Tre anni di Sacerdozio

Nel giorno di San Giuseppe Don Tomas Jerez ricorda la sua Ordinazione Sacerdotale

Tre anni sono passati da quel 19 marzo 2015 in cui la chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo in Cassino si riempì di Sacerdoti, amici, fedeli per una Celebrazione straordinaria, l’Ordinazione Presbiterale, per le mani del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, di Don Tomas Horacio Jerez, della Pastorale Digitale della Diocesi da pochi mesi formatasi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Era un giovane che i parrocchiani non conoscevano ancora, perché veniva dal Seminario di Sora, di quella che fino a poco prima era un’altra diocesi,  ed era argentino di nascita, ma sapevano che la destinazione sacerdotale decisa per Don Tomas era appunto la Parrocchia di S. Pietro, dove avrebbe prestato il suo servizio ministeriale in qualità di viceparroco. I giovani della parrocchia avevano organizzato per lui una Veglia di preghiera la sera prima e vi avevano chiamato giovani anche da altre parrocchie di Cassino. E quella sera, in cui il Vescovo diocesano doveva consacrarlo Sacerdote, la chiesa era colma e festosa.  

Sono passati tre anni. Tanti, perché la sensazione di tutti fa sentire ancora vicino l’evento, ma pochi per tracciare un bilancio. Il tempo giusto per fermarsi un momento a riflettere insieme. Così la Messa serale, celebrata da Don Tomas (la stessa casula indossata quel giorno segnava il trait d’union!), ha visto riuniti tanti parrocchiani.

Quando Don Tomas nell’omelia incentrata sulla figura di S. Giuseppe, ha fatto notare che, rispondendo Sì alla chiamata di Dio, si è reso disponibile a cambiare, stravolgere la sua vita, a prendere Maria con sé, a fuggire in Egitto lasciando casa e patria ed ha operato giorno per giorno laborioso e tenace, nel silenzio, a tutti è venuto spontaneo pensare che anche Don Tomas, per rispondere il suo Sì a Dio che lo chiamava, ha lasciato la sua famiglia e il suo Paese per percorrere la strada che lo ha portato a Cassino in questa parrocchia. E forse non sarà stato facile! Ecco perché, al termine della celebrazione, glielo hanno detto, ringraziandolo per il lavoro sin qui svolto, chiedendo scusa se qualche volta non sono stati capaci di comprensione e di accoglienza fino in fondo, e con la proposta di camminare tutti meglio per costruire una comunità più in comunione e gli hanno rivolto l’augurio sentito e sincero di una lunga vita sacerdotale ricca di grazie e di frutti spirituali.

Ciò sarà reso certamente possibile dal fatto che Don Tomas si trova sotto la protezione particolare di un Santo grande come San Giuseppe, e al tempo stesso con la luce di Don Bosco che lo ha proiettato verso i giovani. Don Tomas lavora molto nell’Oratorio parrocchiale che lo fa stare a contatto con ragazzi di tutti i tipi e sappiamo bene tutti quanto bisogno c’è oggi che ogni giovane possa incontrare sul suo cammino figure significative di adulti che sappiano parlare al suo cuore per dare un senso alla sua vita. Dunque il lavoro non manca e va accompagnato con la preghiera. “Noi pregheremo per te, Don Tomas, ma anche tu prega per noi!”. Don Tomas ha risposto ringraziando e anche chiedendo scusa a sua volta di eventuali mancanze.

Così, con un po’ di commozione e una nuova serenità gioiosa, ci si è stretti in un abbraccio con l’immancabile foto di gruppo per ricordare un momento vissuto in semplicità e in profondità.

Adriana Letta

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