si diventa cristiani. E quale è il fine? La vita cristiana, la felicità eterna. Per che cosa vive il cristiano? Vive grazie al battesimo che ha ricevuto e per la vita eterna che desidera raggiungere. Tutto questo nutre la nostra speranza. La speranza cristiana non è quello che io desidero fare domani o dopodomani; quelle sono le nostre aspettative umane, oneste, legittime. Ma la speranza cristiana è molto di più, è il desiderio di giungere al traguardo, che non è la morte ma, attraverso la morte, la vita e la felicità eterna, la vita piena di Dio. Ma se l’inizio è il Battesimo e il compimento è la vita eterna, lasciatemi dire che in mezzo ci sta la Cresima, per dire che c’è una vita secondo lo Spirito con i suoi doni, le sue azioni e le sue operazioni interiori con le quali orienta e sostiene il cammino verso il fine ultimo, da non perdere di vista a causa della confusione del mondo. A Dio, che ci ama, non è bastato averci creato a sua immagine e somiglianza, ma attraverso la Pasqua di Gesù ci ha fatto diventare figli di Dio. Che cosa ne facciamo di tutto questo? Ecco la Cresima, lo Spirito Santo che è luce, è fuoco, è carità, è amore, è sapienza. Lo Spirito Santo cosa fa in noi? Ci rende saggi, sapienti, intelligenti, pieni di pietà, di timor di Dio, di amor di Dio. Così si impara a vivere da cristiani.

Io dico che per molti il Battesimo è stato, sì, l’inizio della vita cristiana, ma anche la fine quando tutto si è fermato lì: mai più in chiesa, mai più la domenica, mai più la confessione, mai più l’eucaristia, mai la preghiera, mai più la comunità cristiana…Il fonte che ha dato inizio alla mia vita cristiana è diventato subito sepolcro della fede già morta. Qualcuno di voi ha letto anche “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Nel dialogo tra il Piccolo principe e la volpe si dichiara: “Non si vede che con il cuore. Perché l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Ecco, allora, cari ragazzi, oggi voi ricevete un dono, lo Spirito, ma nella preghiera iniziale della Messa abbiamo chiesto al Signore anche di portare frutti abbondanti nella nostra vita cristiana. I doni dello Spirito Santo devono diventare frutti dello Spirito, elencati da san Paolo così: “Amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Lo Spirito Santo illumina, riscalda il cuore; ti dice che Dio è vicino, che Dio ti ama sempre, che Dio è misericordioso, che Dio è perdono, è riconciliazione, che Dio è luce e guida per i tuoi passi, che la sua parola è viva e ti rende saggio. Eccome come lo Spirito agisce dentro di noi. A noi riconoscere e obbedire alla voce dello Spirito: è la voce della coscienza. Quando tu dentro il tuo cuore senti che ciò che stai facendo è sbagliato, lì è lo Spirito Santo che ti sta parlando, è una cosa molto concreta. Se poi, non sia mai, non sentiamo più nel cuore questa voce dello Spirito vuol dire che siamo rovinati, non abbiamo più la coscienza del bene e del male. Ma questa è una cosa gravissima. Si chiama discernimento tra il bene e il male. Ecco, è bello e commuove sempre vedere i ragazzi accanto ai padrini, alle madrine: cercate di volere bene a questi ragazzi, ma come? Difendendo il loro vero bene, perché a volte quando vogliamo bene nutriamo i nostri egoismi. No, non è questo il volere bene e non significa accontentarli in tutto, ma piuttosto volere il bene dei ragazzi. Per volere il vero bene per loro, dobbiamo aver capito quale è il vero bene anche per noi adulti.

                                                                                                            + Gerardo Antonazzo

 

[1] Trascrizione da registrazione

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