Presentato il volume sulla storia della Chiesa Madre

A sorpresa il Vescovo Antonazzo annuncia di aver richiesto al Santo Padre il titolo di Concattedrale per la Chiesa Madre di Cassino

Nell’ambito delle iniziative e manifestazioni organizzate dalla Parrocchia in occasione del 40° anniversario della Consacrazione e apertura al culto della Chiesa Madre di Cassino, si segnala in modo speciale per importanza e interesse quella di mercoledì 5 luglio, per la presentazione del volume “Perinsigne Collegiata San Germano Vescovo“, di Alberto e Chiara Mangiante. Questa piccola pubblicazione è preziosa perché fa conoscere e considerare anche ai meno esperti, il legame vitale dell’attuale chiesa con quella antica dell’anteguerra, la Collegiata di San Germano o Chiesa Madre. E questo è molto importante, perché chi vi entra e non sa, può notare uno solo degli elementi di legame tra antico e nuovo: il riutilizzo di antichi capitelli e frammenti di colonne, provenienti dalla vicina chiesa di S. Maria delle Cinque Torri o “del Riparo”, per sostenere altari e ambone, mentre non percepisce che la chiesa occupa la stessa area della precedente. E vedendo uno stile moderno e considerando i 40 anni, pochi in fondo!, dalla consacrazione, potrebbe pensare che dietro ci sia il “vuoto”, e invece c’è una storia molto lunga e densa, di 1.200 anni!

La Sala degli Abati, nella Curia Vescovile, si è riempita, nonostante la giornata calda, di persone desiderose di ascoltare e capire. Nel suo saluto iniziale il Parroco della Chiesa Madre, Don Salvatore Papiro, ha ringraziato calorosamente tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della serata, ricordando che più importante dell’architettura materiale di una chiesa, è la comunità di “pietre vive”, di cristiani che vivono comunitariamente la loro fede.

Nel suo intervento il Sindaco di Cassino, Carlo Maria D’Alessandro, ricordando anche episodi personali e di famiglia, ha sottolineato il fortissimo legame esistente tra la città e la Chiesa Madre, che tra l’altro custodisce la venerata statua dell’Assunta, simbolo identitario forte per ogni cassinate, basta vedere le folle sterminate di devoti che il 9 luglio, data tanto cara ai cassinati, seguono la Processione penitenziale. E, interpretando il sentire profondo dei cittadini, ha affermato che, nonostante le numerose distruzioni e successive ricostruzioni nel corso dei secoli, la comunità cassinate è rimasta sempre unita e compatta, fedele alle sue radici.

La relazione portante della serata, per presentare il volume “Perinsigne Collegiata San Germano Vescovo” è stata svolta in modo eccellente, con il rigore e la chiarezza dello storico appassionato, dal prof. Gaetano De Angelis-Curtis, Presidente del CDSC (Centro Documentazione e Sudi Cassinati) che ha curato la pubblicazione; ha avvinto gli ascoltatori proiettando numerose immagini e ripercorrendo la lunga storia e le vicissitudini della Chiesa Madre e dei personaggi che hanno avuto un ruolo in essa, primo fra tutti San Germano Vescovo di Capua, titolare della chiesa insieme al S. Salvatore e a S. Maria Assunta.

Infine la sottoscritta, che ha moderato il convegno, ha dato la parola al Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo per le conclusioni e gli ha chiesto se era già in grado di dare una risposta alla domanda, anzi all’appello che in prefazione al volume lo storico Emilio Pistilli gli poneva dicendo: “Un appello, dunque, all’autorità ecclesiastica, affinché si provveda quanto prima ad adeguarla (la Chiesa Madre di Cassino, rimasta con questo appellativo dopo la fusione delle due diocesi ndr) alle concattedrali, ora sorelle, di Aquino e Pontecorvo“.

