Premio “Vincenzo Golini Petrarcone”, XXX Edizione

Vincitore Matteo Paoletti

Si è svolta questa mattina, 27 novembre, la cerimonia di consegna di un Premio, istituito dal Rotary Club di Cassino, che intende premiare le eccellenze tra gli studenti del Liceo Classico cittadino “G. Carducci”.

Un premio al merito che è giunto alla trentesima edizione, per ricordare Vincenzo Golini Petrarcone, scomparso nel 1984, che fu esemplare come uomo, cittadino, professionista, impegnato nella politica come assessore e consigliere comunale e provinciale, attento alle persone, fondatore e primo presidente del Rotary Club di Cassino, nonché padre dell’attuale Sindaco. In suo nome il Club intende premiare, sostenere e incoraggiare il miglior studente, che abbia riportato la massima votazione all’Esame di maturità e al tempo stesso abbia riportato la media più alta nel triennio precedente e, in caso di parità, anche nel biennio. Lungo ormai l’elenco dei precedenti premiati scritti nell’albo d’oro, che nel corso degli anni hanno dimostrato di valere davvero, raggiungendo lusinghieri traguardi professionali in Italia a e all’estero.

Nella Sala degli Abati, presso la Curia Vescovile, alla presenza di tutta la famiglia Petrarcone, di autorità e di numerosi studenti del Classico, il giovane studente Emiliano Pelagalli ha condotto la manifestazione. Dopo l’esecuzione dell’Inno Nazionale, dell’Europa e della Marsigliese in segno di solidarietà alla Francia, e dopo i saluti istituzionali, del Presidente del Rotary Club di Cassino, dott. Sergio Ricciuti, del sindaco della città, Giuseppe Golini Petrarcone, e del Dirigente Scolastico del “Carducci”, prof.ssa Filomena de Vincenzo, è stato letto il messaggio augurale del Prefetto di Frosinone, dott.ssa Emilia Zarrilli.
Un omaggio a Dante Alighieri si è posto come gradito intermezzo culturale curato dagli studenti delle classi quinte, che hanno letto alcuni sonetti del Sommo Poeta tratti dalla “Vita Nova” e accompagnati da musiche composte ed eseguite al pianoforte dal loro compagno Virgilio Volante.

Il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, invitato per la prima volta a questa manifestazione, e a cui era stato chiesto di parlare su “I giovani e l’esperienza religiosa”, con passione si è rivolto ai giovani, prima di tutto sgombrando il campo dalle aberrazioni che di religione non hanno nulla, come ripete Papa Francesco in questi giorni in Africa, e intendendo parlare di esperienza religiosa vera e autentica, che tocca tutti. Tra i giovani appare diffusa, se pur non generalizzata, una certa distrazione se non indifferenza verso il fattore religioso ma, ha osservato acutamente, si trovano in un’età in cui è necessario reinterpretare in modo personale quello che si è ricevuto per farlo proprio, metabolizzarlo, perché ereditare un patrimonio e non ripensarlo significa subire. E poi, ha aggiunto, è un’età di grandi slanci e di docili sottomissioni alle tendenze del gruppo, ma attenzione: in tantissimi giovani il pensiero interiore è ben diverso dai comportamenti esterni, influenzati da mode e tendenze. Forse è più giusto fare una lettura esistenziale che non sociologica. E allora, ha detto rivolgendosi ai ragazzi, propongo l’icona biblica del giovane che si avvicina a Gesù per strada e gli chiede cosa deve fare per avere la vita eterna (Mc 10). E’ una pagina evangelica pedagogica, valida per chi crede e per chi non crede. Una domanda scottante ed un bel dialogo. Un interrogativo sempre attuale che accompagna gli anni della crescita di ogni ragazzo. In essa “eterna” non vuol dire “nell’aldilà”, ma in questa vita terrena, è una domanda di vita, di bellezza, di felicità, una domanda che intercetta il cuore di ciascuno di noi. Una domanda che significa sia: che cosa debbo fare nella mia vita (che scelte lavorative, professionali, per es.), ma anche della mia vita. Si tratta della scelta di uno stile, una qualità di vita, di come vivere: E’ quello che il giovane chiede. Eterna: vuol dire una vita significativa, piena di senso, con un’anima dentro, una vita compiuta, da vivere sulla terra. Una vita gratificante non significa fare “la bella vita”, ma una vita bella, piena di significato compiuto, di gioia piena e duratura.

Ora, ha continuato il Vescovo, chi ha una parola buona e bella per la mia vita, se non Dio? Gesù dà una risposta bellissima al giovane: se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e seguimi. Cioè: se vuoi perfezionare la tua vita, portarla a compimento, se vuoi impegnarti a non lasciare incompiute le tue possibilità, impara a decidere. Oggi, che c’è difficoltà a fare scelte e la vita non si perfeziona, bisogna avere il coraggio di non fermarsi alle mezze misure e non rinviare le scelte importanti di vita. Ecco allora il significato del colloquio tra il giovane e Gesù: se vuoi essere veramente felice, impara a scegliere. Questa è pedagogia che porta ad un vero umanesimo, rende la vita ricca, lodevole, significativa, porta a pienezza la nostra umanità. Allora è giusto che ogni giovane faccia discernimento sulle proprie scelte con coraggio, gioia e fiducia, insomma con speranza, perché le decisioni e le scelte non siano rimandate. Questo, infine, il Vescovo Gerardo ha di cuore augurato ai giovani presenti.

Per la prima volta era presente anche il Governatore del Distretto Rotary International 2080, Ing. Giuseppe Perrone,che ha parlato dei giovani e dell’impegno sociale. Erano presenti, infatti, i giovani che nel Rotary sono attivi e impegnati seguendo lo scopo dell’associazione che, mettendo insieme meriti, competenze e professionalità diverse e spiccate, affronta i problemi della comunità per migliorare la vita, attraverso vari progetti, a vantaggio dei più svantaggiati, secondo lo slogan “Siate dono nel mondo”.

E finalmente si è giunti al momento più atteso, la consegna del Premio, che è andato al giovane Matteo Paoletti il quale, presa la parola, ha stupito e conquistato tutti per il suo parlare, pieno di sostanza, di logica e di “saggezza”, pur nella semplicità e franchezza dell’età. Infine ha detto che non sa ancora bene dare un giudizio sui premi di questo tipo ma, ha detto, un premio al merito sarà davvero bello e pieno di significato solo quando sarà realmente aperto a tutti.

Adriana Letta

Foto di Adriana Letta

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