Veglia solenne e processione verso una delle chiese giubilari dell’Anno Santo
Il vescovo Antonazzo: “La speranza si trova sotto la croce”
Una comunità in cammino
La comunità diocesana si è ritrovata ieri ad Aquino per celebrare uno degli appuntamenti più attesi dell’anno liturgico: la veglia di Pentecoste. Un momento di intensa spiritualità che, al culmine del tempo pasquale, prepara i fedeli alla solennità che chiude il ciclo della Pasqua e rinnova l’esperienza della presenza dello Spirito Santo.
Quest’anno, la scelta della location ha assunto un significato particolare: Aquino, sede della Basilica-Cattedrale dedicata a San Costanzo vescovo e San Tommaso d’Aquino, è stata scelta fra le chiese giubilari per il 2025, nell’ottavo centenario della nascita del Dottore Angelico. Un contesto che ha amplificato il valore simbolico e liturgico dell’intera celebrazione.
Due luoghi, un’unica preghiera
Il momento di preghiera si è svolto in due tempi distinti ma armonicamente connessi. Il primo atto ha preso forma nel suggestivo oratorio parrocchiale “San Costanzo V.”, immerso in curati giardini, dove, al tramonto, una processione di sacerdoti ha aperto la liturgia. A chiuderla, il vescovo diocesano, Monsignor Gerardo Antonazzo.
Tra canti, invocazioni e la proclamazione del Vangelo di Giovanni (cfr. 7, 37-39), la parola del Vescovo ha guidato i presenti alla comprensione più profonda del mistero della Pentecoste, nel contesto del cammino giubilare “Pellegrini di speranza”.
Il Vescovo: “La speranza si impara sotto la croce”
Nel suo intervento meditativo (leggi qui), Antonazzo ha invitato la comunità a considerare la Pentecoste come effusione viva dello Spirito sulla Chiesa diocesana. Ha evocato tre grandi percorsi che la diocesi sta vivendo: il cammino dell’Anno giubilare, il pellegrinaggio a Roma, in programma il prossimo 18 giugno, per attraversare la Porta Santa, e il Cammino sinodale.
“Dove staziona la speranza? Dove si nutre?”, ha chiesto il Vescovo. “La speranza si apprende sotto la croce, ed è dono del Risorto”. Ha poi richiamato le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni – “Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità” – e l’insegnamento dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “La speranza non delude”.
Antonazzo ha tracciato un suggestivo confronto tra la speranza cristiana e la speranza idolatrica dell’antichità. Mentre l’antica Roma celebrava la dea Speranza nel foro Olitorio, noi cristiani – ha detto – ci affidiamo al Dio della speranza, che riversa nei nostri cuori l’amore attraverso lo Spirito Santo. “Non una divinità che raffigura la speranza, ma il Dio che dona la speranza, ricolmandoci di ogni gioia e pace”.
La fede vissuta: la voce di Anna Paola
Accanto alla voce del pastore, è risuonata quella di una laica: Anna Paola Formisano, collaboratrice pastorale da anni impegnata nella preparazione delle giovani coppie al matrimonio e a livello diocesano nella consulta della Pastorale familiare. La sua testimonianza ha toccato corde profonde: un racconto di fede maturata nella prova della malattia, vissuta con il compianto marito Marco De Angelis, avvocato e compagno di un cammino segnato da sfide e amore vero.
“Abbiamo costruito la nostra casa sulla roccia del Cristo Risorto,” ha detto, con voce spezzata dall’emozione. “E l’amore, quello vero, ti fa sentire a casa.” La sua testimonianza, accolta in silenzio e rispetto, è stata un momento di rara intensità, che ha unito il dolore alla speranza, la fragilità alla forza della fede.
Un cammino di luce
La veglia, organizzata dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali e coordinata da don Roberto Dell’Unto, è proseguita con invocazioni allo Spirito Santo, pronunciate da due animatrici dell’Azione Cattolica di Aquino.
A illuminare simbolicamente l’assemblea, il cero pasquale della luce del Risorto, dal quale è scaturito un fascio luminoso che ha attraversato l’intero spazio, rievocando la presenza viva di Cristo nei sacramenti e nella vita dei credenti.
Il corteo e la professione di fede
A seguire, i fedeli hanno preso parte a un corteo giubilare guidato da croce e candele accese, scandito dal canto “Il tuo popolo in cammino” e dalla preghiera delle litanie. Un cammino spirituale verso la chiesa giubilare, dove l’assemblea ha rinnovato la propria professione di fede.
Lì, nella basilica dedicata a San Costanzo e San Tommaso, con i lumi accesi come segno della luce del Risorto, è stata pronunciata la formula della fede e sono state recitate le preghiere previste per ricevere l’indulgenza plenaria. La benedizione finale del Vescovo ha concluso il rito, lasciando nella comunità un segno forte di rinnovamento e di speranza.
Andrea Pantone