Attorno al Vescovo Gerardo le persone consacrate della Diocesi rinnovano i loro voti
Domenica 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale, nella “festa della Candelora”, la Chiesa ha ricordato quando Gesù fu presentato al tempio da Maria e Giuseppe, obbedienti alle prescrizioni della legge. È la giornata in cui si celebra anche la Vita consacrata e dunque coloro, donne e uomini, che consacrano la propria vita al Signore. Quest’anno è stata la Chiesa giubilare Concattedrale di Cassino ad ospitare la S. Messa per loro, i consacrati, presieduta dal Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo.
Prima della Messa, si è celebrato il rito della benedizione e dell’accensione delle candele e poi si è formata la processione per entrare in chiesa. Ed è stato particolarmente toccante vedere il procedere cantando di molti consacrati, soprattutto suore, di svariati ordini e congregazioni, quindi con diversi colori e fogge di vestiti e veli, ma tutti uniti nel canto e nel tenere in mano la candela accesa, simbolo della luce che viene da Dio. Giunti in chiesa, hanno fatto ingresso solenne, preceduti dalla Croce portata dai ministranti, i celebranti e il Vescovo Gerardo. Ha così preso il via la celebrazione eucaristica. Dopo le letture del giorno, il Vescovo nell’omelia le ha commentate, soffermandosi in particolare sulla pagina del Vangelo di Luca (2,22-40), che narra la presentazione al tempio del bambino Gesù, accolto e riconosciuto dai vegliardi Simeone e Anna. Ecco, ha detto, i due anziani sono coloro che partecipano al primo “Giubileo della Speranza”. Quando lui canta “Nunc dimittis”, “lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza”, ha tra le braccia il bambino e ringrazia Dio. Luca, parlando del vecchio Simeone, “uomo giusto e pio”, dice per tre volte in due righe: “lo Spirito Santo era su di lui. … Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato… Mosso dallo Spirito…”. Quello di Simeone non è il canto del declino, ma anzi è il segno della speranza, il risveglio della luce, del giorno. Simeone diventa quasi l’attore principale dell’episodio evangelico. Oggi, ha proseguito il Vescovo, la Chiesa si rivolge a voi consacrati come alla “punta di diamante”, perché è vero che tutti i battezzati sono consacrati, ma alcuni ricevono poi una chiamata speciale, come un movimento di spinta per tutto il popolo di Dio. I consacrati hanno il potere di trascinare i battezzati, perché sono consacrati non per sé stessi o per il proprio istituto, ma per tutti. Lo spirito della consacrazione è anche della memoria, non per tornare indietro, ma per portare avanti la consacrazione; fa memoria non per rimpiangere ma per tornare alle radici, alle ragioni iniziali. È anche spirito di guarigione, cicatrizza le ferite, è spirito di visione, fa vedere cieli nuovi, una nuova creazione. Nella Bolla di indizione del Giubileo Papa Francesco indica la nostalgia della piena felicità, del compimento del cammino terreno, che è l’attesa del ritorno del Signore, è la Speranza. Capofila di questa spinta in avanti, ha concluso, sono i consacrati, punta di diamante.
Momento particolarmente toccante è stato quando tutti i consacrati presenti, con commozione e convinzione, hanno insieme pronunciato a voce alta il rinnovo delle promesse fatte al momento della consacrazione. Al termine, Suor Antonella Piccirilli ha voluto ringraziare, a nome di tutti i consacrati, il Vescovo Gerardo, il parroco ospitante Don Emanuele Secondi, don Fortunato Tamburrini, che cura con competenza e profondità i ritiri delle consacrate, gli altri concelebranti e tutti i presenti. Dopo la Benedizione conclusiva, c’è stato un bel momento di scambio, di auguri e saluti e, ad immortalare la bella giornata, una maxi-foto di gruppo.
Adriana Letta