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7 Aprile 2023 – Commento al Vangelo

Venerdì Santo – In Passione Domini (Gv 18,1-19,42)

Parola del giorno: “Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora”

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
(…)
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
(…) Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

 

La narrazione parla di un amore tutto da capire,
da meditare, da vivere e da …amare.
Ma quella corona di spine ed il mantello
– che non erano previsti –
posti per burla e svago dei soldati addosso a Gesù,
fanno la loro parte. Infatti, insieme alla canna
che hanno usato come scettro, i soldati
li usano come simboli regali e, senza saperlo,
testimoniano di una regalità che loro non conoscono
e non possono neppure immaginare.
La conferma sta nel fatto che Gesù accetta tutto,
compreso insulti e sputi, senza dire una parola.
Per di più, se la canna e il mantello li toglieranno presto,
la corona – benché sia di spine –
la tradizione ce la fa trovare sul suo capo
mentre giace crocifisso sulla croce,
sotto il cartello con il quale – nonostante che i capi
dei sacerdoti e dei Giudei non fossero d’accordo –
Pilato ha fatto scrivere la sua regalità.