Antonazzo, con molta comprensione ma anche molto realismo, ha detto che certamente si prova dispiacere nel considerare tante vicende dolorose, distruzioni, perdita delle reliquie…, ma bisogna avere speranza e guardare al futuro, partendo dalla situazione attuale. E, sottolineando ancora una volta che la nuova Diocesi è nata dall’unione di due preesistenti diocesi e non da un accorpamento di una all’altra, ha spiegato con ampiezza e profondità il valore spirituale della dicitura “Chiesa Madre”. Ogni parrocchia, ha osservato, gode di più chiese, ma una sola è “Madre”, ma spesso i fedeli non conoscono la distinzione. E’ un significato molto ricco: è Chiesa Madre perché accoglie il fonte battesimale, eppure, paradossalmente, nella nostra Chiesa Madre di Cassino non c’è e senz’altro uno dei primi interventi da fare è dotarla di fonte battesimale, se no è come una madre senza utero. Per far comprendere meglio il concetto, il Vescovo ha portato l’esempio della Veglia pasquale, in cui c’è un momento liturgico antichissimo, di grande valore teologico: quando nella chiesa semibuia in attesa della luce della Resurrezione, si canta l’Exultet, Annuncio della Pasqua, il celebrante prende il Cero pasquale e lo immerge nell’acqua battesimale, con la possibilità che qualche goccia di cera vada nell’acqua, come a fecondarla. Come è scritto sul frontespizio del Battistero di S. Giovanni in Laterano, il Cero pasquale feconda l’utero della Chiesa perché da quel fonte possano nascere figli e la Chiesa sia donna e madre.

E’ vero, ha proseguito, che poi per motivi vari il fonte battesimale c’è in molte chiese, ma riandando al significato originale del discorso: “Chiesa Madre” indica la maternità della Chiesa che genera i suoi figli con il Battesimo, con coerenza liturgico-sacramentale-teologico-spirituale. Questa nostra Chiesa Madre è non solo della Parrocchia ma simbolicamente di tutta la città di Cassino, così è percepita e così è giusto che sia, questo significa l’unità della comunità cristiana. I figli sono di un’unica madre, sono famiglia. E rifacendosi al discorso fatto dal Sindaco D’Alessandro, è questo sentimento di unità – ha rimarcato – che caratterizza Cassino, che anzi deve scommettere il meglio delle sue risorse come “Città della Pace”. Mi piace molto questo valore, ha detto, e mi piace condividerlo con voi, è molto significativo e molto luminoso.

Infine, raccogliendo la provocazione di Emilio Pistilli, che lamentava che, dopo l’unione delle diocesi, la Chiesa Madre di Cassino sia rimasta “semplicemente chiesa madre“, Antonazzo ha osservato innanzitutto che “non è poco!”, e poi ha detto che lo stemma del Vescovo è stato apposto sulla facciata e sulla cattedra della sede vescovile “volutamente, per darle il valore desiderato, che ancora non ha ricevuto il riconoscimento della Santa Sede”. Il prof. Pistilli firma la sua presentazione del libro il 4 giugno 2017: ebbene, ha dichiarato, “io al Santo Padre ho scritto per chiedere questa grazia il 20 maggio 2017 per chiedere il titolo di Concattedrale“. E’ la lettera del Vescovo a nome della Diocesi, ha concluso, in cui ho portato tutti gli elementi importanti a supporto della richiesta. Se la Diocesi ha quattro titoli: Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, è giusto che i quattro centri abbiano pari dignità. “Mi sta a cuore la città di Cassino”.

Applausi colmi di stupore, di gioia e di riconoscenza sono venuti da tutta la sala, che ha molto apprezzato la profondità di pensiero, di cultura teologica, di spiritualità del suo Vescovo, sempre vigile e attento alle situazioni concrete e alle persone, il suo essere al tempo stesso concreto e fattivo.

In chiusura di serata, il Parroco Don Salvatore Papiro, supportato dal Comitato, ha fatto consegnare dal Vescovo la medaglia-ricordo del 40° alle persone che hanno organizzato e condotto la serata, dando appuntamento alle prossime manifestazioni.

Adriana Letta

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